14 Dicembre, 2025
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Referendum Costituzionale, Minnucci (PD): “Verso una democrazia moderna”

Dopo una tornata elettorale particolare e senza precedenti, il Partito Democratico si prepara aΒ riunire gli elettori verso il voto sul referendum di ottobre.

Intervistiamo a riguardo l’onorevole Emiliano Minnucci, per comprendere maggiormente l’iter e leΒ conseguenze della riforma costituzionale.

Ci avviciniamo al voto di ottobre per un Referendum costituzionale che potrebbe sancire unaΒ svolta radicale nella storia della politica italiana. Come si Γ¨ giunti a questa riforma?

Β«Partiamo da un assunto: il bicameralismo paritario era ed Γ¨ indifendibile. Dalla bicameraleΒ presieduta da Bozzi alla commissione D’Alema, passando dalla commissione De Mita-Iotti, sonoΒ piΓΉ di trent’anni che le forze politiche concordano sull’esigenza di riformare il Parlamento cercandoΒ di costruire una democrazia maggioritaria con l’obiettivo di evitare l’instabilitΓ  dei governi e leΒ degenerazione del parlamentarismo che gli stessi Padri Costituenti avevano previsto a partire dalΒ β€˜48 quando iniziarono a prendere le distanze dal bicameralismo delineato dalla nostra Costituzione.Β Siamo in forte ritardo e qualora questo sforzo venisse affossato, il nostro Paese – come sostiene ilΒ Presidente Napolitano – apparirΓ  come una democrazia incapace di riformare il proprio ordinamentoΒ e mettersi al passo con i tempi. Questo non possiamo permetterceloΒ».

E’ possibile riassumere in alcuni punti cardine questa riforma costituzionale? Quali leΒ modifiche principali?

Β«La riforma ha radici lontane che risalgono alla stessa Costituente. Non dobbiamo dimenticare,Β infatti, che la proposta avanzata dalla Commissione incaricata nel 1947 prevedeva un SenatoΒ composto da rappresentati dei consigli regionali. Un tentativo vano che lasciΓ² spazio alla soluzioneΒ del doppione con l’elezione diretta e stesse competenze per la Camera e per il Senato. Con questaΒ riforma, invece, l’Italia cessa finalmente di essere un’eccezione mondiale con un ParlamentoΒ composto da due camere uguali, che danno e tolgono la fiducia al Governo. SarΓ  una riforma capaceΒ di accrescere la funzionalitΓ  delle Istituzioni oltre a ridurre i costi degli apparati politici. Avremo unΒ Parlamento rafforzato con l’entrata in Senato di una rappresentanza delle regioni e dei comuni conΒ il compito di applicare quelle leggi che, finalmente, non dovranno piΓΉ rimbalzare tra le due camere.Β Per la prima volta, non assisteremo ad un aumento dei poteri del sistema regionale e locale, bensΓ¬ adΒ una loro razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del paese. Con laΒ riforma assisteremo, inoltre, ad un sostanziale riequilibrio dei poteri normativi del Governo e ad unaΒ seria riduzione dei tempi per l’applicazione delle principali iniziative governative. In quest’ottica,Β inoltre, il sistema delle garanzie verrΓ  significativamente potenziato con il rilancio degli istituti diΒ democrazia diretta, mentre verrΓ  operata una decisa semplificazione istituzionale attraversoΒ l’abolizione del Cnel e la soppressione di qualsiasi riferimento alle province quali enti costitutiviΒ della Repubblica. Con 220 parlamentari in meno, un tetto all’indennitΓ  dei consiglieri regionali e unΒ divieto per gli stessi a distribuire risorse ai gruppi consiliari, la riforma, infine, prevede una palese eΒ indubbia riduzione dei costi della politicaΒ».

Se l’art. 138 della Costituzione Italiana prevede il Referendum Costituzionale, perchΓ¨ siΒ accusa la riforma di β€œanticostituzionalità”?

Β«C’è chi dice che questa riforma Γ¨ stata scritta sotto dettatura del Governo. C’è chi dice che questaΒ riforma sia illegittima perchΓ© Γ¨ stata prodotta da un Parlamento eletto con il Porcellum, dichiaratoΒ incostituzionale. C’è chi dice, ancora, che questa riforma non garantisce l’equilibrio tra i poteriΒ costituzionali dato che mette in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio gli organi diΒ garanzia, tra cui il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale. Tutto questo Γ¨ un falsoΒ problema. E lo Γ¨ perchΓ© Γ¨ vero che il Governo ha presentato il disegno di legge iniziale, ma è altrettanto vero che in Parlamento sono state fatte piΓΉ di 120 modifiche. Lo Γ¨ perchΓ© quando laΒ Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Porcellum ha ribadito altresΓ¬ che la sentenzaΒ non aveva alcuna incidenza sui poteri di un Parlamento che giΓ  in quel momento stava discutendoΒ una riforma costituzionale. Lo Γ¨, infine, perchΓ© la riforma potenzia le garanzie attuali, basti pensareΒ che se oggi il Presidente della Repubblica puΓ² essere eletto anche esclusivamente dallaΒ maggioranza, da domani con l’Italicum sono necessari anche i voti dell’opposizione. In questoΒ quadro, poi, con la nomina dei membri della Corte Costituzionale per mano del Presidente dellaΒ Repubblica e della Magistratura, avremo un Organo indipendente per due/terzi dalle scelteΒ parlamentari. Alla faccia dell’anticostituzionalitΓ  e della delegittimazioneΒ».

Perchè è importante andare a votare e perché votare SI?

«È importante votare SI perchΓ© abbiamo l’occasione di cambiare veramente il nostro Paese che,Β indubbiamente e dopo tutti questi anni, merita di essere annoverato nella lista delle democrazieΒ moderne. Una cosa, poi, deve essere chiara: se vincerΓ  il SI non sarΓ  una vittoria nΓ© del Premier né dell’attuale Governo, sarΓ  una vittoria dell’interesse generale del paese. Dovesse vincere il NO,Β invece, non sarΓ  la fine di Matteo Renzi: questa riforma non deve essere concepita come un bancoΒ di prova del Governo”.

Benedetta Onori

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