“Oggi, in occasione della Giornata internazionale per lβeliminazione della violenza contro le donne, mi preme sviluppare una considerazione, in qualitΓ di delegata per le Politiche e diritti dellβinfanzia, perchΓ© sono pienamente convinta che la violenza sulle donne e in particolare sulle madri sia strettamente correlata alla negazione di alcuni diritti dellβinfanzia.
Eβ noto che la violenza esercitata in ambito familiare, da partner o ex partner Γ¨ molto diffusa e si manifesta spesso nelle forme piΓΉ gravi. I bambini e le bambine sono vittime di violenza domestica anche come testimoni di violenze allβinterno della famiglia. Connessa generalmente alla violenza sulle madri Γ¨, infatti, la βviolenza assistitaβ, che ha gli stessi effetti sulla salute dei minori del maltrattamento diretto, ma che Γ¨ spesso ignorata o sottovalutata dagli esperti del settore.
Nelle famiglie dove avvengono maltrattamenti sulla madre, i bambini si trovano ad assistere direttamente, indirettamente e/o percependone gli effetti, a molteplici forme di violenza. Assistere alla violenza di un genitore nei confronti dellβaltro crea confusione nel mondo interiore dei bambini e delle bambine perchΓ© apprendono che lβuso della violenza Γ¨ un comportamento lecito nei legami affettivi. Lβesposizione alla violenza intrafamiliare Γ¨ un grave trauma per loro ed Γ¨ il principale fattore di rischio della trasmissione intergenerazionale della violenza. La letteratura internazionale sulla violenza domestica evidenzia, infatti, che i comportamenti violenti si trasmettono tra le generazioni.
La violenza subita e di cui si Γ¨ stati testimoni da piccoli aumenterebbe il rischio che il comportamento venga riprodotto da adulti. Questo spiega perchΓ© i bambini e le bambine, vittime di violenza domestica, una volta diventati adulti, hanno una probabilitΓ maggiore di perpetuare la violenza, agendola o subendola. Di fatto la violenza assistita dai minori Γ¨ sottovalutata e pur in sua presenza Γ¨ ancora praticata la mediazione familiare e lβaffido condiviso.
Cosa si puΓ² fare? La violenza maschile contro le donne non puΓ² essere quindi rappresentata e trattata come una emergenza, negandone le radici strutturali e culturali, gravi e diffuse, ma al contrario con autentica rivoluzione culturale, alla quale devono essere interessati tutti gli attori coinvolti a vario titolo. La scuola, contesto di socializzazione che interviene in ambiti di vita importanti dei bambini e degli adolescenti, Γ¨ per definizione il luogo per intervenire in termini di cultura e prevenzione. Per questo Γ¨ fondamentale promuovere nei programmi scolastici l’educazione al rispetto reciproco sia nelle relazioni personali che sociali che delle differenze di genere. Educare al rispetto di genere Γ¨ un cammino culturale che porta a scardinare gli stereotipi alla base del fenomeno della violenza e far prevalere la cultura del rispetto.
Molto spesso poi i bambini e le bambine, cercano a scuola, in ambiente neutro, appoggio morale, consiglio e attenzione. Il contesto scolastico puΓ² essere considerato uno dei piΓΉ importanti per il perseguimento di strategie di contrasto alla violenza e puΓ² trasformarsi in un luogo di prevenzione e di emersione del ββsommersoββ. Diventa pertanto opportuno attivare programmi formativi atti a favorire unβadeguata preparazione degli insegnanti affinchΓ© siano in grado di intercettare e gestire eventuali situazioni di disagio da segnalare agli uffici competenti.”
CosΓ¬ la DelegataΒ per le Politiche e diritti dell’Infanzia del Comune di CerveteriΒ Giuliana Olzai.


