5 Dicembre, 2025
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Gentilezza: una virtù che attraversa i secoli

La Giornata mondiale della gentilezza, che si celebra in tutto il mondo il 13 novembre, la considero una delle tante occasioni istituite per svolgere attente ricognizioni sui valori dell’attuale società e per capire i mutamenti che il tempo ha prodotto. La giornata fu istituita nel 1998 ma nel corso della storia la gentilezza non è stata sempre percepita come un comportamento praticato da tutti. Nell’antica Roma la parola gentilis indicava chi apparteneva alle famiglie nobili romane. Nel Medioevo s’iniziò a concepire la gentilezza come nobiltà d’animo, rifiutando l’idea della nobiltà di sangue, di conseguenza, essa cominciò a diffondersi anche tra i ceti più umili. Solo nell’età moderna la gentilezza si è affermata come attenzione e rispetto verso gli altri, una virtù legata all’empatia e spesso associata alla cortesia, cioè a quell’insieme di regole comportamentali che contribuiscono al processo di civilizzazione umana. Purtroppo capita spesso che la gentilezza sia percepita come una debolezza e sono convinto che questo sia uno dei motivi per cui la condizione giovanile non aiuti a praticarla. Nel corso del tempo ci sono stati (e ci saranno) momenti in cui l’uso di questa virtù ha conosciuto momenti di crisi, ma respingo l’idea di dare la responsabilità alle ultime generazioni per ogni momento storico. Per noi, che eravamo giovani negli anni Settanta, la volontà di non essere particolarmente gentili e cortesi, era un modo per rifiutare il mondo borghese, per combattere il falso perbenismo, per sottrarsi a tutto ciò che ci sembrava conformista, un modo per scandalizzare sentendoci scandalizzati da una società che non ci rappresentava e che volevamo cambiare. Oggi apparteniamo a un mondo che ha estremo bisogno di più gentilezza, perché è una potente arma che può sconfiggere la dilagante arroganza, la giusta risposta in un mondo in cui alzare la voce vuol dire avere ragione, in un mondo social dove l’insulto diventa il passaporto per sentirsi importante e allora questa Giornata mondiale della gentilezza è un’occasione per riflettere su un valore tanto semplice quanto rivoluzionario. È una giornata che ci invita a considerare la gentilezza non soltanto come gesto specifico, ma come indicatore dello stato di salute della nostra società, perché non è una moda passeggera e nemmeno la prerogativa di una sola generazione, ma una scelta consapevole dove occorre avere una buona dose di coraggio per esercitarla, perché capace di trasformare le relazioni, generare cambiamenti, annullare le diversità. E quando qualcuno, come capita spesso quando una giornata è dedicata a un tema universale, pronuncerà la fatidica frase: “Non bisogna esserlo solo quel giorno ma tutto l’anno “, trascurando l’applauso che scatta sempre da parte di qualcuno, rispondiamo con un gesto concreto. Applichiamo, in tempo reale, la virtù che stiamo celebrando.

Lorenzo Avincola

                                                                                                                                                                              

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