Riceviamo e pubblichiamo
- Il nostro lavoro si concentrerà su gemellaggi fra piccoli-medi Comuni, italiani e palestinesi.
- Tecnicamente un gemellaggio non presenta grandi problemi, potendo usufruire di collegamenti on line direttamente fra i due comuni. Il problema principale nei collegamenti è la lingua, ma noi siamo fortunati, abbiamo Hatem…!
- Hatem ha intenzione di coinvolgere nei patti anche esponenti della diaspora palestinese in Italia. Questa è una potenzialità importante.
- Considerando che i Comuni italiani hanno bilanci ridotti all’osso le, comunque necessarie, risorse economiche da utilizzare per i gemellaggi devono essere reperite con sottoscrizione, o da parte di un pubblico generico o da parte soggetti collettivi che aderiscono (associazioni di categoria, associazioni di cittadini, enti pubblici o privati, fondazioni, ecc.). In proposito un problema da risolvere è come il comune può gestire questo tipo di entrate; in effetti, nella bozza di patto di gemellaggio sul sito del MAECI è previsto questo apposito articolo: Tutte le attività previste o scaturenti dall’attuazione del presente [denominazione dell’atto] troveranno copertura, per la Parte italiana, nel bilancio del Comune di ……, senza generare oneri finanziari a carico dello Stato.].
Comuni gemellabili
Oltre a Montopoli Sabina – Bruquin e Bracciano – Tubas, i cui lavori sono in corso, abbiamo questa situazione.
Hatem Abed ha contatti con alcuni Comuni palestinesi per Patti di Gemellaggio.
Il Comune di El Bireh chiede gemellaggio (fonte Luisa Morgantini).
Un’altra lista, fornita da Nicola Manno (ACS), coordinatore del progetto Olivo Coltura di pace, e la seguente:


