Valorizzare il diverso per trasformarlo in un plus in termini produttivi
Da diversi anni, ormai, si è capito come la diversità, l’inclusione (della disabilità, etnia, età, background, ecc.) e la parità di genere, all’interno di medie e piccole aziende, possano generare e mettere in moto processi di sviluppo di valore condiviso e ambienti di lavoro più stimolanti e produttivi. Non si tratta, quindi, soltanto di una scelta etica di equità e giustizia sociale ma di un fattore chiave per il proprio business.
Studi di settore come il “Global Gender Gap Report 2025” (dove, per esempio, l’Italia si attesta all’85° posto su 148 Paesi dal suo lancio nel 2006) evidenziano come la strada sia ancora lunga tuttavia, grazie alla recente “Certificazione della Parità di Genere” (strumento nato all’interno delle “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione” del Pnrr) qualche passo in avanti è stato fatto. La Certificazione non è solo un riconoscimento, ma un vero e proprio percorso di miglioramento all’interno degli ambienti di lavoro, che hanno scelto di essere “virtuosi”, dove vengono costantemente monitorati e valutati i progressi all’interno degli stessi in termini di equità e parità.
Nello specifico per quanto riguarda la Tuscia si possono fare le seguenti osservazioni: da un lato si evidenzia un elevato divario salariale di genere – il peggiore del Lazio – mentre si osserva un buon tasso di occupazione femminile in alcune realtà lavorative come, per esempio, in Poste Italiane dove la percentuale è superiore al 60%. Le donne, comunque, permangono in posizione predominante per quanto riguarda i contratti part-time e ciò indica la possibile limitazione nella loro piena partecipazione al mercato del lavoro e una altrettanta limitazione nei processi decisionali e di management.
Oggi, grazie alla figura della Consigliera di Parità della Provincia di Viterbo si stanno attuando varie procedure come la certificazione di genere per le aziende e attività di promozione delle pari opportunità.
Come esempio di aziende che hanno scelto l’inclusione, nella Tuscia, possiamo ricordare le cooperative sociali che fanno parte del circuito “Tuscia Viterbese Socialgreen” come la Fattoria Pulicaro e la Fattoria Alice entrambe legate ad attività solidali.
Brunella Bassetti


