Si riceve e si pubblica
La “soluzione finale”, non quella di hitleriana memoria bensì quella cui assistiamo quotidianamente “in real time”, è ormai pazzescamente, assurdamente realtà.
Tank dell’Idf avanzano inesorabili e senza alcun ostacolo in ciò che rimane della città simbolo e icona della Striscia. Armi e tecnologie sofisticate, con precisione matematica e chirurgica, sferrano attacchi e raid incessanti.
Uno sterminio o, se preferite, un genocidio sotto gli occhi del mondo. L’eliminazione di un intero popolo, un attacco – oltre ogni limite – al concetto stesso di umanità.
Il mondo è nelle mani di criminali affetti da deliri di onnipotenza e di regimi fuori da ogni vincolo democratico. D’altra parte, però, silenzi, indugi, connivenze più o meno celate, un qualunquista attendismo e “condanne” a parole ma non con azioni concrete da parte di governi, istituzioni, organismi internazionali trasformano – di fatto – tutti questi soggetti “osservatori” in colpevoli quantomeno di vigliaccheria, ignavia, becero opportunismo economico che li spoglierà, negli anni a venire, di ogni credibilità e funzione.
È in corso un riassetto geopolitico, finanziario, economico, militare globale al quale in nome di una “finta real politik” si possono giustificare e “sacrificare” migliaia e migliaia di vite umane.
Per Gaza e il popolo palestinese non ci sarà un lieto fine come per Parigi. Nella fase conclusiva della II guerra mondiale la città della Senna, dei boulevard, della Torre Eiffel, del Louvre doveva essere bruciata e rasa al suolo come si legge nel docu-romanzo “Parigi brucia?” di Dominique Lapierre e Larry Collins. L’ordine non fu mai eseguito e la città e l’intera popolazione furono salve.
Non sempre la storia si ripete, a volte supera se stessa.
Brunella Bassetti – redattrice de L’Agone


