Nella meravigliosa sala Drappelle della caserma Cosenz di Bracciano, è stato presentato nella mattina di sabato 22 novembre, il calendario 2026 proposto dall’Associazione Amici della Scuola d’Artiglieria: tema di quest’anno “Le donne e l’armi”. A fare gli onori di casa è stato il generale Nicola Tauro che con il cerimoniale del militare e il garbo del gentiluomo, ha concesso a L’agone, presente alla presentazione con il suo presidente Giovanni Furgiuele e il direttore, una succinta ma esaustiva dichiarazione.
Il tema del calendario ripercorre il lungo itinerario delle donne dall’antichità al giorno d’oggi. Gli interventi che si sono succeduti sono stati di alto profilo culturale, introdotti dal generale Giorgio Zucchetti, che ha ricordato come la Storia sia fatta di cose minime, facendo riferimento a episodi quasi sempre sconosciuti ai più, in cui il coraggio delle donne ha contribuito a salvare le loro case, i loro figli e la loro patria.
Lo ha seguito l’intervento della prof.ssa Laura Bellanova, che ha ripercorso la figura della donna nel mito e nell’arte. Ha parlato delle amazzoni, riconoscendole come l’archetipo della contraddizione che diventa equilibrio, insegnandoci che si può governare in un altro modo. Ha portato l’esempio di Medea e Clitennestra, che testimoniano come la donna possa diventare potenza distruttrice quando viene colpita nella sua profondità generatrice. Ha ricordato, poi, il coraggio di Pantasilea, che combattendo con Achille, consapevole che sarebbe stata sopraffatta, ci ricorda come la forza della bellezza è in grado di sconfiggere la guerra e persino la morte. Nella relazione del generale Coltrinari si sono ricordate le condottiere, donne in armi che hanno lottato per il loro paese, cui ha fatto eco nell’intervento successivo la prof.ssa Annamaria Casavola, parlando delle partigiane. Ha citato Tina Anselmi, la prof.ssa Casavola: “noi odiavamo la morte ma eravamo pronte a prendere le armi per difendere la vita”. L’ultimo intervento ha coniugato la storia con l’attualità, interpretando un ponte tra passato e presente. Il capitano medico dell’Aeronautica Militare Rossella Viscito ha commosso l’uditorio raccontandosi, accennando a due giuramenti e due divise, che ha deciso di fare e di indossare non privandosi del ruolo di madre e di moglie. Ha specificato come l’uniforme sia sinonimo di determinazione, lealtà, senso del dovere e dietro a ognuno di questi valori ci siano mondi complessi fatti di sfide quotidiane; la motivazione è l’unica arma per combattere queste sfide. Da medico ha ricordato che non esiste medicina migliore della gentilezza e che chi ama davvero non trattiene ma consente di volare. Rivolgendosi a tutte le donne ha concluso: “Non abbassate mai il carrello di atterraggio finchè la meta non sarà raggiunta; per molti il cielo è un limite, per pochi che vogliono volare è casa”.
Ludovica Di Pietrantonio


