Si è svolto a Trevignano Romano, tra il 6 ed il 9 novembre presso il Cinema Palma, e con la collaborazione dell’Accademia di Cinema Griffith, il Trevignano DOCStories Festival, che con l’edizione di quest’anno è arrivato a spegnere la terza candelina. Tema centrale sono state le donne, e nello specifico tutte le indomite, da cui tra l’altro trae il nome la manifestazione, che con grande coraggio hanno ricercato una strada attraverso la quale potessero raggiungere una libertà a lungo anelata, ma celata talvolta dietro una cortina di violenza e non solo.
Tante sono state le storie raccontate e proiettate sul grande schermo durante la quattro giorni. Tra queste, “Put Your Soul on Your Hand and Walk”, documentario della regista iraniana Sepideh Farsi, girato tra le macerie di una Gaza rasa al suolo grazie all’aiuto della fotoreporter Fatima Hassouna. E i protagonisti sono proprio i civili palestinesi, che a causa degli incessanti bombardamenti israeliani temono ogni giorno per la propria vita e quella dei loro cari.
Tra le protagoniste assolute del festival, una menzione d’onore è doverosa per Kim Longinotto: classe 1952, originaria di Londra ma con radici nel Bel Paese (il padre era italiano), è tra le documentariste più affermate nel panorama internazionale, grazie alla sua capacità di raccontare storie che abbiano le donne sempre al centro della macchina da presa. Tra i suoi tanti lungometraggi, “Divorce Iranian Style” (1998), incentrato sulla storia vera di coppie iraniane che combattono con i mezzi forniti dalla legge del loro Paese ancora basata sulla religione, per riuscire ad ottenere il divorzio, le farà ottenere il Flaherty Documentary Award ai BAFTA.
Al Cinema Palma la regista inglese, oltre ad aver incontrato in sala i presenti durante la proiezione del suo “Rough Aunties” (documentario ambientato in Sudafrica, dove un’associazione di donne si prende cura di bambini lasciati a loro stessi), ha tenuto nella giornata di sabato 8 novembre la sua personale Masterclass aperta al pubblico. Appuntamento quest’ultimo che, come dichiarato dal cinema di Trevignano, è stato pensato “come esperienza di confronto e crescita condivisa”.
Davide Catena


