5 Dicembre, 2025
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Giovanni Impastato al liceo Vian: sconfiggere la mafia attraverso la cultura e la memoria

A ottobre, l’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale di Bracciano Ignazio Vian ha ospitato un incontro dedicato alla memoria di Peppino Impastato, figura simbolo della lotta antimafia. Ospite d’onore è stato suo fratello, Giovanni Impastato, tra le voci più attive in Italia nella difesa della legalità e della memoria. Alla conferenza erano presenti la dirigente del liceo Lucia Lolli, il sindaco di Bracciano Marco Crocicchi ed il comandante dei Carabinieri, una delegazione di Libera Ladispoli, l’ex prefetto di Roma Filippo Curcuruto e studenti di diversi istituti del territorio. Un incontro che ha ribadito l’importanza della collaborazione tra Stato e cittadini nella lotta contro la mafia.

La storia di Peppino Impastato è stata raccontata con chiarezza e lucidità dallo sguardo di suo fratello Giovanni, che ha descritto la loro infanzia e il modo in cui la mafia ha segnato le loro vite. Figura decisiva nella vita di Peppino e Giovanni fu Cesare Manzella, boss di Cosa Nostra e parente della famiglia Impastato. Cresciuti in un ambiente dominato dal silenzio e dalla paura, i due fratelli compresero presto la brutalità della mafia. Il 26 aprile 1963 Manzella fu ucciso, vittima di una vendetta tra cosche. Per Peppino quel momento segnò una rottura definitiva con la mafia aprendo la strada all’impegno civile, che portò avanti fino al termine della sua vita.

Nel dialogo con gli studenti, Giovanni Impastato ha restituito l’immagine di un uomo coraggioso e libero, capace di ribellarsi e denunciare la cultura mafiosa nella quale era nato. Una montagna di corruzione e vergogna, una mafia sempre più subdola, capace di infiltrarsi nelle istituzioni e nell’economia, corrompendo invece di sparare. Ma, come ha ricordato Giovanni, la mafia non è invincibile. Non si combatte con la violenza, ma con la cultura, la memoria e l’impegno civile.

La storia di Peppino Impastato dimostra che la mafia non è un destino inevitabile. La lotta contro ogni forma di criminalità organizzata richiede un impegno comune tra cittadini, scuola e istituzioni. È solo attraverso la cultura e il coraggio di scegliere da che parte stare che si può costruire una società libera e giusta, fondata sul rispetto della legalità e della dignità umana. La memoria non è un semplice esercizio del passato: è uno strumento di libertà per il presente e una responsabilità verso il futuro.

Simona Siciliano

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