Domenica 21 settembre scorso, nella meravigliosa vallata dei Monti della Tolfa, l’edizione autunnale dei Picnic musicali è stata colta con straordinaria adesione come un’occasione ghiotta per coniugare buona musica, buon cibo e un paesaggio incantevole ricco di storia e meraviglie naturali.
In una parola: benessere, di questo hanno goduto le centinaia di persone presenti, famiglie con bambini, appassionati dell’escursione, di mountain bike, di natura. Benessere per il corpo, per la mente e per l’anima. Perché questo ha potuto portarsi via chi domenica è stato presente: volti soddisfatti, pance appagate ma soprattutto occhi sereni. Ho cercato di guardarli uno a uno i presenti, sebbene fossero davvero tanti; li ho guardati quando sono arrivati al mattino presto, desiderosi di camminare, pedalare, scoprire, immergersi nel verde e nel passato, saturi di un presente difficile e troppo spesso inaccettabile.
Li ho guardati mentre mangiavano, stanchi ma soddisfatti, deliziati da cibo e vino locali, a rifocillarsi sotto alberi secolari che riparavano da un sole ancora più estivo che autunnale.
Li ho guardati mentre satolli, si sono sdraiati sui teli messi a disposizione dall’organizzazione nell’immenso prato della Macchiosi trascinati dai ritmi di cumbia, afro funk e groove tropicali.
Estasiata a mia volta, mi sono chiesta se non fosse anche quella un’invocazione di pace, se proponendo una giornata così ai (pre)potenti che si arrogano il potere, questi non riuscissero a rivedere i loro propositi scellerati, recuperando quella dimensione di umanità più degna per un essere umano.
Quando ho chiesto ad Alessio Ligi, uno dei due organizzatori della manifestazione, un bilancio della stagione musicale Tolfa Jazz, ormai giunta alla XVI edizione, mi ha restituito la risposta con la luce degli occhi prima ancora che con le parole.
“Quando si fa tanta fatica per organizzare, si investono soldi e fatica, ci si mette la faccia e il cuore, cosi si teme che qualcosa possa non andare bene. Temevamo che il meteo avverso, e la concomitanza con il derby Roma Lazio potessero trattenere le persone altrove, invece abbiamo avuto una partecipazione maggiore dei picnic primaverili in una giornata che più che autunnale ha ancora il sapore dell’estate. È il desiderio di stare bene, credo, che porta così tanta gente fin quassù”, ha concluso Alessio con il suo sorriso timido.
Credo che sia un desiderio di pace, un altro modo per gridarne l’imperativa affermazione, l’occasione in cui l’immersione diretta nella musica e nel paesaggio possano generare un poderoso valore trasformativo nell’uomo.
Ludovica Di Pietrantonio


