Da tempo scrivo che l’ Italia è in sofferenza. Sono preso, a volte, dalla sfiducia, ma la ragione mi spinge a riflettere e a desistere. L’ Italia arranca per: evasione fiscale, debito elevato, imprese in default, giovani che espatriano.
Siamo a un punto di rottura e la risposta non può essere il “non voto”, non è la risposta giusta di una società al “bailamme” politico, con due guerre vicine e il fautore dell’assalto al Capitol Hill, Donald Trump, tornato presidente, che minaccia i migranti, chiude le frontiere, impone il riarmo e nuovi dazi.
Le guerre
“I conflitti sono sempre un fallimento”, lo diceva Papa Francesco e lo ripete Papa Leone XIV.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art.11/Cost.).
Il “Progetto per la pace perpetua” di Kant, ripreso da Norberto Bobbio, ci dice che la pace non è mera utopia e non è la tregua, ma l’obiettivo raggiungibile con “ragione e diritto internazionale”.
I dazi
La misura dei dazi imposti da Trump spinge l’UE e l’Italia a scenari nuovi e nuovi mercati.
Per Confindustria, il 10% su macchinari, mezzi di trasporto, beni di lusso, vino e agroalimentari, comporta una perdita di circa 20 mld/euro e 118.000 posti di lavoro.
Figuriamoci col dazio al 30% cosa può accadere.
Il riarmo
Entro il 2025 il riarmo al 5% del Pil, è la misura siglata al vertice dell’Aja dai 32 paesi NATO il 25 giugno 2025, con l’obiettivo 2035.
L’Italia rischia meno sanità, istruzione, welfare e più debito pubblico.
Commissione Europea e Istat prevedono nel 2025, la nostra crescita del Pil allo 0,6-0,7 e la povertà nel 2024, per l’Istat, è stata del 23,1%.
Il nuovo target, del 5%, sarà: 3,5% per truppe, equipaggiamenti, munizioni e l’1,5% per investimenti in sicurezza, infrastrutture Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Ponte sullo Stretto.
L’Italia chiederà di spostare i vincoli europei al 2029 e rinviare gli impegni più gravosi alla fine del decennio 2025-2035.
Le ricadute economiche
L’Italia, nel 2024 per la difesa ha speso il 2% del Pil, circa 45 mld/euro, oggi è chiamata a spendere oltre 100 mld/euro annuo.
Meloni ha firmato l’accordo, dicendo che gli impegni presi sono “sostenibili e necessari” e che “nessun euro verrà tolto a politiche per gli italiani”.
Tuttavia, non ha specificato dove attingere i fondi; ha solo detto che chiederà all’UE la deroga al patto di stabilità.
Meloni “pontiere”
Si parla a sproposito del suo ruolo come “pontiere” tra Italia, Europa e Trump.
Credo che pur nelle affinità politiche, da sovranista, esistano profonde differenze con Trump.
L’Europa è fondata su valori di integrazione, multilateralismo e libera circolazione, in contrasto con le posizioni “America First”.
Meloni si accredita vicinanza a Elon Musk e Donald Trump, e millanta mediazioni e trattamenti di riguardo. Il suo ruolo di “pontiere” dipenderà dalla volontà di Trump.
Nota stonata
Credo necessario “disturbare” evasori fiscali, Banche, Multinazionali, Assicurazioni e quanti fanno profitti da “capogiro”.
Basta, “alla prepotenza della Finanza”.
Basta condoni che offendono gli italiani perbene e favoriscono i bricconi.
Basta, a ciò che penalizza la moralità, l’onestà, il sereno vivere civile, se si vuole un mondo più giusto.
Franco Marzo


