5 Dicembre, 2025
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4 Meraviglie di un altro mondo (il mio viaggio in Cina)

Il viaggio in Cina è stato un susseguirsi di meraviglie, un itinerario che ha intrecciato la sua storia più che bimillenaria con innovazioni tecnologiche all’avanguardia. Ogni tappa è stato un salto tra epoche diverse, dove il passato imperiale convive con il futuro e conservava luoghi colmi di storia, riconosciuti come patrimoni mondiali dell’UNESCO, città situate a distanze enormi, ma con un eccellente sistema di trasporti, che comprende aerei e treni ad alta velocità per superare le distanze enormi.

Pechino: la “Capitale del Nord”

Questa megalopoli ci ha accolti con la maestosità della Città Proibita, costruita nel XV secolo e residenza degli imperatori fino al 1912. Un tempo accessibile solo all’imperatore e ai suoi funzionari, oggi accoglie il mondo intero sotto tetti dorati e draghi scolpiti. Il complesso conta oltre 9.000 stanze e si estende per 72 ettari, seguendo rigorosamente i principi del feng shui e dell’asse nord-sud. I pavimenti delle sale principali sono rivestiti con “mattoni dorati” prodotti a Suzhou, cotti per mesi e capaci di emettere un suono metallico se percossi.

Il Palazzo d’Estate, con la sua galleria dipinta lunga 728 metri, è un poema visivo: oltre 14.000 dipinti narrano miti, paesaggi e scene di vita quotidiana. Ogni trave è una storia, ogni passo un viaggio. La galleria fu costruita per permettere alla madre dell’imperatore Qianlong di passeggiare anche sotto la pioggia. I quattro padiglioni ottagonali lungo la galleria rappresentano le stagioni e sono decorati con scene tratte dalla mitologia cinese.

il Quartiere olimpico (con il magnifico stadio a “nido d’uccello” degli architetti svizzeri Herzog e de Meuron e dell’artista cinese Ai Weiwei).

Il distretto di arte moderna (ex agglomerato di fabbriche di armi dove ora si celebrano arte e pace).

La Grande Muraglia si snoda per oltre 21.000 km. I suoi mattoni sono legati con una malta a base di riso glutinoso, un dettaglio che unisce ingegno e tradizione ed ha garantito una resistenza straordinaria nel tempo.

Xi’an: dove la terra parla

Con un treno ad alta velocità abbiamo raggiunto Xi’an, prima capitale imperiale, con le mura che cingono la città sono totalmente percorribili (a piedi, in bici e anche in auto se potesse salirvi sopra).

Al suo interno il quartiere musulmano vibra di profumi e colori.

Il nuovo quartiere in stile Tang si estende lungo i due chilometri della larghissima strada principale, stracolma di negozi alla moda e illuminata con mille colori.

Ma è l’Esercito di Terracotta a lasciare senza fiato: oltre 8.000 statue (solo una parte dell’esercito ancora sepolto) a grandezza naturale, ognuna diversa dalle altre, dettagliatissime nei particolari, schierate a protezione della tomba dell’imperatore Qin Shi Huang. lo stesso che, nel 221 a.C., unificò la Cina (da cui probabilmente deriva il nome) e che ordinò la costruzione della Grande Muraglia. Le statue erano originariamente dipinte con colori vivaci, ma la vernice si è deteriorata al contatto con l’aria. Alcune armi ritrovate sono ancora affilate grazie a una lega metallica di produzione avanzatissima. Questi soldati, ancora non tutti portati alla luce, furono mandati in frantumi dalla rivolta che portò al potere la dinastia Han e sono stati ritrovati casualmente durante lo scavo di un pozzo nel 1974. Solo un arciere ci è giunto integro, fra quelli riemersi sinora

Guilin: il paesaggio che incanta

Nel sud-ovest, Guilin appare dall’aereo come un sogno.

Il paesaggio incantato delle montagne carsiche, attraversate dal fiume Li (che non a caso è rappresentato sulle banconote da 20 yuan) è definito giustamente “il più bel paesaggio sotto il cielo”.

Interessante è la Grotta del flauto rosso, riscoperta nel 1940 da cittadini in fuga dall’invasione giapponese e dalla strage perpetrata sui civili. All’interno si trovano oltre 70 iscrizioni risalenti alla dinastia Tang (792 d.C.), testimonianze di antichi viaggiatori, e sono visibili stalattiti e stalagmiti, tutte immancabilmente illuminate da luci coloratissime. La grotta prende il nome dalle canne che crescono all’esterno, usate per costruire flauti tradizionali.

La roccia dell’elefante che si abbevera nel fiume è un simbolo romantico della città.

Ma fanno a gara di romanticismo le pagode del Sole e della Luna, ricostruite nel 2001, che brillano come sentinelle silenziose sulle placide onde,

Shanghai: il futuro in verticale

La metropoli ci ha accolti con il suo skyline futuristico e il quartiere storico, dove il contrasto tra grattacieli e tradizione è tangibile. I palazzi del quartiere della concessione inglese e i grattacieli di Pudong, fra cui la Shanghai Tower, il più alto al mondo se non si considerano le antenne del Burj Khalifa di Dubai e del Merdeka 118 di Kuala Lampur, si fronteggiano separati dal fiume e dal Bund da cui si gode una vista spettacolare. La Shanghai Tower, progettata da Gensler, fu completata nel 2015: ha  128 piani con una struttura a spirale per ridurre la resistenza al vento ed è dotata di ascensori più veloci al mondo, che raggiungono i 20,5 m/s.

Simbolo di avanguardia è il MagLev, treno a levitazione magnetica, collega l’aeroporto al centro città in 8 minuti, raggiungendo i 431 km/h, anche se, nel mio caso, si è fermato a 300 km/h per maltempo. È il treno commerciale più veloce al mondo e levita grazie a campi magnetici.

Hangzhou: il lago delle leggende

La piccola Hangzhou, solo 11 milioni di abitanti, è poesia pura. Qui è nato il colosso cinese Alibaba, qui vi sono piantagioni di tè pregiato, qui è il romanticissimo “Lago dell’ovest” (oggetto della banconota da 1 yuan e che ha un’isoletta artificiale che, al suo interno, ha un altro laghetto), qui è stato Marco Polo su incarico dell’imperatore.

Volenti o nolenti, la spiritualità si incontra al Picco Venuto in Volo: una collina cosparsa di nicchie e grotte scavate nelle pareti contenenti 338 statue scolpite nella roccia tra il X e il XIV secolo, tra le più rilevanti il Buddha sorridente del XIV secolo che, comparsa all’improvviso dalla nebbia, si credette venuta dal cielo.

Il Lago dell’Ovest ospita la pagoda Leifeng (costruita nel 975, crollata nel 1929 per la spoliazione dei mattoni ritenuti magici e ricostruita nel 2002), legata alla leggenda del Serpente Bianco, una storia d’amore e magia che invita a riflettere sul confine tra giustizia e compassione. Questa storia famosissima in tutta la Cina, inizialmente tramandata oralmente, trascritta nel 618 d.C., nel tempo si è trasformata rendendo la lotta tra bene e male sempre più ambigua e ponendo domande sui limiti della natura umana e sul limite fra giustizia e legge. La storia dell’eterno amore fra la bellissima Bai Suzhen, spirito serpente, e Xu Xian, ha ispirato numerose opere teatrali e alcuni film. Per la leggenda, ed una bellissima canzone, Bai Suzhen è attualmente imprigionata sotto la pagoda, dove attende il suo amato ogni mille anni.

Almeno un paio di canzoni tratte da film ispirati a questa drammatica storia occorre riportarle:

“Aspettare mille anni per un incontro”, interpretata da Gao Shengmei (Sammi Kao), ascoltabile al link https://www.youtube.com/watch?v=IU8Tn80zlLk, è il titolo della canzone, tema della serie TV cinese “La leggenda della donna serpente bianco”, è una frase poetica che evoca l’idea di un evento rarissimo e prezioso, come un amore che si incontra solo una volta in mille anni. È una allusione alla protagonista, una creatura mitica, che attende mille anni per rincontrare l’uomo che ama. La canzone celebra un amore eterno e profondo, capace di superare il tempo e le difficoltà. È un modo molto romantico per dire che qualcosa è unico e irripetibile. Eccone i versi tradotti:

“Mille anni per un incontro,

mille anni per un incontro, io non me ne pento.

Chi è che mi sussurra all’orecchio “Ti amerò per sempre”?

Solo per questa frase, anche se il cuore si spezza,

non ho rimpianti.

La pioggia spezza il cuore, il vento porta lacrime,

il sogno è avvolto,

l’amore è lontano.

L’acqua del Lago dell’Ovest sono le mie lacrime,

ed io preferisco trasformarmi con te in una fiamma.”

Un’altra canzone si può ascoltare al link: https://www.bilibili.com/video/BV1iZ421N76Z/ si intitola “Perché chiedere” di Haowei Guo. È una composizione struggente e poetica, creata come tema musicale per il film d’animazione cinese “White Snake: Origin”, il senso del testo è il seguente: “Non serve chiedere, se l’anima è già piena. Come le acque che scorrono senza ritorno, l’amore è un filo sottile tra sogno e destino e anche nel silenzio, il cuore ti chiama. Se il mondo cambia e il tempo ci separa, le mie memorie resteranno sospese come lanterne al vento. Preferisco bruciare in un istante accanto a te che vagare per mille vite senza il tuo sguardo. Le montagne si dissolvono, i fiumi si piegano, ma il tuo nome resta inciso nell’eco del mio cuore. Non chiedere più, lasciamo che sia il destino a cantare l’ultima nota di questo amore infinito.”

Suzhou e Tongli: l’arte del dettaglio

Suzhou, gemellata con Venezia, posta al termine del Canale imperiale realizzato nel VI secolo, il canale artificiale più lungo del mondo (quasi 1800 km) e risalente al XIII secolo unendo canali preesistenti, che la collega a Pechino.

A Suzhou, i Giardini Classici sono capolavori di miniaturizzazione della natura. Patrimonio UNESCO dal 1997, progettati tra l’XI e il XIX secolo, riflettono la filosofia taoista e confuciana di equilibrio tra uomo e natura, ogni angolo è pensato per offrire una visione mutevole, come in un dipinto, come quadri viventi. Visitare questi giardini è come entrare in un mondo sospeso: ogni passo rivela una nuova prospettiva, una nuova emozione. È la natura disegnata dall’uomo, ma con rispetto e grazia.

A Tongli, la “Venezia d’Oriente”, si naviga tra canali navigabili da barchette turistiche che si muovono dolcemente fra fronde e colori e sotto ponti di pietra. Il villaggio conserva un’atmosfera autentica, costruito su 7 isolotti collegati da 49 ponti, alcuni considerati sacri e attraversati durante cerimonie per portare fortuna, pace e felicità.

Riccardo Agresti

 

La puntata precedente: 3 Connessioni lente e sorveglianza rapida

Il prossimo appuntamento: 5 La bellezza che passeggia

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