E’ arrivato su carta il via libera al Ponte sullo Stretto di Messina, anche se i tempi non sono quelli sperati dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. Infatti, se da una parte la commissione di Valutazione impatto ambientale del ministero di Gilberto Pichetto Fratin ha espresso un parere favorevole al progetto “definitivo” della struttura, imponendo nelle 685 pagine della relazione impone 62 integrazioni e studi tra cui anche quello sismico.
I progettisti da parte loro assicurano comunque un ponte che resterà in piedi per almeno 200 anni e che potrà resistere fino a sismi di magnitudo fino a 7,1. Ma proprio su questo aspetto la commissione Via da ragione all’allarme lanciato dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni sui mancati esami in tema di faglie attive e rischio sismico: «Il proponente deve presentare — si legge nel parere della commissione Via — uno studio in cui siano maggiormente approfondite le indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche e la caratterizzazione delle faglie ritenibili ancora attive».
La commissione Via chiede inoltre di rivedere gli studi sul traffico stimato, anche per i costi del Ponte a carico dello Stato e giustificabili solo da esigenze di trasporto. «Si richiede al proponente di elencare e descrivere i flussi di traffico attesi in linea con quelli tipici di settore». Prescrizioni anche sul rischio di dissesto idrogeologico, con «studi che dovranno consentire un monitoraggio dell’evoluzione della costa».
Insufficienti per il ministero dell’Ambiente anche gli studi «sull’approvvigionamento idrico del cantiere», che rischia di fare restare a secco la città di Messina, e sul mantenimento della flora e della fauna marina. «Occorre aggiornare il monitoraggio della componente faunistica che copra un anno intero», si legge nel documento del ministero.
Ma l’attenzione è principalmente su un “giallo” che riguarda l’altezza del ponte. Lo Stretto di Messina, insieme al committente Eurolink capeggiato da Webuild, apre all’innalzamento dell’impalcato per garantire il passaggio delle navi più alte però nella documentazione approvata dalla commissione del ministero si fa riferimento all’altezza del precedente progetto, 65 metri, che non consentirebbe il via vai di alcune navi da crociera. Un punto chiave quest’ultimo in quanto qualsiasi modifica al progetto approvato dal ministero richiederebbe un nuovo passaggio in commissione Via, con tempi che si allungherebbero di almeno un anno per riavere il parere.
Salvini vorrebbe dare il via ai cantieri nel 2025, ma stando alle prescrizioni fatte sembra per ora una impresa poco probabile.
Claudia Reale
Redattrice L’agone


