9 Maggio, 2024
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Bracciano, la Chiesa Collegiata di Santo Stefano Protomartire al centro del villaggio

La Chiesa Collegiata di Santo Stefano Protomartire a Bracciano ha una storia antica, tanto che si avvicina a festeggiare 500 anni dalla sua costruzione. In questo lungo lasso di tempo l’edificio è cambiato, ed è stato rimodellato seguendo quelle che erano i gusti e gli stili del momento.

Per studiare questi cambiamenti e riportare al suo antico splendore questo edificio, da un accordo tra Università degli Studi della Tuscia e l’Associazione Forum Clodii è nato un cantiere didattico dove, nel corso dell’estate, gli studenti della Tuscia hanno potuto dedicarsi in particolar modo all’antica Cappella dei Boattieri che custodiva le tavole del SS. Salvatore. L’iniziativa, vista la sua importanza, ha coinvolto anche l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Civita Castellana e la Soprintendenza per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Proprio ieri all’interno della chiesa sono state presentate le prime scoperte e osservazioni fatte nel cantiere didattico ad un pubblico numeroso di addetti ai lavori ma anche di curiosi e appassionati d’arte, inclusi alcuni membri della nostra redazione.

Ad aprire i lavori è stato Massimo Mondini, presidente dell’Associazione Forum Clodii che da oltre 30 anni si occupa di tenere vivo il Duomo di Bracciano, che ha spiegato nel dettaglio la nascita del progetto. E’ seguito l’intervento di Claudio Canonici, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Civita Castellana, che ha sottolineato l’importanza del Duomo di Bracciano, oggi purtroppo poco utilizzato, ed evidenziato l’importante funzione dell’arte nelle chiese.

Sulla necessità di valorizzare la Chiesa Collegiata aprendola sia alla cittadinanza che ai turisti è intervenuto anche il parroco don Francisco De Macedo mentre Luisa Caporossi, in rappresentanza della Soprintendenza per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, ha anche lei ribadito l’importanza della collaborazione intrapresa.

Presenti anche il sindaco di Bracciano Marco Crocicchi e Emanuela Viarengo, assessore per le Politiche Culturali, Pubblica Istruzione, Area Museale e Centro Storico.

Entrando più nel vivo nel tema dell’evento, ovvero il restauro, Maria Ida Catalano dell’Università della Tuscia ha fornito qualche dettaglio sul corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali, che nei suoi quasi dieci anni di attività ha coinvolto il patrimonio artistico e culturale di moltissime città del nostro territorio, e non solo, grazie ad un team di restauratori eccellente con molti anni di esperienza e una formazione eterogenea, un aspetto da cui anche gli studenti traggono un notevole beneficio.

Bracciano mancava ancora all’appello, ma grazie alla collaborazione con l’Associazione Forum Clodii è stato possibile avviare anche qui un cantiere didattico.

A coordinare il lavoro sul campo è stato Simone Colalucci che si occupa del tutoraggio degli studenti in diversi cantieri, incluso quello che nei mesi di luglio e agosto 2023 si è focalizzato sulle decorazioni a stucco della Cappella dei Boattieri (o bifolchi), nome con cui venivano chiamati i guardiani o possessori di buoi, figure importanti per l’epoca che oltre a lavorare i terreni potevano trasportare materiali anche su grandi distanze. Per questa loro importanza i boattieri erano organizzati in confraternite e comunità con cappelle dedicate nella chiesa del loro paese di cui si prendevano cura.

Nel suo approfondimento tecnico dedicato alle decorazioni in stucco Colalucci ha spiegato le varie tecniche di esecuzione possibili, i materiali utilizzati e le caratteristiche di questo versatile materiale.

A raccontare i risultati dei lavori fatti nel cantiere sono state invece le due studentesse che se ne sono occupate: Nicole D’Orazio e Elena Mosconi. Grazie alle analisi dei materiali è stato possibile scoprire i vari rimaneggiamenti della cappella, di cui sono state mostrate delle possibili ricostruzioni.

A concludere l’evento, un’apertura sulla contemporaneità con due artisti legati al territorio: Claudio Marani e Monica Limongelli che hanno presentato la loro opera d’arte Spiritus Lucis, un suggestivo connubio di luce e suono che nella penombra della chiesa ha incantato gli spettatori.

Con questa performance altri due artisti sono andati ad aggiungersi a quelli che hanno lasciato il loro segno nei secoli in questo edificio, di cui possiamo continuare ad apprezzare le opere grazie al prezioso lavoro dei restauratori.

Sara Fantini
Redattrice L’agone

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