26 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Conte e Speranza, richiesta di archiviazione

Reminiscenze dell’alba del covid, quando Bergamo divenne centro di gravità iniziale e permanente del virus. Ricordate? Giuseppe Conte, all’epoca presidente del Consiglio e Roberto Speranza, a suo tempo ministro della sanità, finirono sotto indagine per la gestione della prima ondata del batterio. Per la cronaca, i due finirono sotto la lente d’ingrandimento per la mancata istituzione di una zona rossa utile per isolare due comuni, Nembro e Alzano Lombardo, e per la mancata applicazione del piano pandemico. Un piano obsoleto, datato 2006, ma secondo i magistrati avrebbe potuto salvare molte vite. Ecco, a distanza di mesi  la Procura ha depositato la richiesta di archiviazione motivata. Una richiesta datata una settimana fa.

Ascoltati dai giudici bresciani il 10 maggio, Conte e Speranza hanno ricostruito, spiegato e chiarito i motivi delle loro decisioni per cui ora sono stati indagati, con altri 17, tutti trasferiti per competenza funzionale al Tribunale dei Ministri. Epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, questa la spada di Damocle che pendeva sulle loro teste. Ma si sono difesi affermando di non aver applicato il piano pandemico del 2006 perché la comunità scientifica, tutta, nessuno escluso, lo riteneva inefficace per combattere il covid. Anzi, la difesa dei due ha portato a conoscenza del fatto che furono presi tutti i provvedimenti possibili e immaginabili, a cominciare dal blocco dei voli dalla Cina e l’Italia fu la prima ad adottare misure insieme a Stati Uniti e Israele, subito dopo l’emergenza sanitaria. Beninteso, non siamo all’assoluzione, siamo alla richiesta di archiviazione. Fra qualche settimana, sapremo.

Ultimi articoli