19 Aprile, 2024
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Il Pd verso la svolta

Nell’arco di due settimane scopriremo se saranno azzeccati i sondaggi che vedono il leader del centrodestra favorito nella corsa alla poltrona di presidente della Regione Lazio, ma soprattutto capiremo quale strada avrà voluto intraprendere il Partito democratico, che propone quattro nomi per la successione di Enrico Letta e lascia ancora aperti spiragli per il cambiamento del nome. Nomi dei successori a parte, i quattro sono comunque d’accordo su un punto: la necessità di cambiare una classe dirigente eternamente presente, nonostante le sconfitte elettorali. Paola De Micheli, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Stefano Bonaccini sono uniti dall’ambizione di un rinnovamento. E ognuno ha carte vincenti in mano, almeno a sentire i discorsi e le risposte alle domande di chi li intervista. «Siamo stati al governo per un decennio senza mai vincere o perdendo le elezioni» spiega Bonaccini, che poi aggiunge: «Se divento segretario garantisco che noi al governo ci torneremo solo quando vinceremo le elezioni. Abbiamo dato l’impressione di essere aggrappati al potere». Per Cuperlo «se mettiamo a confronto le nostre piattaforme, le cose che abbiamo detto io le condivido tutte. Non penso che abbiamo rinunciato ai valori, ma il problema è che non sempre siamo stati all’altezza delle coerenze di quei valori». Per la De Micheli «una notizia smentita è una notizia confermata. È evidente che Meloni non apprezza l’autonomia su argomenti sensibili dei ministri, le visioni diverse. Questa maggioranza è stabile numericamente, politicamente vedremo». Infine la Schlein: «Credo che siano stati fatti degli errori e bisogna avere l’umiltà di ammetterli. Credo siano tre le grandi questioni che il partito deve affrontare: contrasto a ogni forma di diseguaglianza; tema del lavoro e l’emergenza climatica».
Massimiliano Morelli

 

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