29 Marzo, 2024
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La scienza è democratica. Si, no, forse…

Dalla “Corrado Melone” un interrogativo a dir poco… “shakespeariano”

Alcuni, si chiedono se la scienza sia democratica o meno, ma ha senso questa domanda? In effetti spesso si attribuisce erroneamente, al lemma “democrazia”, un senso che questo termine non ha: la parità di diritto delle opinioni.
Ora è vero che, in campo scientifico, tutti hanno pari libertà di esprimere opinioni, tuttavia solo le opinioni suffragate da dati oggettivi, ragionamenti deduttivi logico matematici, riproducibilità sono prese in considerazione. Le ipotesi basate sulla fede, sulla fiducia, su fatti non verificabili, non fanno parte della scienza e non sono confrontabili con essa.
Cosa è la democrazia
La democrazia è quella forma di governo che si basa sulla sovranità popolare (ricordiamo che “governare” significa “reggere il timone”, “guidare”), che non garantisce parità, ma solo partecipazione al governo. Nella collettività scientifica non esiste una gerarchia e non si decidono le verità a maggioranza, ma solo con l’evidenza sperimentale della teoria espressa, chiunque la abbia manifestata. La comunità scientifica non è uno Stato né ha un governo; se vogliamo, chi governa la scienza è solo la realtà che ci circonda.
Occorre, in verità, sottolineare il fatto che se una previsione formulata da un’ipotesi si sia realmente verificata, non vuol dire automaticamente che essa si verificherà sempre e che la teoria sia corretta: le teorie restano sempre “ipotetiche”, cioè vere solo fino a prova contraria. La forza della sperimentazione è potere affermare quali teorie siano “certamente false” o “vadano migliorate”. Una teoria non verificabile, ovviamente, non può essere presa in considerazione in campo scientifico.
I social, per “pontificare”
Un tempo, al bar sport, chiunque era libero di dare suggerimenti tecnici sulla nazionale di calcio; ora, sui social, molti si sentono in grado di pontificare su tutto. Il problema è che se il giudizio di “Pippo ‘o scemo” sulla formazione della squadra di calcio era presa in considerazione da chi lo conosceva per quello che valeva, ora lo stesso “Pippo ‘o scemo” digita sulla tastiera, con lo pseudonimo di “terrapiattista54”, farneticanti ipotesi medico scientifiche che rischiano di essere prese sul serio da chi non lo conosca e non abbia istruzione sufficiente per valutare quanto legge. Il problema è che quei vaneggiamenti possono provocare seri problemi alla salute di tutti. La scarsa preparazione scientifica rende le persone indifese e prone a ogni influenza improvvisata e chiassosa, quindi vittime di un potere che non coincide più con le istituzioni democratiche.
In conclusione non ha senso applicare il concetto di democrazia alla scienza, ma è invece essenziale diffonderne e migliorarne la conoscenza.
Riccardo Agresti, preside

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