1 Maggio, 2024
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Morto per Covid Donato Bilancia, il serial killer dei treni che terrorizzò l’Italia

Stava scontando 13 ergastoli per diciassette omicidi e 16 anni per un tentato omicidio nel carcere Due Palazzi di Padova

Il serial killer Donato Bilancia, morto in carcere per Covid (Ansa)

Padova, 17 dicembre 2020 – E’ morto per Covid il serial killer Donato Bilancia, 69 anni, condannato a 13 ergastoli per diciassette omicidi e a 16 anni per un tentato omicidio. Bilancia era nel carcere Due Palazzi di Padova.

I delitti attribuiti a Bilancia sono avvenuti tra il 1997 e il 1998, tra la Liguria e il Piemonte. I primi anni di detenzione Bilancia li scontò nel carcere genovese di Marassi, per poi essere trasferito a Padova negli ultimi anni. Molti dei suoi omicidi avvennero nei treni.

Per mesi Bilancia terrorizzò l’Italia intera: i suoi delitti efferati seguivano un’escalation agghiacciante. Era conosciuto anche come il “serial killer delle prostitute” e “il mostro dei treni“. Venne arrestato nel 1998: a tradirlo fu l’auto usata per alcuni suoi spostamenti.

La carriera criminale di Bilancia

Al primcipio Bilancia fu soprannominato il killer delle prostitute. Il primo delitto risale al 9 marzo 1998, quando a Varazze sparò a Stela Truya, prostituta albanese con cui s’era appartato. Nove giorni dopo, il 18 marzo, freddò con un colpo in testa la prostituta ucraina Ljudmyla Zubskova a Pietra Ligure. 
Il 24 marzo a Novi Ligure, in Piemonte, si appartò in auto con la transessuale Lorena, che intuì le sue intenzioni assassine e riuscì a fuggire. Sopraggiunsero due metronotte, ai quali Bilancia sparò ferendoli mortalmente, poi il killer si mise alla caccia di Lorena, la trovò e la ferì gravemente all’addome, ma senza ucciderla come credeva. Quindi, con un colpo di grazia alla testa, finì i due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò. Il 29 marzo a

Quando le indagini iniziano a raccogliere elementi, grazie anche alla testimonianza di Lorena, Bilancia cambia improvvisamente il modo di agire e la tipologia delle vittime dei suoi omicidi: da allora inizia ad aggredire sui treni, con assoluta casualità.
Il 12 aprile, sull’Intercity La Spezia-Venezia , scassinò la porta del bagno del vagone e sparò a Elisabetta Zoppetti, uccidendola. Il 14 aprile tornò a uccidere una prostituta, Kristina Valla.
Il 18 aprile tornò a colpire su un treno, sulla tratta Genova-Ventimiglia, assassinando Maria Angela Rubino e masturbandosi sul suo cadavere.
L’ultimo dei delitti di Bilancia ebbe luogo il 20 aprile nell’area di servizio Conioli Sud sull’autostrada Genova-Ventimiglia, nel comune di Arma di Taggia: il seria killer rapinò e uccise il benzinaio Giuseppe Mileto perché questi si era rifiutato di fargli credito per un pieno di benzina.

La Mercedes che lo tradì

A tradirlo fu un vizio quasi innocente considerando la caratura criminale del personaggio: ovvero evitare di pagare il pedaggio in autostrada. La Mercedes nera fu più volte segnalata e i carabinieri scoprirono una corrispondenza tra l’identikit dell’occupante e quello fatto da Lorena. A questo si aggiunse la prova del Dna: il serial killer, uno dei più spietati della storia criminale d’Italia, fu arrestato il 6 maggio del 1998.

 

Bilancia, il serial killer mai pentito

Dopo pochi giorni confessò tutti gli omicidi. ma non si mostrò mai pentito. In carcere iniziò un percorso che lo porto a conseguire un diploma e iniziare a studiare per laurearsi. Un comportamento che gli fece ottenre anche un permesso per uscire nel 2017 ovvero dopo 20 anni di detenzione: andò superscortato sulla tomba dei genitori a Nizza Monferrato (Asti). Un successivo permesso gli fu invece negato perchè ritenuto un soggetto ‘ancora pericoloso’: aveva chiesto al Tribunale di sorveglianza di Padova di far visita a un bambino di otto anni con sindrome di Down, al quale aveva deciso di devolvere parte della sua pensione. Ma i magistrati negarono la possibilità in considerazione del fatto che non si era mai ravveduto dei suoi crimini, ritenendo di essere stato “posseduto” da una malattia negli anni in cui li aveva commessi.

 

(Quotidiano.net)

 

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