18 Aprile, 2024
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Giani in forcing per anticipare la zona arancio: il “piano” per aggirare la gabbia del Dpcm

Il presidente della Regione Toscana chiederà al ministro l’autorizzazione a far ripartire lo shopping anticipando l’ordinanza di Speranza che riduce l’allerta pandemia: ecco come pensa di agire

FIRENZE. Sa che i tempi tecnici non ci sarebbero, e forse Eugenio Giani sa anche che Roberto Speranza non può accordargli ciò che il governatore agogna da giorni. E cioè anticipare il passaggio della Toscana dalla zona rossa all’arancio. È quasi diventato un mantra. «Anche fossero dieci minuti o un’ora per me sarebbe fondamentale. Io vorrei guadagnare un giorno, gli operatori del commercio non vedono l’ora di ripartire, sono giorni determinanti per la prossimità del Natale, quelli in cui fanno gran parte dei fatturati. Dunque è indispensabile poter tornare ad essere in arancio già da sabato», dice Giani rispondendo a un’interrogazione della leghista Elisa Montemagni in Consiglio regionale. Insomma, è diventato un imperativo, sebbene da Roma arrivino segnali poco incoraggianti per non dire cupi, tanto che c’è chi fra i parlamentari dem parla di una «certa irritazione» del ministro innescata proprio dal forcing di dichiarazioni del governatore toscano, tale da aver convinto il titolare del dicastero della Salute ad una applicazione rigorosa del meccanismo con cui finora ha traghettato le regioni da un perimetro di misure restrittive all’altro. Tradotto: firma dell’ordinanza il venerdì, subito dopo il via libera della cabina di regia al monitoraggio dell’epidemia, e entrata in vigore delle nuove misure la domenica. Se così fosse la Toscana entrerebbe in arancio dal 6 dicembre. In fondo è il Dpcm del 3 novembre a dettare i tempi, quando precisa che le ordinanze di Speranza entrano in vigore il giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. «Le ordinanze il ministro le firma sempre venerdì e finora si è sempre previsto un giorno “cuscinetto” rispetto all’entrata in vigore. Quindi se firma venerdì entra in vigore domenica», chiarisce al Tirreno lo staff di Speranza in mattinata.

Ecco, Giani, all’ora di pranzo spiega in aula di avere in mente una sorta di piano per aggirare la gabbia del Dpcm. «Quando mi telefonerà Speranza per darmi il parere» della Cabina di regia «gli farò una proposta: per far ripartire i negozi almeno da sabato mattina io sono disponibile anche a firmare un’ordinanza che tecnicamente prende atto della zona arancione nel momento in cui il ministro me lo comunica. L’ultima volta mi ha telefonato il giovedì, ma se lo facesse venerdì il vantaggio è che, se firmo prima delle 16, il mio atto anticipa la pubblicazione del decreto in Gazzetta perché va direttamente sul Burt regionale». Possibile che un’ordinanza regionale superi un Dpcm? «Può reggere – confida Giani – Altri governatori hanno fatto altre forzature. Io invece lo farei anche per evitare gli assembramenti. Avendo un giorno in più si diluirà la folla. Avete visto a Milano quanta gente? Lo sentirò domani, credo capirà». Certo, se andasse male avrebbe un alibi con i negozianti.

«Non avete idea di quanti commercianti ogni giorno mi fermino per strada, protestino, vogliono ricominciare, soprattutto perché ormai i dati della Toscana sono da zona gialla da giorni».

In fondo è così dal suo insediamento. Se Enrico Rossi nella prima ondata si è accreditato per la linea rigorista, molto vicina a quella di Speranza, e per aver evitato che la Toscana diventasse un focolaio d’Italia come le regioni del nord spesso anticipando le strette del governo, Giani ha scelto il versante opposto, aperturista, attento a contemperare le ragioni della salute con quelle dell’economia. È stato lui, in fondo, a sedersi sul selciato accanto ai ristoratori scesi in piazza Duomo per protestare anche contro la Regione. Dunque, arancio da sabato 5 o da domenica 6? «Questa ordinanza posso farla solo quando mi chiamerà Speranza», dice. Insomma, tutto appeso a una telefonata. E cosa farà Speranza? Per anticipare l’unica alternativa sarebbe che firmasse giovedì e non venerdì. «Sì, ma così non sarà», ribadiscono dallo staff di Speranza dopo l’intervento di Giani.

Insomma, potrebbe essere sfumata la «mezza promessa» che il governatore due giorni fa ha detto di aver strappato al ministro sulla possibilità che potesse anticipare a giovedì 3 la firma. Anche perché se Speranza concedesse un “lodo Giani” rischierebbe un incidente diplomatico con almeno altri governatori, visto che nel fine settimana passeranno di colore anche Emilia, Friuli, Marche, Puglia, Umbria, Campania e Valle d’Aosta. Potrebbe aprire un varco per anticipare di una settimana il passaggio dall’arancio al giallo già dal 13 dicembre il nuovo Dpcm. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una revisione del regolamento che consentirebbe alle regioni di non aspettare 14 giorni per slittare di colore. Ma serve l’ok della Cabina di regia. «Domani (oggi, ndr) – dice Giani – è prevista una riunione con Boccia sul decreto. C’è uno spiraglio».

(Il Tirreno)

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