29 Marzo, 2024
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Come seguire il Concistoro. I nuovi cardinali: nomi, storie, numeri e novità

Celebrazione sabato alle 16, all’Altare della Cattedra della Basilica vaticana.

Dopo aver giurato fedeltà e obbedienza a Francesco e ai suoi successori riceveranno berretta, anello e titolo

Quello fissato per la vigilia della prima Domenica di Avvento è il settimo Concistoro per la creazione di nuovi cardinali celebrato da papa Francesco. Ma è il primo che si svolge in epoca Covid e quindi con una modalità tutta particolare per rispetto delle norme sanitarie in vigore anche in Vaticano. Non ci saranno quindi le visite di cortesia, tradizionalmente chiamate “di calore”, quelle in cui tutti potevano andare a salutare i nuovi porporati.

Né ci sarà il consueto abbraccio di pace dei nuovi cardinali con i vecchi, mentre rimane quello che il papa scambia con ogni nuovo porporato dopo avergli consegnato la Bolla di creazione. Alla cerimonia è prevista poi una partecipazione di popolo molto limitata, con in tutto un centinaio di fedeli che accompagneranno i nuovi cardinali.

Il Concistoro è fissato per le 16, all’Altare della Cattedra della Basilica vaticana. Durante la cerimonia i nuovi cardinali dopo aver giurato fedeltà e obbedienza al Papa e ai suoi successori ricevono da Francesco la berretta, l’anello e il titolo della chiesa di Roma con cui vengono incardinati nell’Urbe.
Mentre Domenica 29 novembre, alle ore 10, sempre all’Altare della Cattedra è prevista la messa con il Pontefice in cui potranno concelebrare solo i cardinali di nuova creazione.

I nomi dei tredici nuovi cardinali, di cui sei italiani, sono stati annunciati da Francesco il 25 ottobre al termine della preghiera dell’Angelus. Nove, di cui tre italiani, hanno meno di ottanta anni, e quindi con il diritto di partecipare al Conclave. Si tratta del vescovo maltese Mario Grech, 63 anni, segretario generale del Sinodo dei vescovi; degli italiani Marcello Semeraro, 73 anni, arcivescovo-vescovo emerito di Albano, dal 15 ottobre prefetto della Congregazione delle Cause di Santi, Paolo Augusto Lojudice (56 anni, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino ed ex ausiliare di Roma) e Mauro Gambetti (55 anni compiuti il 27 ottobre, conventuale, dal febbraio 2013 allo scorso 31 ottobre Custode del sacro Convento di Assisi); dello statunitense Wilton D. Gregory, 73 anni, arcivescovo di Washington (il primo cardinale di colore degli Usa); dell’arcivescovo di Kigali in Rwanda Antoine Kambanda, 62 anni; dell’arcivescovo di Capiz nelle Filippine José F. Advincula, 68 anni; dell’arcivescovo di Santiago del Cile Celestino Aos Braco (75 anni, cappuccino, spagnolo di nascita); del vicario apostolico di Brunei Cornelius Sim, 69 anni.

A questi nuovi porporati elettori papa Francesco ha aggiunto anche quattro non elettori, di cui tre italiani. Si tratta del vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas in Messico Felipe Arizmendi Esquivel, 80 anni, del nunzio Silvano M. Tomasi (80 anni, scalabriniano, dal 1° novembre delegato papale presso l’Ordine di Malta), di monsignor Enrico Feroci (80 anni, già parroco al Divino Amore ed ex direttore della Caritas diocesana) e di padre Raniero Cantalamessa, 86 anni, cappuccino, dal 1980 predicatore della Casa Pontificia.

Alla cerimonia non è prevista la presenza di tutti i neocardinali, Nei giorni scorsi la Sala Stampa vaticana ha informato che Sim del Brunei e Advincula delle Filippine non sono potuti venire a Roma a causa della contingente situazione sanitaria. Comunque saranno ugualmente creati cardinali nel Concistoro quando il Papa pronuncerà il loro nome insieme a quello dei presenti. Mentre un rappresentante pontificio, in altro momento da stabilire, consegnerà loro la berretta, l’anello e la bolla con il Titolo. La Sala Stampa ha inoltre spiegato che i membri del Collegio cardinalizio impossibilitati a raggiungere Roma possono unirsi alla celebrazione, partecipandovi da remoto dalla propria sede, tramite una piattaforma digitale che permette loro il collegamento con la Basilica Vaticana.

La cerimonia può essere seguita da tutti in tv o via internet su VaticanNewsTv2000 o sul sito di Avvenire

Con questo concistoro il numero dei porporati sale a 229, di cui – escludendo il cardinale Angelo Becciu – 128 elettori, otto in più rispetto al limite massimo stabilito da Paolo VI ma più volte superato dai suoi successori. Gli elettori torneranno ad essere in 120 al massimo in quindici mesi, nell’aprile 2022 (nel 2021 compiranno 80 anni in sei, mentre saranno in 11 nel 2022, di cui tre nei primi quattro mesi dell’anno).

Con la cerimonia i cardinali elettori creati da Papa Francesco sono 73, 39 quelli di Benedetto XVI e 16 quelli di Giovanni Paolo II.

Su 128 elettori gli europei sono 53 (il 41,4%, di cui 22 italiani cioè il 17,2%), i latinoamericani 24 (il 18,7%, computando Aaos Braco), gli africani 18 (14%), gli asiatici 16 (12,5%), i nordamericani 13 (10,2%), 4 i provenienti dall’Oceania. Dopo quella italiana (22) la componente più nutrita continua ad essere quella statunitense (9) seguita da quella spagnola (6). Brasile, Canada e Francia ne hanno 4. Germania, India, Messico, Polonia e Portogallo 3.

Nel Conclave del 2013, che vide la partecipazione di 115 cardinali, gli europei erano 60 (il 52,2%, compresi 28 italiani cioè il 24,3%), i latinoamericani 19 (16,5%), i nordamericani 14 (12,2%), gli africani 11 (9,6%), gli asiatici 10 (8,7%), con uno solo proveniente dall’Oceania. In quello del 2005, sempre con 115 partecipanti, gli europei erano 58 (50,4%, di cui 20 italiani cioè il 17,4%), i latinoamericani 20 (17,4%), i nordamericani 14 (12,2%), gli africani 11 (9,6%), gli asiatici 10 (8,7%), e 2 dall’Oceania. Con Papa Francesco quindi diminuisce sensibilmente il peso dell’Europa – ormai ampiamente sotto al 50% – e della componente italiana nonché di quella nordamericana, a vantaggio di quella latinoamericana e soprattutto di quella africana e asiatica.

Con Papa Francesco poi il peso della Curia continua a scendere. Ora i cardinali curiali, ex curiali o con uffici assimilabili sono 29 su 128, con più un terzo (11) che ha già superato i 75 anni. Infatti nei suoi sette concistori Papa Francesco ha creato complessivamente 79 cardinali elettori, di questi i curiali sono solo 15.

Mentre per quanto riguarda la distribuzione geografica gli europei sono 30 (il 38%, compresi 14 italiani cioè il 17,7%), i latinoamericani 16 (20.2%), gli asiatici 13 (16,5%), gli africani 11 (13,9%), i nordamericani 6 (7,6%), e 3 dall’Oceania. Dopo gli italiani, sono gli spagnoli ad aver ricevuto più berrette cardinalizie (cinque, senza contare tre porporati nati e ordinati nella penisola iberica ma che sono pastori in Cile, Panama e Marocco), seguono gli statunitensi con 4, i portoghesi con 3, e poi canadesi, brasiliani, cileni, filippini e messicani con 2. Dei 79 cardinali creati da Papa Francesco quando avevano meno di 80 anni in sei – tra cui due curiali – hanno nel frattempo perso il diritto di voto: tre sono italiani, due asiatici e uno latinoamericano.

Nel periodo successivo ai Patti Lateranensi, che avevano restituito alla Santa Sede la piena libertà per le nomine episcopali della Penisola, si era consolidata la tradizione che in Italia oltre al vicario di Roma fossero otto le diocesi che prevedessero la porpora: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo.

Con Papa Francesco questo automatismo è saltato. Comunque al momento il numero di cardinali residenziali italiani è sostanzialmente in linea con il passato. Su 22 porporati elettori provenienti dalla Penisola, dieci sono residenziali: gli emeriti di Genova, Milano con gli ordinari di Firenze e Napoli – nominati prima del 2013 – e poi gli ordinari di Agrigento, Bologna, L’Aquila, Perugia, Roma (vicario), e, ora, Siena, designati da Papa Francesco.

Con Lojudice nel Collegio cardinalizio gli elettori “romani di Roma” diventano due. L’altro è l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. È dagli anni Settanta del secolo scorso che non succedeva. Un altro nuovo porporato, l’ultraottantenne Feroci, pur essendo originario di Pizzoli (AQ) appartiene al clero romano.

Ora quella toscana diventa l’unica regione ecclesiastica italiana avente due sedi diocesane con a capo un porporato. Siena non aveva un cardinale arcivescovo dal 1823 (Antonio Felice Chigi-Zondadari).

Lojudice e Gambetti diventano rispettivamente il quarto e terzo cardinale più giovane del Sacro Collegio (dopo il centrafricano Dieudonné Nzapalainga, 53 anni, e il portoghese curiale José Tolentino de Mendonça, 55 anni a dicembre. Gambetti è stato preconizzato tra i cardinali elettori senza essere ancora vescovo. Una circostanza piuttosto rara. Mai avvenuta con Benedetto XVI. Accaduta una volta con Giovanni Paolo II (padre Roberto Tucci che però compì 80 anni meno di due mesi dopo aver ricevuto la berretta). Più volte con Paolo VI: ad esempio con Charles Journet, con i padri Giulio Bevilacqua e Jean Danielou e da ultimo con padre Luigi Ciappi nel 1977, tutti comunque consacrati vescovi prima del concistoro di nomina.

E anche Gambetti è stato consacrato arcivescovo titolare di Tisiduo lo scorso 22 novembre. Come pure monsignor Feroci è stato consacrato arcivescovo titolare di Passo Corese una settimana prima. Mentre padre Cantalamessa ha ottenuto la dispensa dalla norma stabilita da Giovanni XXIII che rende obbligatoria l’ordinazione episcopale per tutti i cardinali.

Attualmente ci sono altri due porporati non vescovi: il gesuita francese Albert Vanhoye, 97 anni, creato da Benedetto XVI nel 2006, e il sacerdote albanese Ernest Simoni, 92 anni, creato da Francesco nel 2016.

Per quanto riguarda i cardinali appartenenti al clero religioso nel nuovo concistoro ce ne sono quattro: tre della famiglia francescana (due cappuccini – il votante Aos Braco e il non elettore Cantalamessa – e il conventuale Gambetti, votante) più lo scalabriniano, non votante, Tomasi.

Ora quindi ci sono 51 cardinali appartenenti a istituti religiosi, di cui 29 votanti. Tra questi ultimi i salesiani rimangono 5 e i gesuiti 4, mentre i cappuccini passano da 1 a 2 raggiungendo spiritani e domenicani.

Prima di Gambetti gli ultimi cardinali appartenenti all’ordine dei francescani conventuali risalgono all’Ottocento: il romagnolo Antonio Francesco Orioli (1778-1852) e il siciliano Antonio Maria Panebianco (1808-1885), entrambi ebbero incarichi nella Curia romana. A mo’ di curiosità si può ricordare che il cardinale conventuale creato immediatamente prima di loro, il romagnolo Lorenzo Ganganelli (1705-1774), divenuto papa col nome di Clemente XIV è passato alla storia per aver soppresso la Compagnia di Gesù.

Su 79 cardinali elettori creati da Francesco, i religiosi sono 23 (il 29,1%). Tra loro ci sono 4 gesuiti, 4 salesiani e 3 francescani (due cappuccini e un conventuale).

Con il nuovo Concistoro infine abbiamo per la prima volta un cardinale in Rwanda e nel sultanato del Brunei che è uno dei pochi Paesi a non avere rapporti diplomatici con la Santa Sede e dove è applicata rigidamente la sharia.

La porpora arriva per la prima volta anche nell’arcidiocesi di Capiz. Finora le Filippine avevano avuto cardinali a Manila e Cebu, e, una volta, a Cotabato. Grech poi diventa il terzo cardinale maltese della storia, dopo l’omonimo agostiniano Prosper (1925-2019) e Francesco Sceberras Testaferrata (1757-1843).

(Avvenire)

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