7 Maggio, 2024
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Argentina, alla Casa Rosada l’ultimo saluto a Maradona. Ma si scatenano gravi disordini.

Dal Papa un rosario e una lettera

La camera ardente allestita al palazzo presidenziale di Buenos Aires. Il corpo dell’ex Pibe de Oro non è visibile: la bara chiusa, coperta da una bandiera argentina, poi gli scontri. L’autopsia: decesso causato da “insufficienza cardiaca acuta”. Il legale denuncia ritardi nei soccorsi. E l’ordine pubblico va fuori controllo

BUENOS AIRES – In migliaia si sono riversati nella storica Plaza de Mayo a Buenos Aires che “ospita” la Casa Rosada, il palazzo presidenziale della Repubblica Argentina, ma gravi incidenti hanno reso ancora più doloroso l’addio a Diego Armando Maradona. Alcuni tifosi hanno infatti cercato di entrare nella Casa Rosada in maniera incontrollata e la situazione creatasi anche all’interno ha obbligato l’intervento delle forze dell’ordine. La polizia è stata attaccata con pietre e bastoni da piccoli gruppi di tifosi e gli agenti hanno risposto con l’uso di idranti e di lacrimogeni. Secondo quanto riferito dai media argentini, ci sarebbero feriti e arresti. L’account ufficiale di Casa Rosada ha interrotto la diretta non mostrando piu’ le immagini dall’interno dell’edificio. Il corteo funebre è poi passato per la Avenida de 9 Julio, in modo da consentire ad una folla oceanica di rendere omaggio alla salma, che è stata trasportata al cimitero di di Bella Vista, lo stesso dove si trovano sua madre e suo padre (Doña Tota, morta nel 2011 e don Diego, deceduto nel 2015).

Il ministro degli Interni argentino Wado de Pedro ha contestato la repressione da parte della polizia. Rivolgendosi su Twitter al governatore di Buenos Aires Horacio Rodríguez Larreta e al suo vice Diego Santilli, de Pedro ha chiesto loro di ”metter fine a questa follia portata avanti dalla polizia municipale. Questo messaggio popolare non può terminare con una repressione e con le cariche per disperdere chi è venuto per Maradona”.

Dunque un tormentato ultimo saluto a Diego Armando Maradona, scomparso nel pomeriggio italiano di ieri a causa di una “insufficienza cardiaca acuta”, secondo quanto emerso dai risultati preliminari dell’autopsia, riportati dal quotidiano argentino ‘Clarìn’. L’insufficienza sarebbe stata generata da un “edema polmonare acuto”.

La salma dell’ex Pibe de Oro è arrivata alla Casa Rosada dopo l’una di notte accompagnata dall’ex moglie Claudia Villafañe e le figlie Dalma e Giannina. La famiglia di Maradona ha ricevuto da Papa Francesco un rosario e una lettera di condoglianze. Numerosi anche i calciatori e amici storici del fuoriclasse argentino sono stati autorizzati ad entrare nella camera ardente sin da subito: tra questi Carlos Tevez, Martin Palermo, i membri della nazionale vittoriosa a Messico 1986 e l’ex procuratore Guillermo Coppola. Il corpo di Maradona non era visibile, la bara chiusa coperta da una bandiera argentina, da una maglietta della nazionale con il numero 10 e da un’altra del Boca Juniors a cui successivamente è stata aggiunta quella del Napoli. La gente poteva sostare qualche secondo: numerosi i lanci di fiori, bandiere e magliette, materiale subito raccolto dagli addetti alla sicurezza.

Buenos Aires si è fermata per Diego

A Buenos Aires, così come a Napoli e in tutto il resto del mondo, continua intanto l’omaggio a Diego. Gli applausi sono risuonati nella notte in tutti i quartieri della capitale argentina. Allo stadio ‘Diego Maradona” del club Argentinos Juniors, dove il numero 10 ha iniziato la sua carriera calcistica da bambino, sono stati lanciati fuochi d’artificio in suo onore. Circa un migliaio di persone sono entrate in campo al grido di “Maradooo, Maradoooo”, hanno applaudito per mezz’ora prima di lasciare il posto. All’obelisco di Buenos Aires, luogo simbolo della capitale argentina e cuore battente di tutte le manifestazioni popolari, migliaia di altri tifosi si sono riuniti, sfidando le raccomandazioni di mantenere le distanze per evitare infezioni da coronavirus, per rendere omaggio al numero ’10’.

Il dolore di Napoli e dei napoletani

Anche a Napoli si fa fatica a tornare alla normalità. L’incredulità delle prime ore sta lasciando spazio alla consapevolezza di aver perduto il più grande di tutti. L’omaggio dei tifosi è andato avanti tutta la notte e prosegue imperterrito anche questa mattina. Uno striscione è comparso davanti al Maschio Angioino, uno dei simboli della città di Napoli: “Rappresenti la città che mai ti dimenticherà. D10s”. In migliaia si sono alternati in queste ore davanti al San Paolo. L’omaggio all’esterno della Curva B, settore dello stadio storicamente riservato all’ala più calda del tifo partenopeo, è proseguito fino a tarda notte: sotto un enorme striscione con il volto di Maradona posto sull’anello superiore della curva e rivolto verso il piazzale esterno. L’intenzione espressa dal Comune di Napoli è quella di ribattezzare lo stadio San Paolo di Fuorigrotta in stadio Diego Armando Maradona. Tifosi anche ai Quartieri Spagnoli, in via De Deo, dove c’è il murales di Maradona.

Il legale denuncia ritardo nei soccorsi

Matias Morla, avvocato di Maradona, denuncia ritardi nei soccorsi e chiede di indagare sull'”idiozia crimnale” che a suo giudizio avrebbe portato alla morte del grande campione. In un comunicato diffuso su Twitter, Morla afferma di ritenere “inspiegabile” il fatto che per “12 ore” Maradona non abbia ricevuto “le attenzioni e i controlli del personale sanitario assegnato a questo scopo”. Inoltre, afferma, l’ambulanza ha “tardato più di mezz’ora”. Per questo, Moria, che parla di Maradona come di “un fratello”, chiede un’indagine.

L’ex medico di Diego: “Doveva restare in clinica”

Alfredo Cahe, storico medico personale di Maradona, attacca la clinica di Olivos, dove lo scorso 4 novembre l’ex fuoriclasse era stato operato. “Non solo Diego avrebbe dovuto restare nella clinica – ha detto, intervistato da Telefé – ma in un’area ampiamente specializzata, con una infrastruttura differente a quella di cui disponeva nella casa dove è morto, simile a quella che era a sua disposizione quando lo portammo a Cuba”. Cahe ha anche criticato il modo in cui è stato realizzato l’intervento per l’ematoma subdurale. “L’esame cardiovascolare – ha indicato – non è stato realizzato in forma completa. Diego non ha avuto la necessaria protezione. Non ho capito perché vi è stata tanta urgenza di operarlo. Mi sono rimasti molti dubbi. Non c’era bisogno di realizzare l’intervento chirurgico in forma così rapida”.

Infine Cahe ha rivelato che negli ultimi giorni Maradona viveva in un profondo stato di depressione. “Diego era molto triste – ha detto – e il suo psicologo mi ha chiamato per dirmi che il morale dell’ex calciatore “era a terra”. Una donna vicina a lui – ha concluso – mi ha riferito che si sentiva profondamente angustiato, depresso, e che sosteneva che ‘non gli restava nulla da fare nella vita’”.
(La Repubblica)

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