19 Aprile, 2024
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Conte rompe l’assedio di Renzi e convoca i capigruppo di maggioranza

Il leader di Italia Viva critica il decreto del presidente del Consiglio e viene accusato di “soffiare sul fuoco del malessere”. Il premier:  “Ora è il momento della responsabilità. La politica – e questo vale soprattutto per chi è al governo – deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini”

Attaccato da opposizioni e forze di maggioranza, con i cori scanditi nelle piazze di mezza Italia ancora nelle orecchie, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rompe l’assedio aprendo il Palazzo a quelle categorie produttive che si sentono più colpite dall’emergenza economica legata all’epidemia di Covid: dopo commercianti e artigiani, a salire nella sala verde di Palazzo Chigi sono sportivi e rappresentanti del mondo dello spettacolo.

IL decreto Ristori

Per tutti loro sono pronti gli indennizzi, circa 6,8 miliardi, del decreto ristori. Misure per teneri in piedi una economia che, prima della recrudescenza del virus, sembrava instrada verso una ripresa a V. Ma anche una risposta indiretta a chi, come Matteo Renzi, ha criticato dall’interno, nei fatti disconoscendolo, il lavoro dell’esecutivo. A questo, poi, Conte associa un’altra replica.

La risposta di Conte

Senza fare nomi e cognomi, il premier mette in guardia gli azionisti di maggioranzadall’utilizzare la polemica politica in questa fase come strumento per raccattare qualche punto percentuale in più nei sondaggi.  “Ora è il momento della responsabilità. La politica – e questo vale soprattutto per chi è al governo – deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi”.

Un Dpcm condiviso

Parole tanto più pesanti in quanto collegano le prese di posizioni di esponenti politici al malessere dilagante nelle piazze, con le manifestazioni – infiltrate dalla criminalità o meno – nelle piazze. Ai ‘critici’ interni alla maggioranza, poi, Conte rimprovera scarsa memoria: quel Dpcm, infatti, “è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza, rappresentate dai rispettivi capi-delegazione”. Un riferimento che sembra diretto alla ministra Bellanova, la quale anche ieri sottolineava di aver sollevato delle riserve sul Dpcm in una riunione svoltasi sabato mattina alle 6.30.

Le norme non cambiano

E, in ogni caso, a Renzi e a quanti chiedono di modificare il Dpcm, Conte risponde secco: “Queste misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza, che legittimamente chiede di capire i motivi delle scelte del governo”. Tutto ciò non basta a Renzi per allentare la morsa sul premier. Il leader di Italia Viva, anzi, rivendica tutto quanto ha detto ieri e ribadisce la determinazione a dare battaglia al Dpcm.

Il tavolo politico

“Leggo polemiche sulla nostra semplice richiesta al Premier di rivedere il Dpcm. Chiudendo ristoranti alle 18 e chiudendo i luoghi della cultura non diminuiscono i contagiati: aumentano solo i disoccupati. Chiedere di riflettere su basi scientifiche e non su emozioni passeggere è un atto di responsabilità contro la superficialità”, ribatte Renzi. E sul fatto che, da forza di governo, Italia Viva condivide le scelte del premier, Renzi risponde di aspettare “il tavolo politico” convocato da Conte che si riunirà dopo gli Stati Generali del M5s.

Il vertice con i capigruppo

Nell’attesa, tuttavia, il premier convoca per questa sera i capigruppo di maggioranza e fonti di Italia Viva fanno sapere che in quel contesto i renziani porteranno le proposte di modifica del Dpcm: “Dalla riunione di maggioranza con Conte ci si aspettano aperture concrete sulle modifiche richieste al Dpcm: ribadiamo la necessità di rivedere le chiusure di cultura, sport e ristoranti. La convocazione dei capigruppo è un buon segnale ma non può essere né una passerella né una ratifica di decisioni immodificabili”, viene spiegato.

(Agi)

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