Comizio in Florida (e rischio bomba virus)
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3 settimane al 3 novembre: il circo Trump riapre i battenti e sposta il suo tendone inΒ FloridaΒ per ilΒ primo comizio post virus.
La scena politica americana, perΓ², Γ¨ al tempo stesso un poβ piΓΉ semplice e un poβ piΓΉ complessa.
PiΓΉ semplice perchΓ© la Florida Γ¨ per eccellenza uno degliΒ βswing stateβ, ovveroΒ uno di quegli Stati in bilico da conquistare assolutamente per riconquistare la Casa Bianca.
PiΓΉ complessa perché βpost virusβΒ Γ¨ unΒ concetto che Trump sembra aver stabilito da sé in una sorta di forzatura tutta sua.
Il presidente, infatti, prima ha affermato di essere in qualche modo Β«immune al coronavirusΒ», poiΒ si Γ¨ addirittura autoproclamato Β«totalmente negativoΒ»,Β ma in assenza di qualsiasi riscontro scientifico.
The Donald, insomma, ha democraticamente deciso che Γ¨ giΓ giunto il momento di voltare pagina. E non lo ha fatto di certo a caso perchΓ© lβansia dei sondaggiΒ comincia a salire pure a lui, di sicuro al suo staff.
Per quanto inaffidabili o peggio ancora confezionati ad arte, lèggere alla voce 2016 per (non) credere, rispetto a Biden è indietro praticamente ovunque, spesso di doppie cifre percentuali.
Nessuna prudenza, dunque. Anzi, la necessitΓ del contrario, dellβazzardo ad ogni costo.Β Β
Avanti tutta tra Florida, Pennsylvania, Iowa e North Carolina, in unΒ calendario di eventi che, tra ostentazioni di machismo sue e dei suoi sostenitori,Β rischiano di trasformarsi in nuove bombe del contagio.
Con la narrazione dellaΒ pandemiaΒ che deve fare posto a quella dellβeconomia.
A quella, cioΓ¨, dellβAmerica che riparte, come il suo presidente, senza mascherina nΓ© freni.
Per vincere ancora o, chissΓ , magari per schiantarsi.
In pieno stile tycoon, perΓ²: mai dalla parte delle mezze misure, figurarsi della ragionevolezza.
(Il Mattino)


