28 Marzo, 2024
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Pd, Zingaretti: “Io nel governo? Sto bene dove sto”.

E a Di Battista: “Non vinca il lato oscuro, che la forza sia con te”

“Io nel governo? No, no, sto bene dove sto”. Risponde così Nicola Zingaretti, ospite di Che tempo che fa su Rai3, al leader di Italia Viva Matteo Renzi che oggi, in un’intervista su Repubblica, auspica un rimpasto con l’ingresso nell’esecutivo del segretario dem o del suo vice Andrea Orlando.

Poi giudica più “costruttiva” la posizione dell’ex premier e aggiunge: “Renzi in realtà dice: pensiamo innanzitutto alle idee. E’ una evoluzione positiva. Io lo dicevo da tempo che non si può governare da avversari. Anche Renzi riconosce che è tempo di costruire una visione comune”.

“Anche sulla legge elettorale interpreto positivamente le parole di Renzi – continua Zingaretti –  cioè di non stare insieme per paura di perdere o non far vincere qualche altro, ma perché si hanno idee in comune”.

Il segretario dem si rivolge poi anche ad Alessandro Di Battista e sulla sua definizione del Pd come la “morte nera”: “Mi dispiace perchè Star wars mi piace tanto e utilizzare quella frase è un cattivo sfregio a una grande saga. Io sono perchè vinca non il lato oscuro della forza ma che la forza sia con te. Questo faccio della mia vita. Dobbiamo ridare fiducia agli italiani. Meno chiacchiere meno dispetti meno spine e piu concretezza”.

Riferito ai cinquestelle, per Zingaretti è opportuno aprire una fase di riflessione sul reddito di cittadinanza: “Credo dovrà aprirsi una fase di rivisitazione di questo strumento di lotta alla povertà ma senza anatemi”.

L’obiettivo adesso però è concentrarsi sul Recovery fund: “Si deve trovare una intesa senza se e senza ma. Ora è il momento delle scelte”. E sulla modifica dei decreti sicurezza sottolinea: “Scomparirà la vergogna di mandare a casa persone che rischiano la vita, dobbiamo riprendere coi sindaci la accoglienza, bisogna unire legalità sicurezza e umanità.  Ci saranno cose positive che aumenteranno la sicurezza, quei decreti creavano paura non sicurezza”.

(La Repubblica)

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