25 Aprile, 2024
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Roma, la scuola si fa dentro una cupola

Una cupola geodetica trasparente e arieggiata, grande e confortevole come un’aula scolastica ma immersa nella natura

e all’interno della quale poter svolgere laboratori esperenziali o attività ludico-ricreative, mettendo così in risalto il progetto Dada-logica (Didattica per ambienti di apprendimento) e mantendo il distanziamento sociale. Una valida alternativa anti-covid, insomma. Ad esplorarla per primi, 15 baby scolari dell’Istituto San Giuseppe Casaletto, nella Valle dei Casali.

A idearla, invece, in tempi ancora non sospetti di pandemia, tre mamme e Lidia Cangemi, alla guida del liceo scientifico statale J.F.Kennedy e sostenitrice della didattica Dada.

“Il progetto – spiega una delle co-fondatrici Alessandra Pieri, 36 anni e due figli di 2 e 6 anni, il più grande è tra le “new entry” nella classe a cupola – è nato più di un anno e mezzo fa, dopo aver trascorso una notte in bianco perché ero alla disperata ricerca di una scuola per mio figlio”. “Cercavo un luogo sicuro – ricorda ancora Pieri – ma all’aria aperta e a contatto con la natura, che riprendesse l’esperienza della fattoria didattica: la mia scuola ideale. Non l’ho trovata e l’ho creata a tavolino”.

Galeotto è stato l’incontro con la dirigente scolastica del Kennedy. Soprendente quello con la preside dell’istituto San Giuseppe Casaletto, Emanuela Corrao, “la quale ha presto sposato la nostra idea, rendendola quindi concreta”. Dal 14 settembre – data di inizio scuola per il 70% degli istituti laziali – in via del Casaletto, l’aria che si respira è diversa. Sarà anche per la maxi cupola ancorata a terra, con picchetti e pesi, nel giardino della scuola. “Una struttura mobile certificata – assicura Corrao – con due aperture laterali, capiente, facile da maneggiare, provvista di un sistema di areazione tale da permettere un corretto ricambio di aria, ma soprattutto in grado di garantire la tenuta anche di fronte a un vento consistente”.

Una ” scappatoia” contro il coronavirus davvero incoraggiante, dunque, anche perché lo spazio intorno alla cupola verrà utilizzato pure dai bambini di altre sezioni.

Si entra alle 8,30 e si esce alle 16,30. “Sia a inizio che a fine giornata – dice Pieri – le maestre fanno svolgere ai bambini un esercizio di pre e post contatto: al mattino gli alunni cercano di relazionarsi con le insegnanti e l’ambiente circostante. Il pomeriggio, invece, raccontano quello che hanno fatto, cosa hanno imparato”. Durante la giornata, poi, spazio alla didattica e alle attività esperenziali, da svolgere all’aperto o dentro la cupola: dall’orto didattico, che permette ai bimbi di imparare matematica e geometria grazie, ad esempio, alla conta dei semi, al laboratorio di musica che insegna loro a creare un suono con i sassi o con i bastoni. Mani igienizzate, sempre. Misurazione della temperatura in entrata. Mascherina sul volto, solo se non bene distanziati e se si bazzica dentro la scuola. En plein air o seduti sui banchi all’interno della cupola, “l’importante – insiste Pieri – è apprendere le cose attraverso l’esperienza e non solo ingoiando nozioni. I bimbi non sono contenitori, ma fuochi da accendere”.

(La Repubblica)

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