24 Aprile, 2024
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Enrico Vanzina firma la sua prima regia

Ma il suo ‘Lockdown all’italiana’ non piace ai social

Su alcune questioni proprio non si può scherzare e, questo, dev’essere ciò che ha pensato una buona fetta del pubblico internettiano quando, vendendo la locandina della nuova commedia di Enrico Vanzina, lo ha inondato di critiche. Il poster del suo nuovo film (il primo in cui firma anche la regia dalla scomparsa del fratello Carlo) in uscita il 15 ottobre, intitolato Lockdown all’italiana, mostra infatti i protagonisti Ezio Greggio, Paola Minaccioni, Martina Stella e Ricky Memphis in varie pose, su un balcone, minuto spazio dove prendere un po’ di aria: chi con la giacca addosso e il telefono all’orecchio per tentare di portare avanti il proprio lavoro (con, sotto, solamente i boxer), chi intenta a mantenere la forma fisica a tutti i costi o a salvare l’unica pianta rimasta verde o, ancora, vestita con un abitino succinto perché la vita, comunque, va avanti.

Distribuito da Medusa, la scheda del film che vede nel cast anche Maria Luisa Jacobelli recita: “Una commedia tra risate e riflessioni che racconta la storia di due coppie che stanno per lasciarsi, ma che saranno invece costrette a vivere forzatamente sotto lo stesso tetto a causa del lockdown. Una vera commedia all’italiana”.

Solo lo scorso 18 maggio, dunque in pieno lockdown con le tragiche immagini di bare trasportate dai camion militari verso i cimiteri a riempire i piccoli schermi, Enrico Vanzina scriveva, dalla sua personale quarantena romana: “Mi torna in mente una bella canzone di Raf quando si chiedeva: cosa resterà di questi Anni 80? Senza più la voglia di cantare, oggi mi chiedo: cosa resterà del lockdown di questi Anni 2020? Per prima cosa il silenzio. Un silenzio inquietante che faceva tanto rumore nell’anima. Ma anche la bellezza del mio centro storico di Roma che faceva bene all’anima. Resteranno le telefonate degli amici che pensavi dimenticati, invece si sono fatti vivi e questo ci ha fatto bene al cuore. Resterà quel tempo scandito dall’appuntamento pomeridiano con la divulgazione dei dati del contagio, dei nuovi ammalati, dei guariti, dei morti”.

A quanto sembra, ora, il ‘rumore nell’anima’ lo sta facendo quacos’altro: il film Lockdown all’italiana. Con gli spettatori, davanti ai computer, a domandarsi se fosse davvero necessario. Lo dirà il botteghino.

(La Repubblica)

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