4 Maggio, 2024
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Azzolina, affondo contro Cirio: il governo impugna l’ordinanza

Il nodo: l’autocertificazione delle famiglie sulla temperatura in Piemonte

Scuola: resa dei conti tra il Piemonte e Roma, tra Alberto Cirio e il governo. Ieri il secondo è passato dalle parole ai fatti, impugnando l’ordinanza regionale che rende più stringenti le regole fissate dallo stesso governo: dispone non solo la rilevazione della temperatura degli studenti da parte delle famiglie ma l’autocertificazione sul diario scolastico e, in assenza dell’attestato, l’obbligo della misurazione ad opera delle scuole. Curioso un passaggio del ricorso, con la richiesta di sospensione in via d’urgenza: «L’effetto di tale misura può facilmente tradursi in primo luogo in una forte deresponsabilizzazione delle famiglie, che saranno incentivate a non provvedere alla misurazione per non auto-dichiararla – anche per possibili profili di responsabilità personale – nella sicurezza che tanto l’operazione avverrà nel plesso scolastico».

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Insomma: per Cirio l’ordinanza è un rafforzativo della norma nazionale, per il governo una diminutio; per la Regione l’ordinanza è un di più in termini di prevenzione, per i partiti di opposizione in Consiglio regionale, Pd e LUV, una sfida al governo, una speculazione politica.

E’ uno degli aspetti sui quali dovranno pronunciarsi i giudici del Tar Piemonte che ieri, su richiesta del governatore, hanno permesso alla Regione di trasmettere una relazione per esporre le proprie ragioni: il termine scade questa sera. Un punto a vantaggio di Cirio: l’alternativa sarebbe stata la sospensione immediata dell’ordinanza in attesa del giudizio di merito. La seconda mossa, sempre da parte di Cirio è stato l’affidamento della difesa al professor Vittorio Barosio, tra i massimi esperti di diritto amministrativo.

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La Regione tira dritto. «Siamo convinti di essere nel giusto, per il fine e per i mezzi – spiega il presidente, che nei giorni scorsi ha rispedito al mittente gli inviti al dietrofront da parte dei ministri Boccia, Speranza e della stessa Azzolina -. Il nostro provvedimento intende tutelare maggiormente il personale della scuola e i bambini, integrando le regole del governo e introducendo un meccanismo di controllo in più». Poi la stoccata: «Del resto le scuole piemontesi stanno misurando la febbre senza particolari problemi, ancora una volta il mondo della scuola si dimostra più avanti del Ministero».

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Nessuna sfida al governo – «agisco sempre nell’interesse dei piemontesi» – , semmai un supplemento di prudenza in vista di un autunno sul quale grava l’incognita dell’emergenza-Covid: «Nei primi due giorni i tamponi negli hot spot sul territorio superano i 350 casi, a dimostrazione che i bambini con febbre sono un problema reale. Dobbiamo dimostrare di avere imparato nei mesi più critici, i bambini possono essere un veicolo pericoloso per i nonni e per le categorie più fragili». Ieri ha ottenuto la sponda di Salvini: «L’incapace Azzolina contro il diritto alla salute degli studenti piemontesi: in sei mesi non è riuscita a trovare professori, aule e banchi per tutti ma è stata velocissima a ricorrere contro la Regione». I tempi della decisione da parte del Tar saranno brevi: fino ad allora l’ordinanza resta in vigore.

(La Stampa)

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