4 Maggio, 2024
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Sorpresa Gualtieri a Cernobbio, la caduta del pil sotto il 10%

“Il rimbalzo sarà maggiore del previsto”

Il ministro dell’Economia interviene al Forum Ambrosetti: «L’Italia ha reagito bene»

L’economia, in questo sciagurato 2020, cadrà ma la stima del governo è inferiore alle previsioni e il capitombolo «non sarà a due cifre». Parola del ministro Roberto Gualtieri. Il titolare dell’Economia interviene al Forum Ambrosetti di Cernobbio e dice che, certo, la pandemia «ha avuto delle conseguenze economiche pensanti». Ma, aggiunge, siamo «nelle condizioni per guardare al futuro con fiducia perché l’Italia ha reagito bene», i cittadini, gli operatori, le imprese, così come «bene» ha fatto il governo. Anche l’Europa, sottolinea, «è stata davvero all’altezza della sfida» con gli interventi regolatori, monetari e di politica fiscale. Ma lo sa bene, il ministro: in ogni caso quest’anno «ci sarà una caduta senza precedenti del Pil».

Un dato che si ricava dall’algebra visto che per due mesi si è fermato il 50% dell’economia e siamo già all’8% di base. Ma dopo la caduta del secondo trimestre, del 12,8% «sulla base di un set ampio e coerente» di indicatori «valutiamo che il rimbalzo del terzo trimestre sarà maggiore di quanto previsto nel Def di aprile, che era del 9,5%, e ciò significa che la caduta media annuale del Pil potrebbe non essere lontana da quanto previsto ad aprile. Non posso dare ancora oggi una cifra esatta perché la nostra previsione sarà pubblicata ufficialmente a fine settembre». Al momento, però, «la nostra stima di contrazione annuale è bene inferiore a quanto stimato da molti previsori e non è a due cifre».

Quanto al Recovery Plan, assicura, «stiamo lavorando per fare presto e bene, e presto significa non aspettare la scadenza ufficiale di aprile per avere i progetti»

ma essere in grado di partire «già dal primo giorno in cui i regolamenti del Recovery Plan saranno in Gazzetta Ufficiale». La cosa richiederà un po’ di tempo, l’auspicio è per gennaio. Le linee di fondo essenziali del piano saranno approvate a giorni per avviare un dialogo informale con la commissione «a partire dal mese di ottobre». L’intenzione è quella di andare a individuare, attraverso il piano, le «debolezze strutturali che per molti anni hanno determinato un basso incremento della produttività e un basso tasso di crescita» del Paese. «Ci concentreremo su digitalizzazione, innovazione, infrastrutture, graduale decarbonizzazione dell’economia, molto sull’istruzione e la formazione, inclusione sociale». Da accompagnare a riforme della Pubblica amministrazione, del Fisco, della giustizia e del lavoro. Tra rete unica «neutrale e aperta a tutti», una estensione a tutto il Paese del tempo pieno nelle scuole, interventi sull’occupazione femminile, per fare degli esempi citati dal ministro. L’idea alla base, sintetizza Gualtieri, «è quella di alzare significativamente il tasso di investimento dell’economia e portarla su un sentiero più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale. E conseguire tassi di crescita più elevati che nel recente passato».

Parlando coi giornalisti a margine del convegno il ministro pone l’accento sulla riforma fiscale. «Il Recovery plan ci dà le condizioni, uno spazio anche fiscale, per far entrare a regkme una riforma che speriamo anch’essa sia ambiziosa e dia semplicità al sistema tributario e una riduzione del carico anche fiscale, soprattutto per i redditi medi e medio bassi». Una riforma, quella del fisco che «strutturalmente si finanzierà con il contrasto all’evasione fiscale e con la riforma del sistema delle detrazioni della tassazione ambientale».

(La Stampa)

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