6 Maggio, 2024
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Firenze, ristoratore del centro storico si toglie la vita nel suo locale in crisi per il Covid

Sabato scorso, rimasto solo tra il turno del pranzo e quello della cena, non ha retto più l’ansia e le preoccupazioni degli ultimi mesi.

Aveva acquistato appena prima dell’inizio della pandemia i nuovi locali per il suo ristorante – un esercizio storico fiorentino, molto conosciuto in città – a pochi passi da piazza Santa Croce, a Firenze. Non ha lasciato biglietti né i messaggi, ma i suoi colleghi non hanno dubbi: «Aveva paura di non riuscire più a pagare le rate del mutuo». Così l’imprenditore, 44 anni, ha deciso di farla finita. A trovare il corpo senza vita sono stati i dipendenti del locale. «In questo periodo stava lavorando poco, come tutti noi – ha riferito un amico di famiglia al quotidiano “La Nazione” -. Temeva di non riuscire più a pagare, di aver fatto dei sacrifici inutilmente. Era riuscito a farsi sospendere le rate del mutuo, ma sarebbero riprese tra pochi giorni».

Le proteste e le preoccupazioni dei ristoratori fiorentini, schiacciati da costi stellari impossibili da sostenere con la mancanza di turisti degli ultimi mesi, sono purtroppo note:

 lo scorso aprile la città si riaccese per dieci minuti, dalle 21 in punto. Dopo il flash mob, una delegazione degli oltre 1.500 imprenditori decisi a farsi sentire consegnò le chiavi delle attività al sindaco Nardella e all’assessore al Commercio Federico Gianassi, affidandogli simbolicamente le sorti di imprese e dipendenti.

«Nella stagione estiva 2020 l’Italia ha perso il 70% del turismo straniero.

Il turismo balneare e montano forse si sono salvati, mentre quello delle città d’arte è in picchiata perché si basa sui turisti stranieri» chiosano Francesco Torselli e Chiara Pelagotti, candidati di Fratelli d’Italia nel collegio Firenze 1 per le prossime elezioni regionali. il governo Pd-Movimento 5 Stelle ha permesso alle strutture ricettive di riaprire ma a che prezzo? Oggi a Firenze solo il 40% degli alberghi, B&B e affittacamere hanno potuto riaprire. «Come operatori del settore – continuano – abbiamo assistito a ingenti sprechi. L’ultimo in ordine di tempo consiste nella spesa di circa 350mila euro nella inutile App FeelFlorence che è partita subito dopo la fine del lockdown. Non sono disposta a vedere gente della mia età e che fa il mio stesso lavoro mollare come ha fatto il ristoratore di piazza Santa Croce. Aiutare il settore del turismo significa istituire un fondo perduto per gli imprenditori». «La tragedia del ristoratore che si è tolto la vita ieri a Firenze è la punta dell’iceberg di un malessere che cova nel mondo della ristorazione e del turismo in Toscana, messo in ginocchio dalla pessima gestione dell’emergenza Covid da parte del Governo e delle istituzioni. Senza aiuti economici e veri sgravi fiscali, almeno la metà dei ristoranti toscani rischia concretamente di chiudere entro metà ottobre, come da allarme lanciato dall’associazione Ristoratori Toscani»  continua  il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, capolista di Forza Italia nel collegio di Firenze 1, che ha chiesto al sindaco di Firenze, Dario Nardella, di istituire una giornata di lutto cittadino per la morte del ristoratore fiorentino.

Reazioni rimbalzate anche nella politica nazionale, con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che scrive su Facebook: «Una storia che lascia impietriti, e che racconta il dramma di centinaia di migliaia di imprenditori schiacciati dalla grave crisi economica e lavorativa che stiamo vivendo a causa del maledetto coronavirus. Persone alle quali la politica, spesso, non è stata in grado di dare una speranza di rinascita. Una riflessione necessaria per ciascuno di noi, nessuno escluso. Un abbraccio alla famiglia e a tutti i suoi colleghi di lavoro. Nessuno deve essere più lasciato solo».

I numeri in picchiata

Spaventano i numeri del Pil toscano, che secondo le previsioni Irpet nel 2020 segnerà un meno 9%. Si calcola inoltre una perdita di 100mila posti di lavoro, di cui almeno 29mila in ambito turistico. Il 70% dei ristoratori non ha avuto sconti sull’affitto del locale, solo il 25% ha raggiunto un accordo e può beneficiare di una significativa riduzione del canone di locazione.

(La Stampa)

 

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