27 Aprile, 2024
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Sardegna, in Costa Smeralda il sindaco spegne la musica. E al Billionaire ci sono sei positivi

L’ordinanza ad Arzachena scatena le polemiche.

Tra i contagiati del locale di Briatore ospiti e staff. L’ira del patron: “Impossibile lavorare e offrire il servizio richiesto dai nostri clienti”. Il governatore Solinas: “Non siamo un’isola di untori, più casi perché circolano più persone e il governo non ha messo in campo i giusti controlli”

Passata mezzanotte a Porto Cervo si spegne la musica, pure nei locali più esclusivi. Prima si può suonare, ma a volume moderato. E così i divieti di fine estate portano polemiche social, con rinforzi politici. Succede in Gallura, ad Arzachena – comune di riferimento della Costa Smeralda – dove un’ordinanza del sindaco, Roberto Ragnedda impone le restrizioni alle serate.

Le ragioni della misura smorza-movida sono i recenti casi di Covid 19, tra i ragazzi romani passati nella costa gallurese (alcuni di rientro da Ibiza).

Ma non solo: sono 13 gli ultimi accertati. E così l’imprenditore Flavio Briatore, patron del noto Billionaire chiude in anticipo e attacca duramente l’amministrazione: “Impossibile lavorare e offrire il servizio richiesto dai nostri clienti”. Poi le scuse a pubblico, lavoratori e artisti. Tutto spento dopo nemmeno un mese tondo dall’apertura. Ma ora spunta una grana più grossa attorno al ristorante-discoteca: ci sono anche alcuni ospiti tra i sei casi risultati positivi, oltre a membri dello staff, mentre oltre cento sono già in isolamento. In attesa di sapere l’esito di altri 57 tamponi in corso.

Nel frattempo il sindaco non si era lasciato intimidire e aveva risposto a stretto giro, con lo stesso mezzo: un video postato su Facebook. In primo piano, seduto alla scrivania difende la scelta, definendola di buonsenso. E tra una battuta e l’altra attacca a sua volta Briatore. “Pensavo fosse una parodia di Crozza – dice – invece poi ho visto che era l’originale”.

Dice di aver incontrato gli altri operatori coinvolti, ma non lui: “Anche se avrei preferito andare a Monte Carlo e incontrarlo lì”. Ribadisce di essere dalla parte degli imprenditori: “Il 23 agosto forse finisce il business non la stagione: noi lo invitiamo ad innalzare il livello dell’offerta, magari aprendo ad aprile e chiudendo ad ottobre. Questa è la sfida che posso proporre per il prossimo anno”.

Un passaggio pure sugli attacchi personali: “Mi spiace se Briatore dice che non ho mai lavorato: s’immagini che sono venuto anche a scaricare le bibite del suo locale, vent’anni fa, e mi rendevo conto anche di come venivamo trattati dai suoi direttori, però è acqua passata”.

E la chiusura: “Questa ordinanza in realtà va a tutelare la salute di tutti ma soprattutto dei più anziani, come lei, che è giusto che si proteggano”.

Tutto finito? Niente affatto. In campo scende pure la Lega isolana, con il coordinatore regionale e deputato Eugenio Zoffili: “Una follia. Briatore ha ragione, con questo coprifuoco si mette in ginocchio l’economia già messa a dura prova dalle continue scellerate decisioni del Governo Conte, che nulla ha fatto per sostenere il comparto del turismo in Sardegna e in tutto il Paese”. Il riferimento va allo stop imposto in tutte le regioni alle discoteche anche all’aperto, passato Ferragosto. Mentre in  Sardegna si era deciso il contrario fino a fine mese. I primi cittadini (soprattutto dei piccoli centri) isolani si trovano ancora in prima linea a fronteggiare l’aumento dei positivi da Covid 19 e le aspirazioni di chi vive di turismo, con una stagione partita a luglio.

È Luca Montella, sindaco de La Maddalena – arcipelago in cui ricade l’isola di Santo Stefano, con il resort omonimo diventato focolaio – a scrivere una difesa di categoria diretta al leghista. Il titolo è evocativo: “Io sto con Cenerentola”. Si legge: “La penna di chi firma le ordinanze è molto più pesante di quella di chi firma i comunicati. La sedia di un sindaco scotta, la poltrona di altri, invece, è solo riscaldata. La prima conduce calore (e tanto pure) la seconda, invece, “riceve” solo calore. La regione anatomica è la stessa, ma il sindaco, se sbaglia, se la gioca; qualcun altro, senza responsabilità dirette, se la salva”.

Interviene il governatore della Sardegna sull’ipotesi circolata di un lockdown per la Regione dopo i contagi: “Credo sia una boutade priva di fondamento, se ci fosse verità anche minima in un’affermazione di questo tipo, saremmo all’assurdo”.

La Sardegna è riuscita ad avere la più bassa circolazione virale d’Italia e ancora oggi nonostante i nuovi casi di importanzione continua a non essere tra le prime 5 regioni con più casi. Non accetteremo in nessuna sede un’eventuale chiusura e adotteremo tutte le misure necessarie per tutelare il nome della Sardegna”. Poi aggiunge: “Non siamo un’isola di untori. La ripresa dei contagi è dovuta alla circolazione senza controlli purtroppo adottata da questo governo”.

(La Repubblica)

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