14 Dicembre, 2025
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Il Ferragosto dei nuovi poveri a Milano, giovani famiglie col terrore di finire in strada

Durante il lockdown, raccontano all’AGI esponenti delle principali realtΓ  di aiuto, c’erano anche persone a digiuno da 4 giorni, un fatto molto anomalo per una realtΓ  come quella milanese

Durante il lockdown si sono presentate ancheΒ persone che non mangiavano da 4 giorni,Β una situazione molto anomala in una cittΓ  come Milano che ha una solida rete di assistenza per i piΓΉ fragili. Ora, a chiedere aiuto, sonoΒ  tante famiglie italiane e uomini e donne piΓΉ giovani. Sono i β€˜nuovi’ poveri, dolente ereditΓ  del coronavirus che chiedono aiuto alle associazioni di volontariato. E lo faranno anche a ferragosto con le modalitΓ  imposte dalla prevenzione del contagio coi β€˜pacchi’ per sfamarsi che ora si ricevono dentro ai sacchetti.

“Ora vengono persone dai 35 ai 50 anni”

β€œAgosto vede arrivare da noi lo stesso numero di persone dei mesi precedenti – spiega all’AGI Luigi Rossi, vicepresidenteΒ  di β€˜Pane quotidiano’  che da oltre un secolo distribuisce generi alimentari e aiuti economici e ha due sedi in cittΓ  –Β  il che significa che si registraΒ un aumento di richieste di circa il 30 per centoΒ perchΓ© in questo mese di solito viene meno gente che nel resto dell’anno. Noi non censiamo gli ospiti, ma vediamo che arrivano soprattutto anziani italiani, oggi ci troviamo di fronte a diversi italiani di β€˜mezza età’, dai 35 ai 50 anni, una situazione che certo Γ¨ figlia del Covid.

Sono cittadini, ragiona, che β€œmagari prima mettevano in tasca 1350 euro al mese e ora sono in cassa integrazione e ne prendono 800, manca una fetta di reddito importante. Li aiutiamo evitando che tirino fuori i soldi per la spesa”.

“Famiglie col terrore di finire in strada”

Operatori e volontari del β€˜Progetto Arca’, altra coriaceaΒ realtΓ  di aiuto milanese, distribuiranno in stazione Centrale il 15 agosto anguria fresca e 10mila bottigliette d’acqua ai piΓΉ fragili ai senza dimora, utile refrigerio a chi sta molte ore sotto al sole.

β€œStiamo notando due cose – spiega Costantina Regazzo, direttrice dei servizi -. La prima Γ¨ cheΒ le persone in strada hanno bisogni sanitari piΓΉ altiΒ per la difficoltΓ  dei servizi a rimettersi in moto e, per questo, abbiamo potenziato i servizi infermieristici delle unitΓ  sul campo. La seconda Γ¨ il terrore delle famiglie che ci chiamano: c’è chi ha paura di perdere il lavoro, di non riaprire a settembre, di perdere la casa perchΓ© non sta piΓΉ pagando l’affitto.

Regazzo racconta che, durante il lockdown, i senza dimora hanno perso i loro riferimenti con la chiusura di servizi e negozi e la scomparsa di chi, passando dove avevano scelto di mettere la loro β€˜casetta’, li aiutava. Inoltre non sapevano cosa stesse accadendo ed Γ¨ stato importante, e ancora lo Γ¨, informarli, anche su come tutelare la loro salute. Ricorda β€œquella sera davanti alla stazione Centrale che sono arrivate piΓΉ di 200 personeΒ a prendere il cibo e abbiamo capito che mancava in modo significativo. LΓ¬ c’era un signore che non mangiava da 4 giorni, molto anomalo che capiti a Milano.Β  Abbiamo anche deciso di non dare piΓΉ solo il pacco quotidiano, ma anche il pranzo del giorno dopo”.

(Agi)

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