23 Aprile, 2024
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Fare Spazio, ecco come si trasformeranno le nostre scuole a settembre

Dalla collaborazione tra Fondazione Agnelli e Future Urban Legacy Lab nasce lo strumento che aiuterà i presidi a organizzare gli spazi all’interno dei loro istituti

Organizzare gli spazi all’interno delle scuole in vista della ripresa delle lezioni a settembre sarà uno dei compiti più difficili da affrontare in questo mese di agosto. Mantenere il distanziamento sociale tra gli studenti durante le lezioni, ma anche all’ingresso, all’uscita e durante l’intervallo, richiederà abilità notevoli. Questo anche a causa del variegato mondo della scuola, fatto di migliaia di edifici di diverse epoche storiche, con una distribuzione degli spazi molto differente.

Ora però presidi e dirigenti scolastici potranno contare su un nuovo strumento: “Fare Spazio”. Nato dalla collaborazione tra Fondazione Agnelli e Future Urban Legacy Lab, questo progetto fornisce una serie di consigli utilissimi su come riadattare gli spazi interni ed esterni delle scuole per sfruttarli appieno. Fondazione Agnelli ha infatti alle spalle un lungo lavoro di riflessione sul patrimonio scolastico italiano e sui principi didattici che devono dare forma ai luoghi di apprendimento. Full, dal canto suo, da anni lavora sul tema del riuso del patrimonio edilizio pubblico.

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Partendo su un campione di 3.200 edifici sui 40.000 circa che rappresentano l’intero patrimonio immobiliare scolastico, “Fare Spazio” ha individuato 5 diverse tipologie di edifici scolastici e sulla base di queste ha costruito una serie di ipotesi di lavoro per dividere o aggregare gli spazi, indicando anche – altro strumento utilissimo – il costo di un’eventuale trasformazione.

Sfruttare tutti gli spazi

Analizzando le scuole, “Fare Spazio” ha stabilito che in media le aule delle scuole italiane rappresentano il 28% della superficie totale. La stragrande maggioranza ha dimensioni ridotte, che non possono essere suddivise. Ma c’è anche un buon 29% che supera i 50 metri quadri e che dunque possono trasformarsi in qualcosa di più utile per mantenere il distanziamento sociale necessario.

Nelle scuole, tuttavia, ci sono anche altri spazi come sale insegnanti, palestre, laboratori, mense, addirittura corridoi e scale. Alcuni di questi possono essere riadattati.

 

SCHEMA

A Flourish data visualization

 

Sulla base di queste indicazioni sono stati studiati 14 progetti tra riorganizzazione degli spazi interni ed esterni. Una riorganizzazione ottenibile attraverso 7 diversi dispositivi: segnaletica a pavimento o a parete, arredi, tende, pannelli divisori, coperture gonfiabili, coperture leggere o elementi per gli impianti. Ovviamente l’utilizzo di alcuni dispositivi piuttosto che di altri, i lavori da effettuare, possono avere costi anche molto diversi. Per questo “Fare Spazio” ha studiato uno schema che restituisce l’eventuale spesa da affrontare.

Ci sono 5 livelli di spesa:
  • Costo fino a 5 euro a metro quadro
  • Costo tra i 6 e i 20 euro a metro quadro
  • Costo tra i 21 e i 40 euro a metro quadro
  • Costo tra i 41 e i 55 euro a metro quadro
  • Costo superiore a 55 euro a metro quadro

Le 14 proposte sono state divise tra spazi interni (9 progetti) e spazi esterni (5 progetti)

SCHEMI

A Flourish data visualization

«Settembre è molto vicino – ha dichiarato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – per rispondere alle preoccupazioni delle famiglie occorre che si lavori tutti affinché la scuola riparta in sicurezza e si evitino nuovi lockdown. “Fare Spazio” dà un contributo che si riassume in tre idee: primo, le proposte vogliono essere tali da consentire interventi tempestivi; secondo, devono essere realizzabili con le risorse a disposizione; terzo, gli interventi devono essere reversibili». L’idea di base, infatti, è quella di poter riportare gli spazi delle scuole alla loro geometria originaria una volta che il Covid 19 sarà alle nostre spalle.

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Parla invece di “cassetta degli attrezzi” Matteo Robiglio, coordinatore di Full. «”Fare Spazio” è pensato per aiutare chi, in ogni istituto scolastico, sta oggi lavorando al difficile compito di ripartire in sicurezza. E’ uno strumento di empowerment per un lavoro che non può che essere decentrato, e siamo fiduciosi che l’autonomia scolastica dimostrerà anche in questa occasione la propria vitalità e capacità di iniziativa».

(La Stampa)

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