26 Aprile, 2024
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Immobile vince la Scarpa d’oro 2020 e punta Higuain

Il primo verdetto della giornata certifica la superstagione di Ciro Immobile.

Con la mancata convocazione di Cristiano Ronaldo per Juventus-Roma l’attaccante della Lazio ha vinto il titolo di capocannoniere della Serie A. Attualmente l’attaccante campano è a quota 35 reti e, contestualmente, si aggiudica pure la Scarpa d’oro come miglior cannoniere d’Europa: nella speciale classifica che “pesa” i gol dei vari campionati europei ha 70 punti davanti a Lewandowski del Bayern Monaco fermo a 34 gol (e 68 punti). CR7 sul gradino più basso del podio davanti ad altri due attaccanti della Bundesliga: Timo Werner e Erling Haland. Per la prima volta dal 2009 non è un giocatore della Liga ad aggiudicarsi il titolo (Messi, Ronaldo e Luis Suarez si sono divisi i trofei).

La consapevolezza di aver raggiunto il traguardo, Immobile l’aveva avuta l’altra sera davanti alla tv, lasciandosi andare a un brindisi: Ronaldo non aveva segnato a Cagliari e, a quel punto, recuperare quattro gol di svantaggio in una sola partita, l’ultima, contro la Roma, sarebbe stato quasi impossibile. Adesso, con la mancata convocazione di Cristiano, non c’è più bisogno di aspettare.

Per comprendere la portata dell’impresa, è sufficiente ricordare che negli ultimi anni il trofeo è stato vinto solo da Messi (6) e Ronaldo (4) con l’incursione di Suarez che per due volte (una ex aequo con Cristiano) è riuscito ad aggiudicarsi il trofeo.

Ancora, solo due italiani l’hanno vinto: Luca Toni e Francesco Totti, a cavallo del Mondiale conquistato dagli azzurri (nel 2006 e nel 2007).

Nell’anno in cui France Football ha deciso di non assegnare il Pallone d’oro, la Scarpa d’oro di Immobile ha un valore doppio. Il premio, nato nel 1967 su idea del quotidiano L’Equipe in collaborazione con Adidas per premiare il miglior realizzatore fra i campionati europei di prima divisione, incoronò per la prima volta Eusebio nel 1967/68. All’epoca non c’erano correttivi, contava solo il numero dei gol e dunque l’albo d’oro affianca grandi campioni ad autentici carneadi. Fu assegnato ininterrottamente fino al 1991, quando gli organizzatori dissero basta dopo polemiche e sospetti sulla regolarità di alcune imprese: celebre il caso del 1987 con il rumeno Camataru, attaccante della Dinamo Bucarest di Ceausescu, che segnò a raffica nelle ultime giornate con troppa facilità (il premio di quell’anno fu successivamente assegnato all’austriaco Polster, tre anni dopo: Camataru non figura più nell’albo d’oro ma ha potuto conservare la sua copia del trofeo).

Nel 1996 la Scarpa d’oro è rinata, sotto la spinta del consorzio European Sports Media di cui fa parte anche la Gazzetta dello Sport, ed ha introdotto i moltiplicatori per “pesare” i gol: le reti segnate vanno moltiplicate per un coefficiente in base alla difficoltà del campionato (2 per i primi 5 tornei europei, 1,5 per i Paesi dal sesto al ventunesimo posto, 1 per tutti gli altri) e da allora ci sono state sempre meno sorprese: solo due volte è stata calzata da un giocatore che non militasse nei grandi campionati.

Per Immobile resta da centrare stasera un altro traguardo il recorso assoluto di Gonzalo Higuain che segnò 36 reti nel Napoli del 2015-16.

(La Repubblica)

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