27 Aprile, 2024
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Nidi aperti anche di notte e nei festivi, bimbi in ufficio e poli educativi: la Regione Lazio approva dopo 40 anni nuova legge sugli asili

Turno di notte? Nessuna caccia alla baby-sitter: da oggi i bambini si potranno portare a lavoro, anche nei turni più scomodi, grazie a un’agevolazione finanziaria dedicata alle aziende che prevede la realizzazione di vere e proprie scuole dell’infanzia in ufficio. E’ solo una delle novità previste dalla nuova legge appena approvata dalla Regione Lazio,  sulle “disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia”, dopo quarant’anni dalla precedente. La legge, che attua il Decreto legislativo 65 del 2017, ha una copertura finanziaria pari a 10,5 milioni per il 2020, 17 milioni per il 2021 e 21 milioni per il 2022.

Tra gli altri cambiamenti, anche l’introduzione di poli educativi 0-6 anni,

che implicano continuità educativa: in ogni nido una quota numerica sarà riservata ai lattanti (cioè ai bimbi di pochi mesi), che poi continueranno il loro percorso arrivando, nella stessa struttura, anche a fare la materna.

Fino ai sei anni, appunto, i piccoli potranno frequentare lo stesso ambiente, con gli stessi amichetti. Novità anche sull’orario, che diventa molto più dinamico: le scuole aprono da un minimo di sei a un massimo di 12 ore, per andare incontro alle necessità lavorative delle famiglie. Sì, anche e soprattutto quelle monogenitoriali. Che, tra l’altro, potranno godere dell’attivazione semplificata dei nidi e delle materne presso la propria azienda grazie ad agevolazioni finanziarie: i bambini andranno a scuola anche di sabato e/o domenica, durante le vacanze natalizie e pasquali, nei mesi estivi e di notte, dove saranno seguiti sempre da professionisti.

E a questo proposito, spiega Eleonora Mattia, presidente della commissione Istruzione, diritto allo studio e pari opportunità della Regione e prima firmataria della legge: “La nuova normativa non si limita a disciplinare, come le precedenti, l’asilo, ma instaura un vero e prprio sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini e le bambine dalla nascita e fino ai 6 anni d’età. Pertanto, per la prima volta, gli educatori dovranno obbligatoriamente possedere un titolo di studio universitario: una laurea in Scienze dell’educazione e della formazione, specifica per educatori dei servizi educativi per l’infanzia, mentre prima era sufficiente il diploma di maestra/o d’asilo. Non solo: il personale ausiliario addetto ai pasti dovrà essere formato secondo la normativa HACCP e, nel caso di preparazione diretta degli stessi, il responsabile della cucina deve possedere la qualifica di cuoco”.

E oltre a disciplinare quelli che prima erano servizi integrativi sperimentali come micronido, sezioni primavera, scuole in natura (già presenti, per esempio, a Ostia o sull’Appia), spazio-gioco, nido domestico, centro per bambini e famiglie, nasce un piano educativo moderno e al passo coi tempi.

A volte personalizzato. O con “percorsi di avvicinamento alla lettura, alla lingua inglese e alla musica a partire dalla fascia 0-3 anni, nonché forme di educazione alimentare e sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente – prosegue Mattia – .

Viene poi introdotto un sistema di prevenzione e tutela dei piccoli alunni dal rischio di abusi, maltrattamenti e condotte inappropriate da parte degli adulti. Per famiglie in condizioni di disagio socio-economico la Regione può erogare contributi in forma di voucher vincolati per il pagamento delle rette, ma non mancano all’appello piani educativi speciali per bambini con particolari bisogni, in collaborazione con servizi sociali dei Comuni e quelli delle aziende sanitarie locali”.

Ma importante diventa anche la presenza delle famiglie, che da oggi potranno anche fare proposte sul progetto educativo, sul calendario didattico, sui materiali utilizzati, anche quelli ludici. Grazie ai fondi, promettono poi dalla Regione, si presterà particolare attenzione all’ecosostenibilità delle strutture: contributi straordinari saranno dati ai Comuni per realizzare complessi edilizi di nuova concezione, rispondenti alle norme antisismiche (in cui sono attualmente carenti molti edifici scolastici di ogni ordine e grado) e soprattutto accessibili agli studenti disabili.

“L’approvazione della legge – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli – è frutto di un grande lavoro di concertazione tra parti sociali e rappresentanti di nidi, cooperative e organizzazioni sindacali. L’obiettivo che ci ha guidati in questo percorso è sempre stato di elevare il livello qualitativo dell’offerta educativa, rendendola più aderente alle esigenze odierne delle famiglie e delle donne favorendone la diffusione su tutto il territorio regionale, comprese le zone periferiche

(La Repubblica)

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