19 Aprile, 2024
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La parrocchia ai tempi del Covid-19: Riflessioni dei Parroci di Bracciano

“LA PARROCCHIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS”

Di Don Jose Donelio Paez – Parroco santa Maria Madre della Chiesa, Vigna di Valle- la Rinascente

La pandemia del coronavirus ha chiuso le porte delle Chiese, ma non ha chiuso la speranza e la voglia di Dio. Anche noi a Vigna di Valle come in tutta Italia, nella Diocesi, nel nostro stesso Comune abbiamo cercato di tenere vivo il sentimento religioso che in questo periodo di grande difficoltà è diventato anche più vivo. I nostri bambini avevano bisogno di non essere abbandonati e allora ci siamo inventati una Via Crucis in audio, recitata stazione per stazione con entusiasmo e gioia, che ci ha invitati a riflettere sulla Passione di Gesù. E poi? Ecco il Rosario, giorno dopo giorno per 50 giorni fino al sette giugno (festa della nostra Parrocchia) diluito in una sola preghiera giornaliera. Per non disperderci cercheremo altre iniziative, tenendo viva la nostra attenzione e vicinanza ai bambini del catechismo che hanno perduto in questo momento l’occasione di crescere nella fede e nel contatto con i loro coetanei. Anche i fedeli che si nutrono almeno settimanalmente della S. Messa hanno potuto, la domenica, assistervi vedendo i loro sacerdoti, in streaming, e partecipando virtualmente alla preghiera comunitaria. Certo la S. Messa dal vivo è un’altra cosa, ma “in tempo di carestia” tutto è buono!  I Sacerdoti non hanno mai smesso di stare vicini ai propri fedeli in necessità, con un consiglio, una presenza vocale o tramite la caritas. I fedeli della Rinascente hanno contribuito economicamente per rimediare un po la situazione di disagio di tante famiglie. In questo tempo abbiamo potuto tutti constatare che Dio ci insegna la strada che conduce alla Verità anche se spesso questa ci fa paura. Non perdiamo la serenità del cuore, supereremo anche questa difficoltà con l’aiuto di Gesù, Buon Pastore, che ci riconduce salvi all’ovile.

 

Intervista a Don Luigi Romano – Parroco del Santissimo Salvatore, Bracciano Due

 

1) Don Luigi, la Parrocchia si è resa disponibile in questo periodo di emergenza?

“ Si, a  Bracciano sono molte le persone hanno contribuito e che continuano a farlo, sia per la raccolta di beni alimentari che dei bonifici a sostegno della Parrocchia stessa. Sono orgoglioso di poter dire che ognuno nel suo piccolo e in modi diversi, ha fatto la propria parte. Ancora una volta, noi Italiani in situazioni di estrema necessità, tiriamo fuori il nostro buon cuore che ci contraddistingue. “

2) In che modo la Caritas si rende utile al supporto dei più bisognosi?

“Ci siamo affidati tantissimo al volontariato e alla Caritas che ha organizzato in maniera sistematica pacchi alimentari e di medicinali offerti gratuitamente dal banco farmaceutico. destinati ai più bisognosi. Grazie al contributo della Parrocchia di Don Piero, ai Servizi Sociali del Comune e al gruppo volontari della Chiesa Cristiana Evangelica, in sottoscrizione di tutela alla privacy, abbiamo condiviso le lunghe liste delle persone più bisognose.

Con la Protezione Civile sia per i minori che per i bambini molto piccoli, abbiamo pensato di ampliare la raccolta alimentare per permettere loro di usufruire di piatti completi, e surgelati che non comprendano solo sughi pronti e riso. Il Comune infatti ha stanziato dei fondi per i buoni alimentari destinato ai meno abbienti, che alcuni volontari hanno redatto a chi non fosse in grado di utilizzare computer, come ad esempio le persone anziane. “

3) Quanto sono aumentate le problematiche economiche della Comunità?

“Il disagio economico sta emergendo più che altro ora e si arresterà forse, tra due o tre mesi. Per questo, abbiamo intensificato gli aiuti rendendoci disponibili anche per il pagamento bollette. Molti, non possiedono un lavoro altri sono precari o lavoratori a nero. Abbiamo saldato circa 6mila euro, soldi provenienti da varie fonti.  Invece, la raccolta alimentare sin ora fatta è stata all’incirca per 60 nuclei famigliari e il bisogno è cresciuto del 30%. “

 Articolo di Erica Trucchia

 

“STORIE DI VITA PASTORALE IN TEMPO DI PANDEMIA”.

 

Di Don Piero Rongoni – Parroco S. Stefano, Bracciano

 

Dopo oltre due mesi di “chiusura”, la data del 18 maggio, segnerà la ripresa delle celebrazioni e delle liturgie con la presenza dei fedeli.  Nel corso di questi ultimi due mesi, la chiesa ha dovuto rimodulare il suo ministero e le sue attività, sulla base delle indicazioni e delle prescrizioni legislative statali ed ecclesiastiche.

La chiusura delle chiese, la sospensione delle attività “istituzionali”, hanno messo alla prova la maturità dei nostri fedeli, ma che degli stessi pastori. Durante questo lungo e complicato periodo, non sono mancate le indicazioni del nostro Vescovo, come anche un sano e proficuo confronto con gli altri sacerdoti della diocesi.   La cosa che ha maggiormente pesato sulla vita dei nostri fedeli, è stata la possibilità di poter pregare in chiesa (singolarmente o comunitariamente), come anche quella di continuare il cammino pastorale svolto nel contesto della chiesa: catechesi, eventi di formazione, incontri di preghiera, e tanto altro.

Abbiamo cercato di sopperire a questa esigenza, attraverso un accompagnamento pastorale che ha visto la trasmissione delle celebrazioni via streaming, l’invio di materiale pastorale sul sito e sulle chat parrocchiali, senza dimenticare le catechesi giornaliere del vescovo e i vari momenti di preghiera diocesana, seguite sempre attraverso internet.

In tutto questo quadro, l’ambito che non è diminuito, anzi al contrario, è incrementato a dismisura, è stato quello degli interventi a favore delle nuove situazioni di fragilità, prodotte dalle chiusure di questi tempi. La nostra Parrocchia da sempre è impegnata nel sostegno alle vecchie e nuove forme di povertà, attraverso il centro di ascolto CARITAS, unitamente al banco vestiario e al banco alimentare.

Il nostro banco alimentare già nello scorso anno seguiva oltre 70 famiglie per un totale di quasi 200 perone.

L’ammissione al banco è determinata da specifici criteri economici, familiari e sociali che il banco stesso stabilisce all’inizio di ogni anno.

Ogni anno ciascun ente sottoscrive o rinnovala propria convenzione con il Banco Alimentare, da quale riceve, con cadenza mensile, un quantitativo di derrate alimentare proporzionato al numero dei nuclei iscritti e assistiti. La parrocchia con una periodicità mensile, prepara e consegna generi alimentari, in rapporto al numero ed all’età dei componenti della famiglia

L’epidemia da COVID 19, ha fatto precipitare la situazione; alle richieste già pervenute nel primo trimestre 2020, se ne sono aggiunte altre in questo ultimo periodo. La tipologia dei nuclei seguiti è varia: si passa da nuclei di una sola persona, a famiglie composte da 5, 6 ma anche 7 membri.

Particolare attenzione è rivolta ai nuclei numerosi, con specifica attenzione a quelli con la presenza di minori.

Fino al mese di febbraio la consegna di pacchi alimenti avveniva con cadenza mensile, mediante il ritiro degli alimenti presso la sala della Misericordia, da parte dei richiedenti.

A seguito della pandemia abbiamo “aperto le maglie” per l’accesso all’assistenza alimentare (non richiedendo la certificazione ISEE), ma semplicemente chiedendo ai richiedenti di autocertificare le condizioni di sopravvenuta difficoltà.

A questa innovazione, se ne è aggiunta un’altra, molto più significativa: la consegna delle derrate alimentari, per le sopraggiunte necessità, è divenuta quindicinale e recapitata presso il domicilio dei richiedenti. Ciò è stato possibile grazie al sostanziale contributo dei volontari della Caritas Parrocchiale, dell’aiuto dei capi scout del gruppo AGESCI di Bracciano, e il prezioso sostegno dei volontari della Misericordia di Bracciano.

Relativamente ai beni consegnati, i generi alimentari che il banco fornisce mensilmente sono vari: pasta, riso, latte, pomidoro, biscotti, zucchero, legumi …. Al fine di integrare tale fornitura, ogni la nostra parrocchia si premura di acquistare altri generi alimentari, quali carne, formaggio, caffè, olio, frutta, verdura, prodotti per la prima infanzia.

La nostra Caritas Parrocchiale, ad oggi, è riuscita a sostenere tutte le richieste pervenute, cercando di promuovere sia ai parrocchiani che ai cittadini di Bracciano, delle “campagne” per l’acquisto di beni di primaria importanza, al fine di orientare gli aiuti, verso quegli alimenti più necessari e carenti.

Punti di raccolta a sostegno del banco alimentare sono presenti anche nei supermercati, nei discount e nei centri commerciali. Non sono mancati generosi contributi da parte di associazioni, esercizi commerciali, gruppi o singoli cittadini, che hanno manifestato uno spiccato senso di solidarietà e di generosità. Abbiamo ricevuto un considerevole aiuto da parte del Comando di Artiglieria e dei paracadutisti della Folgore di Bracciano. Un considerevole contributo è pervenuto dal Comune di Bracciano in prodotti per l’igiene e per la cura degli ambienti e della persona (saponi, detergenti, detersivi, pannolini, materiale sanitario).

Siamo consapevoli che la situazione di emergenza avrà echi che si protrarranno nei prossimi mesi; per questo, oltre alle raccolte alimentari, all’inizio dell’emergenza, abbiamo bandito una campagna per la raccolta di denaro, da destinare specificatamente a questo fine. La risposta dei fedeli e dei braccianesi in generale è stata stupefacente, rapida e generosa.

Un ultimo aspetto importantissimo: durante questo periodo, si è strutturato e formalizzato un protocollo tra la nostra parrocchia e gli enti convolti nel progetto di aiuto alla persona: parrocchia SS. Salvatore, Associazione “Auxilium” e Associazione “Sostegno della vita”.  Questo per uniformare gli interventi, evitare “aiuti doppi” o sovrapposizioni, garantire standard assistenziali equi, ma anche per rispondere meglio alle necessità evidenziate.

Posso dichiarare con certezza che questa esperienza ha messo in luce una grande sensibilità dei nostri fedeli ma anche di tutti i cittadini di Bracciano. Coltivo nel profondo del cuore una certa speranza che tale situazione possa risolversi al più presto in senso positivo, limitando danni e difficoltà alle persone. Spero anche che, questo riscoperto senso di solidarietà, di attenzione all’altro, di sostegno al prossimo, non si spenga con l’emergenza in corso, ma possa incrementarsi e potenziarsi anche in tempi di “non emergenza”.

 

 

 

 

 

 

 

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