20 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Editoriale Giovanni Furgiuele e Fernando Dell’Agli: “Alcuni spunti di riflessione per avviare e stimolare un proficuo confronto”

Il Presidente de L’agone, Giovanni Furgiuele e Fernando Dell’Agli:“Ripartire da scuola, lavoro e ambiente in un sistema integrato”

 

Ci troviamo di fronte a dei cambiamenti strutturali su tante questioni fondamentali. Per citarne alcune: la rappresentanza sociale; la concezione e l’organizzazione della politica; la collocazione ideale dell’Italia in Europa; l’idea di società e di democrazia; le nuove strutture del potere.

Temi questi che coinvolgono il senso, la concezione e l’identità stessa di chi fa politica. Ciò richiede una nuova consapevolezza e una riflessione che rilanci un progetto ideale e politico condiviso, e per questo serve una profonda innovazione.

La questione quindi, non è quella di rinchiudersi in un recinto difensivo ma quella di aprirsi a tutti coloro che vogliono realizzare una società coesa e sana imperniata sugli interessi collettivi.

Serve l’impegno di più forze che in modo esplicito propongano innovazione per il lavoro e il cambiamento sulle politiche dell’ambiente.

Le note che seguono sono spunti per stimolare l’avvio di una riflessione collettiva che ancora manca, sia perché non si è mai avviata la discussione sia perché non tutte le sensibilità e culture ne sono state coinvolte.

 

Bisogna cambiare

A Roma, in Provincia e in Italia c’è molto da cambiare, anche e soprattutto nella politica. Al netto della presunzione d’innocenza per tutti coloro che a vario titolo sono stati coinvolti dall’indagine della magistratura, le vicende di questi mesi mettono in luce un intreccio gravissimo tra criminalità organizzata, politica e affarismo.

Che cosa serve per cambiare? Accanto al lavoro che dovranno svolgere la magistratura per scoperchiare definitivamente la cupola che ha saccheggiato il Paese intero, serve una nuova dimensione della politica e delle Istituzioni.

Il tema non può essere eluso anche perché stupisce che malaffare, intrecci e connivenze abbiano potuto contare su una libertà di azione incondizionata senza che nessuno ne abbia percepita l’esistenza e abbia sentito la responsabilità di denunciare fatti, episodi e persone.

Servono Istituzioni diverse, più credibili, accomunate dalla stessa volontà di cambiamento.

Servono partiti politici che vivano sulla libera adesione e che siano messi nelle condizioni di poter partecipare alle scelte.

Serve che i meccanismi di selezione della classe Dirigente siano basati sulle capacità, sulle competenze e sul merito e non sull’adesione a logiche affaristiche e clientelari.

Serve una società, che si batta contro tutte le illegalità: dalla criminalità organizzata alle ecomafie, dall’illegalità quotidiana che semina insicurezza e colpisce i più deboli, all’impunità per i potenti.

Serve una società che faccia sua la questione morale sollevata quarant’anni fa da Enrico Berlinguer e che sappia imporre sempre e dovunque una politica trasparente e responsabile e una conseguente azione amministrativa onesta ed efficace.

Il nostro obiettivo è di costruire ed essere un punto aggregante e costruttiva, uno strumento di futura Classe Dirigente e culturale per il nostro territorio.

Vogliamo contribuire al superamento della frammentazione: è tempo di mettere da parte divisioni e privilegi per progettare insieme il domani e dare opportunità concrete alle generazioni future.

Siamo convinti che nulla sia compromesso definitivamente e che serva un coinvolgimento dell’intera comunità per aprire una stagione di risanamento e promuovere nuove prospettive di rilancio e di sviluppo.

Nella gravità del momento attuale, bisogna coglierla come un’occasione per offrire un fattivo contributo di proposte e d’idee che considerino la diversità come una ricchezza, il confronto e la convergenza come l’obiettivo da raggiungere per dare una soluzione ai problemi invece che continuare a negarli o a nasconderli.

Caratteristiche per la realizzazione di un simile progetto sono: onestà intellettuale, spirito costruttivo e unitario, fermezza e combattività per raggiungere gli obiettivi.

In poche parole, la voglia di fare sistema, di mettersi in gioco con il solo fine di migliorare la qualità della vita della nostra comunità.

E’ evidente che tutto questo non si realizzerà da soli e in tempi brevi.

Dobbiamo esserne consapevoli e dotarci di perseveranza e pazienza.

L’Italia è ferita dalla crisi economica e resa ancora più fragile dal degrado del sistema politico.

Le difficoltà oggettive, la carenza di una cultura della condivisione, la parzialità dell’informazione oltre all’apparente assenza di prospettive ha portato moltissime persone ad essere stanche e disilluse, fino a smarrire la fiducia nel futuro.

Eppure, se sapremo far leva sulle energie e sulle passioni ancora presenti non mancheranno le potenzialità per voltare pagina e ricostruire un nuovo processo di crescita e di benessere sociale. Con questa consapevolezza vogliamo offrire il nostro contributo d’idee, cercando di non disperdere ancora una volta tempo e risorse.

In questo contesto servirà una particolare attenzione agli strumenti dell’informazione, che dovranno essere sostenuti e valorizzati se non vorremo che restino assopiti e silenti di fronte alle responsabilità e alle decisioni che ci dovranno vedere tutti coinvolti e partecipi.

A noi compete l’onere di costruire un collegamento e una rete vera fra i cittadini favorendo il fluire delle notizie e delle esigenze vere.

Dobbiamo stare nella rete e fare rete.

 

Sviluppo della tecnologia e dell’informatica e mutamento delle condizioni di lavoro

Nel secolo appena concluso le macchine hanno progressivamente ridotto lo sforzo fisico dei lavoratori, i quali però erano spesso costretti ad operazioni ripetitive ed alienanti, anche se meno faticose. Un grande cambiamento è avvenuto negli ultimi decenni, quando l’enorme sviluppo della robotica e dell’informatica hanno ulteriormente ridotto la fatica fisica e creato nuove opportunità prima nemmeno immaginabili, ma hanno richiesto ai lavoratori, a tutti i livelli, dall’operaio all’impiegato al manager, di apprendere nuove tecniche, nuovi modi di pensare ed agire, nuove modalità di relazione.

Poiché siamo ancora, purtroppo, una società maschilista, parliamo sempre di operai, lavoratori, manager sempre al maschile, ma non dimentichiamo la crescente importanza della presenza femminile nelle fabbriche e negli uffici, fino ai più alti livelli di responsabilità, e del prezioso ruolo che svolgono, là dove la razionalità maschile può integrarsi con la sensibilità e la creatività femminile.

Come cambierà il mondo del lavoro. Ma cosa cambierà nel mondo del lavoro, come persone e come organizzazioni, dopo la fine della pandemia? Perché è certo che questa quarantena, questa stasi forzata, ci ha costretto a ripensare tante nostre abitudini, a mettere in discussione tanti comportamenti, a scoprire nuove forme di lavoro da casa, grazie alla tecnologia. In un mio recente articolo pubblicato sia sull’Agone che sulla mia rivista professionale AIF Learning News, e intitolato “Co – Vi – D: Come Vivremo Dopo la pandemia” ho parlato dell’uso dei computers e delle reti di comunicazione per effettuare lo smart working e lo smart teaching, ovvero il lavoro da casa e l’insegnamento a distanza, cercando di metterne in evidenza sia i vantaggi che i limiti e i rischi.  L’augurio è quello che la pesante crisi economica innescata dal prolungarsi della pandemia, con la conseguente chiusura di tante fabbriche, nella maggior parte dei casi temporanea ma in alcuni casi anche definitiva, non si traduca nella perdita di molti posti di lavoro; se così fosse non si potrebbe proprio parlare di festa dei lavoratori!  In ogni caso dopo questa prolungata quarantena molte cose cambieranno; rimando il lettore al mio articolo citato sopra per valutare pregi e limiti dell’insegnamento a distanza, e desidero invece riprendere quanto ho scritto per mettere in evidenza  cosa potrà mutare, a mio avviso, nel mondo del lavoro dopo questa crisi planetaria.

II telelavoro e le sue conseguenze. Crisi in greco vuol dire passaggio, scelta, trasformazione, e nella nostra lingua ha quasi sempre significato negativo; sta a noi indirizzare questa trasformazione verso conseguenze e risultati positivi. Il telelavoro, ovvero il lavoro fatto da casa usando i moderni mezzi di telecomunicazione, chiamato dagli inglesi smart working, permetterà a molti lavoratori (esclusi purtroppo quelli addetti al funzionamento di macchinari o al trasporto di merci) di avere risparmi di tempo e di denaro non dovendo recarsi ogni giorno in ufficio, e alle aziende di risparmiare sui costi di illuminazione e riscaldamento; alleggerirà il traffico e ridurrà l’inquinamento. Le persone avranno più tempo e denaro da dedicare a sé stesse, ai propri cari, ai loro hobbies. Però si ridurranno di molto i rapporti interpersonali tra colleghi, bisognerà imparare rapidamente nuove modalità lavorative e organizzative, c’è il rischio che alcune aziende decidano di ridurre il personale. In ogni caso dopo ogni grave crisi ci sono state profonde trasformazioni, non solo negative, nel modo di lavorare e di vivere, fatte di innovazioni, di scoperte, di nuovi modelli sociali, di benefici e di miglioramenti. Adesso dobbiamo preoccuparci profondamente di rispettare e curare la madre Terra, altrimenti non solo il lavoro ma anche il cibo verranno a mancare. E’ la sfida di fronte alla quale si devono impegnare politici, sindacalisti, uomini di cultura, semplici cittadini, tutti quanti noi;  è una sfida  per l’intera umanità dove il ruolo di ognuno è fondamentale affinché l’unione sia la forza con la quale creare un mondo migliore.

 

Giovanni Furgiuele

e Fernando dell’Agli

 

Ultimi articoli