8 Maggio, 2024
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La battaglia di Sirte

Dopo aver conquistato Tarhuna, le forze fedeli al governo di Tripoli entrano nella città dove Gheddafi nacque e fu ucciso.

Haftar contrattacca dopo aver chiesto la mediazione egiziana per un cessate il fuoco. Il governo di al Serraj punta a riconquistare l’intero Paese grazie al sostegno della Turchia

Controffensiva di Haftar a Sirte, rinforzi da Est

L’autoproclamato Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar ha lanciato una controffensiva a Sirte, a Est di Tripoli, per respingere le forze del Governo di accordo nazionale libico che, appoggiate dalla Turchia, stanno entrando nella città. Il portavoce di Haftar, Ahmed al Mismari, ha annunciato un attacco contro le milizie di Tripoli a Est di Misurata, alle porte di Sirte. Al Arabiya ha dato invece notizie dell’arrivo di altri rinforzi dalla Cirenaica per respingere l’assalto.

17:52 Le forze di Tripoli entrano a Sirte da tre fronti

Le forze armate di Tripoli stanno entrando a Sirte da tre fronti. Lo ha reso noto il vice ministro della Difesa del Governo di accordo nazionale di Tripoli, Salah Namrouch, in collegamento con Al Jazeera. “I combattenti di Khalifa Haftar si stanno ritirando verso Est e molto presto libereremo Sirte”, ha affermato.

 16:40 Haftar da al-Sisi: proposto il cessate il fuoco da lunedì

Fortemente indebolito sul campo di battaglia, il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, tenta la carta della diplomazia per uscire dalla crisi libica che lo vede impantanato in una battaglia – al momento persa – per prendere il controllo della capitale Tripoli, in mano al Governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu e foraggiato militarmente dalla Turchia. Dal Cairo, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ha presentato – con la partecipazione e il benestare di Haftar – un’iniziativa di dialogo per la Libia che prevede il cessate il fuoco da lunedì e la richiesta di ritiro di tutti i mercenari stranieri dal territorio libico da parte dei due schieramenti. È noto che Tripoli si affidi a turchi e siriani mentre Haftar ha trovato il sostegno di russi e sudanesi con l’appoggio esterno di Emirati ed Egitto.
In una dichiarazione pubblica trasmessa dalla televisione egiziana, al Sisi ha proposto il cessate il fuoco dalle 6 di lunedì. Il capo di Stato egiziano, uno dei principali alleati di Haftar, ha inoltre indicato che i mercenari di entrambe le parti devono ritirarsi e che le milizie devono essere smantellate e le loro armi consegnate.

La proposta arriva dopo che il Governo di accordo nazionale (Gna) ha riconquistato la cità’ strategica di Tarhuna, riportando il Paese alla distribuzione territoriale prima dell’inizio dell’offensiva sulla capitale che Haftar aveva lanciato ad aprile 2019.
La soluzione al conflitto in Libia passa attraverso “un’iniziativa intra-libica” senza interferenze da parte di attori stranieri, ha affermato al-Sisi.
Il generale della Cirenaica ha sostenuto l’iniziativa egiziana nel tentativo di “garantire la sovranità della Libia, porre fine ai gruppi terroristici e invitare al dialogo con la partecipazione di leader tribali, giovani, Ong e gruppi di donne per creare un nuovo consiglio presidenziale e un governo di unità nazionale che dovrà essere ratificato dal Parlamento”.
“Sono obiettivi chiari e globali in armonia con l’iniziativa egiziana, auspichiamo che ottengano il sostegno internazionale per garantirne il successo e che la Libia raggiunga un approdo sicuro”, ha affermato Haftar.
Il nemico uno per il generale restano “gli invasori turchi” il cui intervento, secondo lui, “mira ad aumentare la polarizzazione interna fornendo al governo dell’Accordo Nazionale, che non e’ costituzionale, armi e mercenari”.

16:10 L’esercito di Tripoli conquista Tarhuna

Presa Tarhuna e liberata tutta la Tripolitania, ora le forze del Governo di accordo nazionale libico (Gna) puntano a strappare a Khalifa Haftar, e ai suoi combattenti della Cirenaica, anche Sirte, la città costiera a 450 km ad est della capitale Tripoli, snodo strategico fra l’Est e l’Ovest del Paese piombato nel caos dopo la caduta del regime di Gheddafi nel 2011, nato e morto proprio a Sirte.
Sabato, “sono stati dati ordini alle forze (del Gna) di iniziare ad avanzare e attaccare tutte le posizioni ribelli” nella regione di Sirte, ha annunciato il portavoce delle forze di Tripoli, Mohamad Gnounou. “L’aeronautica ha compiuto cinque attacchi nella periferia di Sirte, colpendo mezzi armati e mercenari”, ha aggiunto in una nota su Facebook.
I combattenti di Haftar avevano preso Sirte a gennaio, controllata dal 2016 dalle milizie di Tripoli, in particolare quelle provenienti dalla città di Misurata, che erano riuscite a scacciare il gruppo jihadista del sedicente Stato islamico dopo diversi mesi di sanguinosi combattimenti. Vi erano entrati, quasi senza combattere, dopo essersi assicurati in particolare la fedeltà di un gruppo locale salafita.
“Negli ultimi quattro mesi, abbiamo esortato i decani e i notabili di Sirte a difendere la ragione e risparmiare la città dagli orrori della guerra”, ha dichiarato Gnounou. “Oggi, stiamo rivolgendo loro un appello finale”, ha sottolineato.

(Agi)

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