27 Aprile, 2024
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Lo scandalo Cummings si abbatte sul governo di Boris Johnson

Il premier britannico, stretto tra l’ira popolare e lo scontento Tory, difende a spada tratta il super-consulente che ha violato il lockdown. Ma la suapopolarità ne risente. Ad attenderlo, ora l’interrogazione davanti alla commissione della Camera

Lo scandalo Cummings continua a tenere il premier britannico Boris Johnson sui carboni ardenti: si e’ allungata la lista dei deputati Tory che chiedono le dimissioni del super-consulente per aver violato il lockdown e l’opinione pubblica non ha digerito le spiegazioni date da Cummings in conferenza stampa lunedi’ a Downing Street.

Johnson, che da giorni lo difende, per la prima volta da quando si è insediato apparirà oggi di fronte alla commissione di Collegamento della Camera dei Comuni, l’unico organo che puo’ ‘interrogare’ il primo ministro.

L’audizione, attesa per le 16.00 (le 17.00 in Italia), era stato annunciata dal presidente di commissione Sir Bernard Jenkin la settimana scorsa prima che scoppiasse il caso Cummings. Oltre a questo, il capo di Downing Street sarà chiamato a rispondere sulla gestione dell’emergenza coronavirus, rispetto alla quale e’ stato accusato di aver adottato in ritardo misure restrittive con gravi conseguenze per il Paese.

Intanto, non si placa l’ira popolare con il governo britannico in difficolta’,

alle prese con le conseguenze derivanti dalla difesa della tesi della cura dei piu’ piccoli come condizione eccezionale che ha permesso al super-consulente di violare il lockdown anti-coronavirus.

Ieri il ministro della Salute, Matt Hancock, aveva detto che l’esecutivo avrebbe “valutato” una revisione delle multe inflitte a genitori che avevano violato il lockdown per ragioni legate all’assistenza dei figli piccoli.

Ma poco dopo e’ arrivata la smentita di Downing Street: “Non ci sarà nessuna revisione formale, e’ la polizia che decide se imporre o meno una multa in base alla legge”, ha affermato il sottosegretario Robert Jenrick, ricordando che le linee guida prevedono per l’agente “un grado di discrezionalità. per usare il buon senso” dal momento “che tutte le circostanze sono diverse e le famiglie, in particolare, affrontano sfide particolari” in questo frangente.

La questione era stata sollevata durante la conferenza stampa dal reverendo Martin Poole, che si e’ detto “rammaricato” per il passo indietro dell’esecutivo dopo che Hancock aveva definito la sua domanda “perfettamente ragionevole”, annunciando che avrebbe sollevato la questione con il Tesoro.

Le misure anti-coronavirus prevedono 60 sterline di multa, poi portate a 100, per chi viola il lockdown. Intanto un consigliere scientifico del governo ha avvertito che la rabbia dell’opinione pubblica per la condotta di Cummings ha incoraggiato alcuni a violare le regole del lockdown, aumentando i rischi per una ripresa del contagio.

Secondo un sondaggio effettuato su un migliaio di utenti del sito Mumsnet (un popolare sito per genitori) e rilanciato dall’Independent, l’81% degli intervistati non si e’ messo in macchina né l’avrebbe fatto per un’emergenza nell’ambito dell’assistenza ai più piccoli.

Il 23% ha riferito di essersi trovato in circostanze simili a quelle di Cummings e di essere rimasto a casa mentre il 90% ritiene che il super consulente abbia violato le regole del lockdown, contrariamente a quanto lui stesso ha sostenuto sulla legalità della sua scelta, appoggiato in questo da Downing Street. Infine, il 33% ha sostenuto di essere piu’ propenso a violare le regole dopo la sua vicenda.

E non va meglio per il premier sul versante interno: oltre all’opposizione, sono ormai una quarantina i deputati Tory che hanno chiesto le dimissioni di Cummings e gli ultimi sondaggi hanno mostrato un drastico calo di popolarità per lui e per tutto il partito.

(Agi)

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