20 Aprile, 2024
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Sarà l’helicopter money a salvare l’economia dal coronavirus?

Prima del coronavirus, rappresentava la classica teoria di cui, quando se ne faceva cenno in contesti economici, il sorrisino sardonico tra gli esperti era d’obbligo: come se fosse un mero esercizio di fantasia, e nulla di applicabile. Ora, invece, sta prendendo rapidamente quota e anzi in alcuni Paesi è già realtà mentre gli Stati Uniti ci stanno seriamente pensando e potrebbe diventare presto operativa.

 

Insomma, l’economia globale è ormai in ginocchio a causa del coronavirus e le discussioni si animano non soltanto sulle stime dell’impatto che la pandemia avrà in termini di Pil ma anche sul ‘dopo’. Cioè, come ridaremo fiato ai consumi, praticamente azzerati?

Anche il Financial Times è intervenuto nelle ultime settimane sottolineando come un numero sempre crescente di economisti stia abbracciando la teoria dell'”Helicopter Money”, ovvero il trasferimento di pura liquidità nei conti correnti dei cittadini.

Helicopter money o Quantitative easing?
Tecnicamente, si tratta di un’alternativa al quantitative easing cui ricorrere quando i tassi di interesse si avvicinano allo zero e l’economia non si riprende dalla recessione. È proprio il caso di queste settimane: le banche centrali sono intervenute tutte per ridurre il costo del denaro e incentivare così il ricorso ai prestiti da parte di famiglie e imprese.

Ma così come i mercati, i consumatori ovviamente non rispondono a tali stimoli: d’altronde, un miliardo di persone è in isolamento a casa e i negozi sono chiusi. E prima che i consumi riprendano quota, quando quest’incubo sarà finito, ci vorrà tantissimo tempo.

È una misura di grande effetto. Come il Qe, comporta essenzialmente la creazione di moneta da parte delle banche centrali per espandere l’offerta. Tuttavia, l’effetto dell’”helicopter money” sul bilancio della banca centrale è diverso rispetto a quello dell’allentamento quantitativo.

In base al Qe, infatti, le banche centrali creano riserve acquistando obbligazioni o facendo altre attività finanziarie, effettuando un “asset swap“. Ma, mentre lo swap è reversibile, l’”helicopter money” non lo è perché le banche centrali danno via i soldi creati.

Alle sue origini
Non è certo una teoria dell’ultima ora, essendo nata cinquant’anni fa, e precisamente nel 1969, dall’allora premio Nobel per l’Economia Milton Friedman. Egli teorizzò un “lancio di denaro da un elicottero” necessario, all’epoca, per far ripartire l’inflazione. Gli economisti erano soprattutto preoccupati per gli effetti del ‘boom’ e il ripiegamento dei prezzi e, in generale, del mondo in via di sviluppo. Il concetto venne poi rispolverato nei primi anni Duemila, dopo la crisi scaturita dalla bolla speculativa tra il 1991 e il 1992.

Nel 2002, Ben Bernanke, che diventò poi presidente della Fed, si disse dello stesso avviso: l'”helicopter drop” o “helicopter money” poteva sempre essere usato per prevenire la deflazione.

Ma ora, di fronte allo scenario economico da coronavirus, come ha sintetizzato Robert Chote, presidente dell’Office of Budget Responsability britannico, ci troviamo in una “situazione di guerra”. E, intervistata dal FT, Beatrice Weder di Mauro, accademica e imprenditrice svizzera che attualmente è docente di economia presso l’Istituto di studi internazionali e di sviluppo di Ginevra, osserva che ormai è un fatto acclarato che questo shock “sia assolutamente diverso” dalle crisi precedenti.

Il risultato è che una serie di idee politiche che una volta erano campo di discussione di un piccolo numero di cani sciolti e limitate a discussioni puramente teoriche sono al centro dell’attenzione.

I costi
L’obiettivo comune ai governi delle grande economie occidentali, ricorda il Ft, è quello che “nessuno dovrebbe perdere il proprio lavoro o il proprio reddito a causa del virus”. Ma, certamente, se applicato, il metodo ‘helicopter money’ è assai costoso.

Per questo motivo, “dobbiamo essere disposti ad accettare disavanzi fiscali sulla scala del 2009”, dice Adair Turner, l’ex capo della Financial Services Authority del Regno Unito. Data la necessità di grandi disavanzi fiscali il dibattito sull’helicopter Money, spiega Turner, comporta in realtà due questioni politiche distinte.

La prima è come finanziare lo stimolo: deve essere la banca centrale a pagarlo attraverso il finanziamento monetario diretto, stampando fisicamente il denaro, o i governi devono prendere in prestito il denaro nel solito modo? La seconda è come il denaro viene poi distribuito.

Allo stato attuale, mentre ne discutono economisti e politici, le banche centrali non si sono ancora esplicitamente offerte di monetizzare i disavanzi, ma hanno aperto i rubinetti sui grandi programmi di acquisto di nuove attività per comprare l’eccesso di obbligazioni.

Nella zona euro, ricorda il Ft, si discute sull’emissione di ‘corona bond’ o sull’aumento delle linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità, il fondo di salvataggio dell’Unione monetaria per i sovrani, nella speranza che la Banca centrale europea mantenga basso il costo di tali prestiti.

Secondo alcuni esperti, devono essere le banche centrali a finanziare direttamente i disavanzi pubblici. Una soluzione cui fa accenno, spesso nei suoi interventi, proprio Bernanke. Da quando ha lasciato la Fed, ha pubblicamente sostenuto che “in certe circostanze estreme” il finanziamento monetario della spesa per deficit fiscale “può essere la migliore alternativa disponibile”.

L’helicopter money, oggi
Comunque ora, l’helicopter money è già realtà nel senso che elargizioni dirette di denaro contante sono state fatte ad esempio a febbraio, quando il governo di Hong Kong ha deciso di trasferire 1.270 dollari a tutti i residenti finanziariamente colpiti dall’epidemia. Anche Singapore ha previsto piccoli pagamenti in contanti a tutti i cittadini.

E negli Stati Uniti si sta facendo accenno ad un supporto per l’invio di assegni direttamente a tutti gli americani, idea sostenuta ad esempio dagli ex consulenti economici dei presidenti Barack Obama e George W. Bush. Il Ft ricorda che il presidente Donald Trump e il suo segretario del Tesoro Steven Mnuchin l’hanno proposta, e i senatori l’hanno considerata nella legge sulle misure di stimolo attualmente all’esame del Congresso.

In realtà, evidenzia l’analisi del Ft, prima del coronavirus queste idee non convenzionali stavano già guadagnando terreno perché la crisi finanziaria, le crescenti disuguaglianze e la paura dell’automazione tecnologica che causa la disoccupazione avevano già suscitato un crescente interesse per nuovi approcci politici.

Non solo, ma ci sono già dei precedenti. Ad esempio, sostiene Eric Lonergan, un gestore dei fondi, interpellato da Ft, l”helicopter money’ è già qui, nel senso che “una banca centrale effettua trasferimenti al settore privato”.

Ad esempio, la Bce ora offre prestiti alle banche a un tasso d’interesse più basso, a certe condizioni, di quello che le banche ricevono sulle riserve detenute in deposito presso la Bce. “Questo margine è un vero e proprio trasferimento fiscale finanziato con denaro” afferma aggiungendo che tale margine può essere ampliato e legato a condizioni che di fatto trasferiscono il sussidio ai privati.

E prima ancora nel tempo, altri governi hanno inviato assegni a tutti i cittadini come il presidente George W. Bush. La differenza è che nelle recessioni del 2001 e del 2008 l’intenzione era quella di stimolare la domanda, oggi è quella di mettere il denaro nelle mani di persone che perderanno il lavoro” e prevenire una “recessione economica a cascata”.

Per gli economisti, l’atteggiamento dovrebbe essere: siamo in guerra con questa pandemia, vinceremo questa guerra, e i deficit a due cifre sono un prezzo che vale la pena pagare.

Il caso della Germania (e di altri Paesi)
Ci sono comunque alcuni paesi in cui l’elargizione diretta di denaro contante è considerata meno importante perché dispone di sistemi di benefici più sofisticati e generosi. La Germania e altri paesi hanno avuto successo ad esempio con il sovvenzionamento del Kurzarbeit, dove i datori di lavoro sono pagati per mantenere i dipendenti sul libro paga ma l’orario di lavoro viene drasticamente ridotto.

Sia quel che sia, la caratteristica di questa recessione è diversa da quella che l’ha preceduta. I governi e le banche centrali stanno lottando duramente per proteggere le imprese dagli effetti dell’epidemia di coronavirus. Eppure i loro sforzi – agevolazioni fiscali, tagli dei tassi e acquisti di obbligazioni, prestiti e sovvenzioni – non hanno alcuna speranza di stimolare la domanda dei consumatori quando vaste fasce della popolazione sono costrette alla quarantena.

Gli effetti per chi sponsorizza questa manovra
I sostenitori dell’helicopter money, in questa situazione, affermano che sarebbe una vera e propria boccata d’ossigeno. I lavoratori che sono stati licenziati, quelli che hanno visto un taglio di ore e i lavoratori autonomi riceverebbero un gradito aumento di reddito.

Le imprese, nel frattempo, potrebbero pianificare con più fiducia, sapendo che i consumatori avranno denaro extra da spendere una volta terminato l’isolamento.

Ci sarebbe anche una luce alla fine del tunnel per gli investitori. Se ai mercati finanziari verrà dato motivo di credere che i consumi futuri possano compensare il crollo di oggi, si potrebbe ripristinare il morale degli investitori. Ciò detto, il Financial Times aggiunge che ci sarà bisogno di una data di scadenza. Anche i pagamenti dovrebbero essere scaglionati. E sarebbe questo l’orientamento che si prepara a seguire l’amministrazione Usa.

Secondo una proposta del Dipartimento del Tesoro pubblicata dal Washington Post, gli esborsi avverrebbero in due fasi, il 6 aprile e il 18 maggio, ciascuna del valore di 250 miliardi di dollari, con un importo preciso che varia a seconda del reddito e della dimensione della famiglia. Molti americani riceverebbero 1.000 dollari in ogni rata, sempre secondo il Washington Post.

In alternativa, il denaro extra potrebbe anche essere fornito sotto forma di voucher, permettendo ai destinatari di spenderlo a loro piacimento – sia che si tratti di vacanze, di biglietti teatrali o di un pasto al caffè locale. Fondamentalmente, il buono dovrà essere accompagnato da una garanzia che non sarà recuperato in futuro attraverso l’aumento delle tasse. Altrimenti, il conto della recessione sarà sempre altissimo.

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