29 Marzo, 2024
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Roma-Viterbo choc: il treno si spezza, Sos sulla sicurezza

l treno si è sganciato in movimento, ma per fortuna a bordo non c’era nessuno. Resta però più di un ombra da fugare per l’Atac, la partecipata del Campidoglio che gestisce la ferrovia Roma-Viterbo, 100mila passeggeri al giorno.

I sindacati naturalmente hanno già alzato il tiro delle polemiche: «L’episodio desta preoccupazione per l’incolumità del personale e dei viaggiatori», hanno scritto in un fonogramma spedito ieri mattina ai vertici della municipalizzata – e in particolare al responsabile del Sistema di Gestione della Sicurezza Ferroviaria – le Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie. Le foto del convoglio del resto non lasciano molti dubbi: si vede chiaramente uno spazio ampio e anomalo tra i due vagoni. Uno, in sostanza, si è sganciato dall’altro. Una brusca separazione che, se fosse avvenuta a velocità sostenuta e con centinaia di pendolari in carrozza, avrebbe potuto avere tutt’altre conseguenze. Molto più gravi.

IL FONOGRAMMA
L’incidente, finora rimasto in sordina, è accaduto la sera del 6 febbraio, anche se è venuto fuori solo ieri con il fonogramma inviato dai sindacati ai piani alti dell’Atac. Nel documento è ricostruita la dinamica dell’accaduto: il treno, «che rientrava fuori servizio nell’impianto di Acqua Acetosa», durante la «manovra per il ricovero si è spezzato». In sostanza, c’è scritto ancora, «la barra di accoppiamento si staccava con la conseguente separazione del convoglio». Proprio per tutelare «l’incolumità del personale e dei viaggiatori», ora i sindacati hanno chiesto «l’immediata verifica degli organi di attacco di tutti i treni della ferrovia RomaViterbo». Alla municipalizzata in sostanza è stato chiesto di controllare la parte che aggancia un vagone all’altro. Anche l’associazione TrasportiAmo ha chiesto «una presa di posizione da parte dell’azienda», perché, sostiene, «i pendolari hanno il diritto di conoscere le dinamiche e, soprattutto, le cause tecniche che hanno causato il cedimento dell’organo di accoppiamento del convoglio». Atac, fino a ieri sera, non era intervenuta pubblicamente.

IL PASSAGGIO ALLA REGIONE
La società del Campidoglio è solo il gestore della tratta: come per la Roma-Lido e per la TerminiGiardinetti, anche la ferrovia Roma-Viterbo è di proprietà della Regione-Lazio, che da anni ha assegnato le linee alla municipalizzata romana. Ma ormai l’affidamento è agli sgoccioli: dal primo luglio la gestione delle infrastrutture di Roma-Lido e Roma-Viterbo dovrebbe passare alla controllata regionale Astral (compresi i dipendenti di Atac che si occupano della mansione). Dal primo gennaio 2021, poi, Cotral affiancherà Atac nella gestione del servizio e dopo sei mesi tutto – treni e macchinisti – passerà alla società regionale dei trasporti. In totale, mille dipendenti di Atac saranno assorbiti in parte da Astral (gli addetti alla manutenzione dei binari) e in parte da Cotral (i macchinisti). Per rilanciare le due tratte, note per i ritardi, la Regione ha già annunciato una stagione di investimenti che vale 800 milioni di euro. In questo quadro, è previsto l’acquisto di nuovi treni, 37 in totale. Per i primi 11 la gara è già in corso: 6 sono per la Roma-Lido, 5 per la Roma-Viterbo.

BUS IBRIDI PER ATAC
L’Atac intanto ieri ha fatto sapere che dal 2021 arriveranno 100 bus ibridi, ordinati l’anno scorso. Il 10 febbraio sono state aperte le buste ed «è risultata prima in graduatoria la proposta pervenuta da Mercedes».

Fonte: Il Messaggero

 

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