27 Aprile, 2024
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Il dirigente scolastico Riccardo Agresti: una risposta dovuta a chi si fa forte con i bambini

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Corrado Melone.

 

Gentilissima Presidente Romina Crifò,

mi dispiace che anche Lei si sia accomunata alle persone di dubbia integrità che ormai hanno uso di attaccare la Scuola in generale ed i bambini in particolare.

Dovrei lasciare che siano i ragazzi a risponderLe direttamente, ma in quanto responsabile della “Melone” è mio dovere precisare alcune cose in merito al Suo articolo … titolo incluso. Infatti penso che Lei sappia cha la frase evangelica da Lei citata nel Suo titolo indichi di restituire a Cesare la vile moneta, pertanto senza difficoltà lasciamo a Lei quello che Lei desidera: la Melone non ha necessità di farsi alcuna pubblicità anche perché, per volere di una fra i più eccellenti assessori alla Scuola mai avuti a Ladispoli, questa diverrà a numero chiuso e dovremo rifiutare le iscrizioni!

Parlando di titoli, comincio con l’invitarLa ad informarsi meglio su come funzionino i giornali. Mi permetta perciò una piccola lezioncina: nei giornali lavorano tante professionalità ed i titoli sono composti da figure specifiche presenti nelle redazioni, persone che a volte nemmeno leggono a fondo il testo, ma si fermano alla “sensazione” che vogliono produrre per indurre il lettore a soffermarsi su quell’articolo (purtroppo i lettori non lo fanno sempre: la famosa “obbligatorietà” della lingua romena alla “Melone” Le ricorda nulla?). In sintesi: praticamente mai sono i giornalisti a scrivere i titoli e, nella fattispecie che riguarda specificatamente i ragazzi della “Melone”, il titolo non è stato affatto suggerito da loro. Ho, per sicurezza, ricontrollato il file inviato per la possibile pubblicazione e Le confermo che il loro testo non ha titoli, anzi il nome del file è “3 Toy Story Ladispoli”.

Sorvolo sul fatto che ci siamo presi la libertà di pubblicizzare sulla home page del sito ufficiale della Scuola sin dal 10 novembre la notizia: “La classe 1A secondaria parteciperà al mercatino dei Bambini di Ladispoli domenica 11 novembre” includendo la loro locandina originale con il loro articolo (tuttora presente nell’homepage del sito). Oltre ad appendere la locandina all’ingresso della scuola.

Ipotizzo che Lei forse non abbia letto con attenzione il testo dei ragazzi. Io lo ho fatto: ho letto e riletto il loro lavoro e da nessuna parte si sono arrogati il diritto di pretendere di farsi passare per organizzatori del mercatino. Certo non sono dei giornalisti professionisti (hanno mediamente 11 anni e scrivono comunque immensamente meglio di tanti leoni da tastiera), ma dal testo si evince chiaramente che loro hanno organizzato solo la bancarella e non certo la Sua manifestazione ladispolana. Forse Lei, abituata alle fake news, ha ipotizzato che i ragazzi ne volessero lanciare una, ma se avesse letto con attenzione il testo, avrebbe convenuto che non è assolutamente questo il caso. Ovvio, naturalmente, che né i ragazzi né i docenti abbiano partecipato all’organizzazione della Sua manifestazione, ma è anche vero che mai lo hanno affermato!

Mi preoccupa però fortemente il Suo terzo punto che cito testualmente: “I ragazzi, forse ignari, hanno partecipato con entusiasmo, ma forse non sono stati ben informati dal corpo docente e dai genitori.” Cosa intende? Forse c’erano pericoli o interessi inconfessabili dietro questa manifestazione? Per caso ho autorizzato i ragazzi a partecipare ad un evento gestito dalla mafia senza che io stesso lo sapessi? La prego, non mi lasci nel dubbio e mi faccia sapere cosa avrebbero dovuto sapere i ragazzi che, entusiasti, evidentemente lo sarebbero stati meno conoscendo opportunamente “ciò che ruota dietro l’evento” e quindi mai li avrei autorizzati a partecipare. Cosa dovevano conoscere i docenti prima di suggerire ai ragazzi la partecipazione?

Mi compiaccio che Lei sia soddisfatta del lavoro dei ragazzi, ma credo si renderà conto che non interessi loro (e francamente nemmeno me e non so quanti altri) conoscere chi organizzi una manifestazione cui possono partecipare dei giovani, a meno che non si tratti di eventi organizzati dai Casamonica o da farabutti con loschi interessi che vi “ruotano dietro”.

Che Lei non sapesse dell’uscita del lavoro dei ragazzi non mi stupisce affatto, pensi nemmeno io so quale lavoro stiano preparando attualmente: si tratta di didattica cui sono preposti dei professionisti che alla “Melone” lavorano alacremente e con grande passione per il bene dei ragazzi. Tuttavia mi chiedo quale colpa possano avere se Lei non sia stata informata del loro lavoro. In realtà, se ci conoscesse meglio, saprebbe che ogni qual volta i ragazzi partecipano ad una qualche attività, producono un lavoro che permette loro di riflettere su quanto vissuto, confrontandosi con la lingua italiana e con la trasmissione di informazioni e sensazione, ed ai docenti di valutarne l’operato. Poiché io sono il responsabile, sono pronto, se vuole, a chiederLe scusa per non averLa cercata al momento dell’invio del lavoro dei ragazzi (ammetto di avere cose più importanti da fare), posso solo precisarLe, a mia discolpa, che la Scuola non possiede un ufficio stampa che permette di gestire questo tipo di servizio, né insegniamo ai ragazzi a limitarsi nella loro espressione presentando in anteprima il loro lavoro ad altri, per cui mai il loro prodotto viene sottoposto ai soggetti coinvolti prima di essere inviato alla stampa. Temo che Lei abbia un concetto distorto della libertà di stampa e della libertà di insegnamento.

Del fatto che infine Lei dichiari che il Vostro impegno sia superiore al misero lavoro scolastico ne prendo atto e non Le riferisco cosa ne pensi. Che infine abbia scritto alla docente organizzatrice … pardon, alla docente Sua ospite, che i ragazzi della Melone non saranno più graditi nelle Sue manifestazioni ne prendo atto, non me ne meraviglio (se vuole Le spiegherò il motivo) e comunque La ringrazio. Poiché i nostri Meloncini non sono graditi nelle Sue manifestazioni, autorizzerò i docenti a realizzare a Scuola un mercatino natalizio il cui ricavato andrà in beneficenza (come ogni anno avviene in misura minima) e dal ricavato i ragazzi non dovranno nemmeno togliere alcuna somma da consegnare agli eccellenti organizzatori come Lei.

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