25 Aprile, 2024
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Scuola C. Melone di Ladispoli. La prima I e la prima H vanno in gita a Villa Medici e raccontano la loro esperienza

Il 20 febbraio la nostra classe, la 1I insieme alla 1H, accompagnata dai professori di lettere, di arte e di sostegno, è stata a Villa Medici, a Roma.

Scesi dal pullman in via Ludovisi, abbiamo proseguito a piedi per via Sistina, raggiungendo piazza della Trinità dei Monti, in cima alla scalinata che porta a piazza di Spagna e alla “Barcaccia”: c’era una vista stupenda e le persone erano così piccole viste dall’alto! Alcuni hanno scattato delle foto, mentre altri hanno disegnato dal vero il panorama stupendo che si apriva davanti a noi fino alla cupola di San Pietro e oltre.

Sotto l’Obelisco Sallustiano, in granito rosso e inciso con geroglifici, che in età romana decorava gli Horti Sallustiani, abbiamo fatto merenda e poi ci siamo incamminati per Viale della Trinità dei Monti e, poco lontano, ecco Villa Medici, la nostra meta-

All’ingresso ci ha accolto una guida di origini francesi che ci ha consegnato delle cartelline sulle quali avremmo, più tardi, disegnato. Attraversando una prima sala al pian terreno, abbiamo notato dei versi e delle dediche scritte sui muri, in francese e in altre lingue straniere. Da qui una scala ci ha condotti nell’ambiente più antico della villa: si tratta di una cisterna costruita in epoca romana. La guida ha aperto un cancello con le chiavi e siamo entrati. Era tutto buio! In antichità non c’era la porta d’entrata, solo alcune aperture: una sul soffitto per prelevare l’acqua e un’altra sul fondo per far defluire le foglie e l’altra sporcizia quando la cisterna veniva pulita.

Una volta usciti, siamo saliti per una prima rampa di scale, in cima alla quale vi è una statua raffigurante il re di Francia Luigi XIV. Questo re fondò l’Accademia di Francia a Roma nel 1666, per consentire ai giovani francesi di studiare arte a Roma che, nel 1803 fu trasferita qui, a Villa Medici, da Napoleone Buonaparte.

Attraverso una scala a chiocciola abbiamo raggiunto la Loggia dei Leoni, con un arco sorretto da quattro colonne, due leoni di marmo e la statua di Mercurio, posizionata su una piccola fontana. La divinità aveva le ali sull’elmo e proteggeva le strade, i pellegrini e le greggi.

Scesi da una scalinata verso il bellissimo giardino della villa risalente al ‘500, si poteva ammirare la facciata interna dell’edificio, decorata con bassorilievi in marmo raffiguranti personaggi mitologici, come Ercole che uccide il leone, o storici, dell’antica Roma. Queste opere sono di età romana e sono state inserite nell’edificio rinascimentale per abbellirlo ed arricchirlo. Nel parco c’era un labirinto di siepi e la guida ci ha condotto sul limite opposto alla villa dove si conserva un tratto delle Mura Aureliane, così chiamate perché fatte costruire dall’imperatore Aureliano nel III secolo d.C. per difendere la città di Roma che, all’epoca, aveva un milione di abitanti. In questo punto siamo entrati in un ambiente ricavato all’interno di una torre dell’antica cerchia muraria. La stanza ha degli affreschi che raffigurano una voliera piena di uccelli e altri animali, e delle tende alle pareti per mantenere caldo in inverno e fresco d’estate. Una volta fuori dalla torre, ci siamo nuovamente addentrati nel labirinto del parco, tutto circondato da siepi e con agli angoli delle erme: sculture di marmo formate da teste appoggiate su pilastrini. In un settore del giardino, tutto circondato da piante, c’era un gruppo scultoreo composto da tredici statue rappresentanti il mito dei Niobidi. Niobe era una donna che ebbe dodici figli, sei maschi e sei femmine, che si vantò di averne tanti, burlandosi della dea Latona, che ne aveva avuti solo due: i gemelli Apollo e Artemide. La divinità, per vendicarsi, incaricò i suoi figli di uccidere con le frecce tutti i figli di Niobe. Vedendo la strage dei suoi figli, quest’ultima si trasformò in pietra dal dolore e le sue lacrime diedero vita a una fonte. Tra le statue che abbiamo visto, infatti, c’erano degli spruzzi d’acqua, che simboleggiano proprio le lacrime della donna.

Siamo poi giunti a un parallelepipedo in marmo con dell’acqua stagnante al suo interno. In realtà era un sarcofago e sopra ad esso, su di una mensola, c’era una statua in marmo di Venere.

Tornando indietro verso le strutture della villa, ci siamo fermati di fronte a un obelisco; copia dell’originale Obelisco Mediceo ora situato nel giardino di Boboli a Firenze. Sopra vi erano dei geroglifici egizi ed era retto da quattro tartarughe su di un piedistallo posto al centro di una vasca con creature marine in pietra.

A questo punto abbiamo svolto un laboratorio di disegno all’aperto riproducendo scorci del giardino, facendo attenzione alla prospettiva. È stato bellissimo disegnare, ma poi è arrivata l’ora di mangiare ed abbiamo consumato il nostro pranzo a sacco sulla terrazza del Pincio divertendoci poi nel parco: alcuni ragazzi giocavano, alcune ragazze cantavano e ballavano, mentre altri rincorrevano i piccioni. Ma per ogni cosa bella c’è una fine e, attraversando piazza del Popolo, siamo saliti per viale Washington a Villa Borghese, dove c’era l’autista che ci aspettava per riportarci a scuola.

 

Classe 1 I tempo pieno

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