14 Maggio, 2025
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Bracciano: l’ “Associazione Nazionale Amici della Scuola di Artiglieria” ha presentato il suo calendario 2016

foto 22Bracciano- Lo scorso venerdì 20 novembre 2015 l’Associazione Nazionale Amici della Scuola di Artiglieria ha presentato il calendario del 2016.

L’incontro è avvenuto presso la meravigliosa sala delle “Drappelle” all’interno della Caserma Cosenz di Bracciano. Nell’occasione, il Presidente dell’Associazione ha voluto ringraziare tutti i convenuti. Successivamente, il Comandante della Scuola di Artiglieria, Generale di Brigata Fabio Giambartolomei , ha preso la parola per dare il “benvenuto” a tutti i presenti.

A condurre la serata, insieme al Presidente, Generale Nicola Tauro, è stata la Giornalista Alessia Rabbai che ha portato gli ospiti della serata a scoprire, pian piano, una piccola parte di storia della Scuola che è stata il filo conduttore del calendario di quest’anno.

L’Associazione, ogni anno, crea un calendario che ripercorre i luoghi simbolo e le persone che hanno fatto parte della storia della Scuola di Artiglieria. L’anno scorso il calendario è stato dedicato all’evento dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale , con il suggestivo ausilio di fotografie inedite e i mesi scanditi dalle copertine del “Corriere della domenica”. Quest’anno, spiega Marcello Ramognino, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione e regista e coordinatore della realizzazione di questo calendario, sono state le cartoline a parlare. Sono proprio le cartoline militari, prime in assoluto nella storia delle cartoline, le protagoniste del calendario che portano la testimonianza viva di chi ha vissuto la tragica esperienza della Grande Guerra Un omaggio a uomini coraggiosi, che hanno combattuto per l’ideale di libertà. Le “cartoline con le stellette”, riportate in ogni pagina, sono accompagnate da alcuni brani di “poeti con l’elmetto” che marcano, ancora di più, la particolare esperienza di vita alla quale l’Associazione ha voluto porgere il suo omaggio e ricordo.

A chiusura della serata, e prima dei saluti, un ospite d’eccezione ha voluto dare un tocco di magia a queste testimonianze: Marco Danè. Il noto conduttore e autore televisivo ha letto e commentato quattro poesie di quei militari poeti, che hanno voluto lasciare a noi le loro impressioni ed i loro sentimenti nella vita in trincea.
Con tutta la sua bravura nel recitarle, ha fatto rivivere le emozioni e i sentimenti che hanno spinto questi ragazzi a scrivere. Sono state lette le poesie “Riverberi” di Gino Rocca, “Croci di legno” di Diego Valeri, “In the Flanders Fields” di John McCrae nella traduzione italiana di Vincenzo Mantovani, “Nei campi delle Fiandre” e “A un compagno” di Corrado Alvaro. Quest’ultima, non è stata inserita nel calendario ma, ha detto Danè, ha suscitato in lui una grande commozione.

Nessuna tristezza, ha spiegato Danè, ma la consapevolezza della brutalità della guerra e l’amore per i cari che ha spinto questi ragazzi, semplici e umili, a lasciare una parola di conforto per le famiglie, nella speranza che il loro coraggio fosse di conforto e le rendesse orgogliose del loro impegno e sacrificio.

“A un compagno” di Corrado Alvaro
(San Luca in Calabria, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956)

Se dovrai scrivere alla mia casa,/Dio salvi mia madre e mio padre,/la tua lettera sarà creduta/mia e sarà benvenuta./Così la morte entrerà/e il fratellino la festeggerà./Non dire alla povera mamma/che io sia morto solo./Dille che il suo figliolo/più grande, è morto con tanta /carne cristiana intorno./Se dovrai scrivere alla mia casa,/Dio salvi mia madre e mio padre,/non vorranno sapere/se sono morto da forte./Vorranno sapere se la morte/sia scesa improvvisamente./Dì loro che la mia fronte/è stata bruciata là dove/mi baciavano, e che fu lieve/il colpo, che mi parve fosse/il bacio di tutte le sere./Dì loro che avevo goduto/tanto prima di partire,/che non c’era segreto sconosciuto/che mi restasse a scoprire;/che avevo bevuto, bevuto/tanta acqua limpida, tanta,/e che avevo mangiato con letizia,/che andavo incontro al mio fato/quasi a cogliere una primizia/per addolcire il palato./Dì loro che c’era gran sole/pel campo, e tanto grano/che mi pareva il mio piano;/che c’era tante cicale/che cantavano; e a mezzo giorno/pareva che noi stessimo a falciare,/con gioia, gli uomini intorno./Dì loro che dopo la morte/è passato un gran carro/tutto quanto per me;/che un uomo, alzando il mio forte/petto, avea detto: Non c’è/uomo più bello preso dalla morte./Che mi seppellirono con tanta/tanta carne di madri in compagnia/sotto un bosco d’ulivi/che non intristiscono mai;/che c’è vicina una via/ove passano i vivi/cantando con allegria./Se dovrai scrivere alla mia casa,/Dio salvi mia madre e mio padre,/la tua lettera sarà creduta/mia e sarà benvenuta./Così la morte entrerà/e il fratellino la festeggerà./

Federica D’Accolti

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