8 Dicembre, 2025
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Blog Pagina 4571

Anguillara. Venerdì inaugurazione della “Stazione del Cinema”

L’Amministrazione Comunale di Anguillara Sabazia, nell’ambito del bando del GAL Tuscia Romana finalizzato a “servizi essenziali per l’economia e le popolazioni rurali”, presentò il progetto per l’acquisto di beni occorrenti alla realizzazione di una sala polifunzionale, denominata “La Stazione del Cinema”, al fine di “incentivare ed attivare servizi didattici, formativo, ricreativi e culturali quali laboratori artistici, musicali, biblioteche multimediali, rassegne cinematografiche” nell’edificio esistente denominato “ex Consorzio Agrario” sito in Anguillara Sabazia, Via Anguillarese 145, adiacente alla Stazione Ferroviaria.locandina-stazione-cinema

“Finalmente dopo tanti anni di abbandono l’ex Consorzio Agrario torna a disposizione della cittadinanza – fa sapere il sindaco Francesco Pizzorno – e torna con un allestimento adeguato ad ospitare eventi culturali e ricreativi, un bene comune valorizzato e riqualificato con molti sforzi da parte di tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere questo obiettivo. Ringrazio personalmente tutti quelli che a vario titolo si sono impegnati anche oltre le proprie competenze per fa si che oggi Anguillara possa vantare la disponibilità di un centro polifunzionale che fungerà da fulcro per tante attività socio-culturali. Sono sempre più convinto, oggi più che mai, che lavorando sodo e umilmente come stiamo facendo si possano raggiungere i risultati che i cittadini di Anguillara aspettano da decenni. Ci siamo impegnati per il risanamento del bilancio, per fornire acqua potabile al rubinetto, abbiamo realizzato il sistema di video-sorveglianza attiva su alcuni punti sensibili del territorio, stiamo riqualificando gli spazi verdi, abbiamo avviato la procedura per la copertura della piscina comunale, abbiamo inaugurato la nuova farmacia comunale e molto altro. Oggi presentiamo alla cittadinanza La Stazione del Cinema, un punto di aggregazione sociale, un centro congressi, una sala per proiezioni cinematografiche, insomma una sala polifunzionale che mancava e che una città di oltre 20 mila abitanti necessita senza ombra di dubbio”.

Il progetto, finanziato nell’autunno del 2013, è stato portato a termine sul finire del mese di febbraio 2014 ed ha interessato l’acquisto del materiale necessario alle opere di insonorizzazione della sala (pannelli a soffitto e a terra), n. 60 poltrone per congressi, impianto audio/video, sistema di video sorveglianza attiva, pannelli espositivi. Al contempo i tecnici e gli operai comunali hanno realizzato le opere di miglioramento degli spazi esterni, risistemato gli ingressi e le opere murarie per la realizzazione dell’impianto.

“Siamo riusciti a portare a termine un progetto molto importante per la collettività – prosegue l’assessore Enrico Stronati – disporre di una struttura di edilizia industriale come quella dell’ex Consorzio Agrario, sita peraltro in una posizione strategica quale è il piazzale adiacente alla stazione ferroviaria e alle porte d’ingresso del paese, e non sfruttarla in quanto priva di allestimento adeguato, era davvero un esempio di mancata cura del bene comune. Quando è uscito il bando del GAL abbiamo fatto quello che era giusto fare, sfruttare l’opportunità concessa per creare uno spazio polifunzionale utile a molteplici scopi. Stiamo già lavorando per portare una rassegna cinematografica prima dell’estate. Mi associo al Sindaco nei ringraziamenti verso tutti coloro che hanno lavorato con abnegazione alla riuscita dei lavori e al superamento dei molteplici imprevisti che si sono presentati nel corso dei lavori”.

L’evento d’inaugurazione di venerdì 28 marzo con inizio alle 18.30 sarà quindi un momento per poter apprezzare il lavoro svolto e i miglioramenti acustici della sala grazie alle opere d’insonorizzazione con pannelli fonoassorbenti a soffitto e a terra, vedere un film proiettato sullo schermo installato comodamente seduti sulle poltrone, apprezzare la voce della cantante del duo che si esibirà in concerto. Il programma dell’evento è consultabile nella locandina sopra allegata.

Cesano. Arrestato latitante condannato per tratta di esseri umani

Un pericoloso latitante romeno di 38 anni è stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Cesano. Due settimane fa l’Interpol aveva segnalato la probabile presenza nella Capitale del ricercato, che in passato era già stato in Italia dove abitano suoi parenti ed amici connazionali. L’uomo deve scontare la pena di 7 anni di reclusione per il grave delitto di tratta di esseri umani. Le Autorità romene lo hanno infatti condannato a settembre 2013 poiché ritenuto elemento importante di un’organizzazione internazionale che reclutava giovani ragazze in Romania promettendo loro di farle lavorare in Italia e in Spagna. Le ragazze, una volta giunte in Spagna, venivano invece costrette con violenza e minacce a prostituirsi e a versare all’organizzazione i proventi del meretricio. I carabinieri della Stazione di Cesano hanno effettuato numerosi servizi di controllo e pedinamenti dei parenti del ricercato finché ieri sera l’hanno visto rientrare a casa di una cugina, che abita nei pressi della stazione ferroviaria di Cesano. All’alba è scattato il blitz. Il ricercato ha tentato di fuggire dalla finestra, ma quando si è accorto che la casa era circondata dai Carabinieri non ha più opposto alcuna resistenza. Dopo avergli notificato il mandato di arresto europeo, il 38enne è stato portato nel carcere di Rebibbia e sarà estradato nelle prossime settimane in Romania, dove sconterà la pena.

È possibile comprendere una madre che uccide?

Comprendere una madre che uccide è sicuramente molto difficile. L’uccisione di un bambino per mano di sua madre è un gesto così violento che è impossibile giustificarlo. Ma come possiamo pensare di prevenire un gesto del genere senza prima capirlo? Magari iniziamo con l’ascoltare. Quando una madre infanticida “parla di quello che è successo in lei, e per causa sua, nella morte di suo figlio, dice qualcosa di ciò che le madri provano e vivono con i propri figli”, senza arrivare a compiere gesti estremi, magari esprimendo comportamenti “distorti”, volti a nascondere pensieri, emozioni o fantasie considerate inaccettabili dalla società. (cit. in Nell’intimo delle madri, Sophie Marinopoulos, Feltrinelli, 2005, pag.32). Spesso, questi comportamenti “distorti” sono il risultato di un meccanismo difensivo, conosciuto in psicoanalisi come spostamento. Poniamo il caso, ad esempio, tratto da una storia intitolata Rovesciare lo zucchero (cit. in D.H.Malan, Psicoterapia in pratica, 1981, Nuova Casa Ed. Cappelli, pag.19). La situazione di partenza di questa storia era l’imbrattamento che la bimba aveva fatto con le feci nella sua cameretta. La madre aveva reagito in modo molto illuminato controllando l’impulso d’ira e pulendo tutto. Apparentemente l’incidente era dimenticato. Ma l’impulso non scaricato cerca comunque espressione ed accadde che, quando la madre si trovò di fronte ad un’altra situazione nella quale la bambina aveva rovesciato lo zucchero, combinando un pasticcio, le sue difese furono colte di sorpresa e fu sopraffatta dalla rabbia. Qui lo spostamento è da una situazione all’altra, mentre la persona alla quale sono diretti i sentimenti è la stessa. E’ una forma di simbolizzazione, in cui lo zucchero “stava al posto” delle feci. Questo è anche un esempio di quello che Freud chiama ritorno del rimosso.

Per la madre di Lecco, accusata di triplice omicidio aggravato da vincoli di parentela, apparentemente la separazione dal marito era un dolore superato, come pure la morte del primogenito nato prematuro, diversi anni prima. Ma fino a che punto una donna può riuscire ad evitare il dolore senza essere sopraffatta dalla propria ira, l’ira per essere stata respinta. Questa storia definita “incredibile” dai media, trova una sua memoria atavica nella storia infanticida di Medea, la tragedia di Euripide, che, in modo “incredibile” ha affascinato da sempre scrittori e artisti, tanto che la lista dei rifacimenti e delle riscritture sarebbe lunghissima, come la Lunga notte di Medea (tragedia teatrale di Corrado Alvaro del ’49), il romanzo della scrittrice tedesca Christia Wolf uscito nel 1996, Medea. Voci, o ancora il film Medea di Pier Paolo Pasolini, del 1969 e l’elenco potrebbe continuare oltre.

Attraverso questa figura possiamo accedere alla dimensione simbolica del “perché” l’essere umano possa mettere in atto comportamenti estremi, risvegliando in tutti noi qualcosa di molto atavico, già raccontato nell’arte, nelle favole, nei miti, ecc., fin dall’antichità. Medea uccide i due figlioletti, Memero e Fere, avuti con Giasone, dopo che questi s’innamora di un’altra donna, Glauce, figlia del re Creonte, e ripudia Medea. La maga Medea ha avuto un ruolo fondamentale nel far sì che Giasone, dieci anni prima, s’impossessasse del “vello d’oro”, al fine di riconquistare il trono usurpato dallo zio. Per far questo Medea arriva a tradire la lealtà del padre, uccide il fratello, ancora fanciullo, gettandone i pezzi in mare, per evitare di essere raggiunta dal padre, offre le sue arti magiche a patto che Giasone, di cui si innamora appena lo vede, la sposi e la conduca in Grecia con sé.

Quindi, a seguito del grande dolore provocato dalla separazione, dall’essere abbandonata per un’altra donna, Medea decide di uccidere i due figlioletti.

“Sono sola. Non mi aiuta nessuno. Non ce la facevo più”. Queste, le prime parole che Eldira Dobrushi ha rivolto agli agenti di polizia dopo aver accoltellato le tre figlie e tentato il suicidio. Nessuno sospettava la sua sofferenza, neanche dopo la separazione, neanche dopo che il marito aveva deciso di rifarsi una vita con una donna molto più giovane di lui. Aveva già superato la morte del primo bambino nato prematuro. Mai una parola di sconforto, di disperazione.

Le insegnanti dicono di lei: “era una persona che teneva tanto all’educazione delle figlie. Era presente e attenta, era una persona splendida”. Il parroco la descrive come “una persona ammirevole e forte”.

Come Medea, Eldira esprime una determinazione della propria volontà fino all’ossessione, fa sembrare a tutti che lei era e doveva rimanere una persona forte. Nonostante le difficoltà, doveva continuare ad incarnare il mito della “buona madre”, condiviso dalla società: aveva seguito il marito in Italia, lasciando l’Albania, le sue origini, ricominciando una nuova vita in una terra sconosciuta e allevando con devozione le tre figlie.

Da un passo tratto nella Medea di Pasolini si narra che:

Medea cambia nell’istante in cui vede Giasone, innamorandosene perdutamente. Purtroppo non è un incontro positivo: quello che Medea registra e patisce con drammatico disorientamento è piuttosto la perdita della sua identità originaria…Poi accade che la perdita dell’antica identità si compensa nell’acquisto dell’amore…Medea si perde come donna antica ma si ritrova nell’amore per Giasone…Per amore di lui tradisce i suoi, ruba il vello, uccide il fratello…si lascia portare lontano dalla terra che è sua per arrivare ad un’altra che le è nuova e ostile, si lascia spogliare dei suoi abiti sacerdotali e regali e rivestire di vesti greche.”.

La storia di Eldira, come quella di altre donne, simboleggia, nei suoi eccessi, la solitudine delle madri. Quando una donna si ritrova a dover rinunciare a diversi parti della propria identità in nome della famiglia, la società non si domanda se questa condizione potrebbe turbarla o come reagirebbe se la famiglia, a un certo punto, anche nella sua illusione, non dovesse più funzionare.

Ancora oggi, in Italia, metà delle donne che lavorano sono costrette a barattare la loro professione con il desiderio di maternità. Nella migliore delle ipotesi viene concesso loro un part-time, ma anche questo capita raramente. E’ naturale che la donna rinunci a se stessa, che soffra: un uomo non ne sarebbe capace.

Come nell’antichità il proletario, privato dei suoi beni, era colui che trovava la propria ricchezza nei figli (da proles, figli), così spesso la donna moderna, spogliata della sua identità, trova la sua forza nei figli. Con questo non voglio dire che i figli sono solo un ripiego per la donna o che non dovrebbero costituire un punto di forza per lei, ma non possono essere la sua unica forza. Quando Eldira ripeteva a tutti: “le mie figlie sono tutta la mia forza”, in realtà stava lanciando un grido d’aiuto, ma lo faceva in modo “distorto”, non ammettendo un coinvolgimento emotivo per il dolore connesso alla perdita.

Eldira aveva bisogno, oltre che del corpo delle figlie, del corpo sociale, madre delle madri. Aveva bisogno di essere portata. Aveva bisogno che intervenisse la “nostra preoccupazione primaria”, capace di sostenerla, guidarla, rassicurarla. Invece è stata lasciata sola ad interrogarsi sulla nostra capacità di accettarla in quanto donna e madre.

Agli occhi della società Eldira ha firmato la separazione consensuale, senza farne un dramma. Ma forse questa finta serenità poteva mascherare, in realtà, una difesa contro il proprio dolore, un modo celato, ma socialmente accettabile, per dire al marito “tanto non ti desideravo più”, oppure “ora anche tu sai cosa significa essere respinti”. Quest’atteggiamento ricorda un po’ lo stesso meccanismo difensivo messo in moto dalla volpe nella storia L’uva acerba: una volpe affamata cercava di raggiungere dei grappoli d’uva che aveva visto pendere da un pergolato, ma erano troppo in alto. Così se ne andò (serenamente) dicendo: “Tanto erano ancora acerbi”. Questo tipo di difesa implica non solo l’evitamento del dolore ma anche l’espressione d’ira, e questo è chiaro se si fa caso al fatto che l’uva delle favole è stata svalutata e deprezzata, come Eldira avrebbe svalutato e deprezzato il marito. Certo l’uva non si offende a chiamarla acerba, quindi, in questa situazione, l’espressione dell’ira è meramente interna. Ma se la svalutazione può essere espressa alla persona che ha pronunciato il rifiuto, allora sì che può essere per lei dolorosa.

Anche Medea, nella tragedia di Euripide, non esprime mai direttamente la propria rabbia e il proprio odio nei confronti di Giasone, che l’ha ripudiata e tradita. Un aspetto che Euripide mette in risalto nel dramma è espresso chiaramente dalle parole di Medea:

Nessuno deve considerarmi un’incapace o una debole o una persona mite. Altro è il mio carattere: violenta con i nemici e con gli amici buona”.

In modo analogo, se Eldira avesse manifestato direttamente la propria ira nei confronti del marito, avrebbe dovuto ammettere anche il proprio dolore e affrontare le proprie debolezze nel ritrovarsi sola.

In un monologo del dramma di Euripide, si legge che Medea prima vacilla, poi però conferma la sentenza di morte nei confronti dei propri figli (“bisogna osare questo”) per non essere derisa lasciando impuniti i nemici, in altre parole il marito. Quando Giasone le domanda: “hai ritenuto giusto ucciderli per il letto?”, la madre oltraggiata risponde: “pensi che questa sia una sciagura piccola per una donna?”.

Da questo passo emerge sia l’importanza del giudizio che una donna, abbandonata e tradita dal marito, può ricevere dalla società, sia l’importanza che il “maschile”, rappresentato dal marito, dal padre o dal datore di lavoro, può rappresentare per una donna. Come accade ancora in alcune società, la donna non può essere “pensata” senza un uomo accanto a sé, che dia un significato alla sua esistenza, e questo pensiero continua ad essere incarnato anche da molte donne occidentali nel 2014.

Pensiamo alla “sciagura” che aveva previsto Eldira per sé e le sue figlie nel momento in cui il marito decide di lasciarla per un’altra donna: “Le mie figlie sono condannate a un futuro di miseria e di prostituzione”. Probabilmente Eldira non poteva più esistere come donna e come madre in assenza di una figura maschile accanto a sé, ma solo come prostituta. L’uccisione delle tre figlie è passata, così, come un gesto d’amore estremo, violento.

Eldira incarnava il mito della buona madre fino alla disperazione.  Se si comprende l’atto separandolo dalla persona, questa storia non è più “incredibile” di altre. Mentre una madre si sottopone al processo, ce ne sono altre colpevoli dello stesso gesto che attendono nelle prigioni di essere giudicate. Eh si! Ma giudicare cosa? Lo stesso giudice, nella sua identità umana, è alle prese con una storia che va oltre la sua persona, e non può lasciare che si esprima quando giudica la storia di un altro (Marinopoulos, 2005).

Una giustizia giusta dovrebbe punire l’atto omicida comprendendo la persona che ha agito, cioè infliggendo una pena che “curi” l’individuo, comprenda il suo atto, che metta a nudo la maternità, svelandone tutti i suoi paradossi, che sono i paradossi della vita e degli esseri umani, che aprono d’improvviso uno squarcio sulla mostruosità di cui siamo portatori.

Così come Medea, al termine della tragedia, ricorre ancora una volta alla sua magia, si rende invisibile immergendosi in una nube fatata, così Eldira cerca di cancellare tutto ciò che fino a quel momento le dava la forza di vivere. Inizia un percorso a ritroso. Comincia dalla figlia più piccola, Keisi, 3 anni, poi va dalla secondogenita, Sydni, 10 anni, e infine, nonostante la disperazione di Simona, 13 anni, uccide anche lei. Prende il corpo di ciascuna e lo adagia nel letto matrimoniale, da dove, simbolicamente, è stata concepita la vita di ogni bambina. Infine, tenta di cancellare la propria vita, colpendosi l’addome, da dove sono state generate le figlie, e il collo. “Ora l’ira nei confronti del marito è compiuta. La punizione è appropriata al crimine”.

Quando Giasone, in uno degli ultimi versi invoca i figli dice: “o figli carissimi”, Medea replica: “alla madre si, a te no”, allora il padre domanda: “e poi li hai uccisi?” e l’infanticida risponde: “per tormentare te”.

E così questa storia che, seppure incredibile, è conosciuta fin dall’antichità si chiude allo stesso modo di molte altre. Tuttavia, a mio avviso, ciò che è veramente incredibile è l’assoluta mancanza di prevenzione per queste problematiche, a fronte dell’aumento di donne che dimostrano una sofferenza psichica. Paradossale per una società che possiede sempre più mezzi per curare l’uomo. Dobbiamo pensare che un certo tipo di sofferenza sfugge al progresso?

Intanto i drammi continuano, e anche i drammi, si sa, sono utili a far muovere l’economia.

Aurora Capogna

 

BIBLIOGRAFIA

Euripide, Medea, 431 a.C.

Pasolini P., Medea, 1969 (film)

Capogna A., Dalla mitologia alla cronaca, Psico-Pratika N°62.

Marinopoulos S., Nell’intimo delle madri, Ed. Feltrinelli, Milano, 2006.

Malan D.H., Psicoterapia in pratica, Nuova Casa Editrice L.Cappelli, Bologna, 1981.

Bracciano, sabato 29 fiaccolata contro la riapertura di Cupinoro

Questo sabato, 29 marzo 2014, a Bracciano i cittadini accenderanno le loro fiaccole per dire no a una riapertura della discarica di Cupinoro. Il Comitato Bracciano Stop Discarica, sostenuto da numerosi comitati e associazione del territorio, ha organizzato una fiaccolata che partirà alle ore 18 da Piazza delle Magnolie (Bracciano Nuova) e si concluderà davanti al Comune.fiaccolata-braccianostopdiscarica

“Per chi ci governa la soluzione dell’emergenza rifiuti del Lazio è riaprire Cupinoro e ridurre il nostro territorio a un’immensa pattumiera – spiegano dal Comitato -. Accendiamo le nostre fiaccole per dire basta a una folle gestione dei rifiuti che distrugge il nostro territorio e la nostra salute e chiedere un futuro migliore”.

Alla fiaccolata aderiscono: Associazione Salviamo Bracciano – Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio – Comitato No Discarica Cerveteri – Associazione Terrattiva – Associazione Rifiuti Zero Valcanneto – Liberi Cittadini per la Difesa del Territorio – Salviamo il Paesaggio Roma Nord – Associazione Scuolambiente – Comitato Terranostra – Comitato di Zona Borgo San Martino – Comitato S.Q.A.R. Manziana.

 

Anguillara. Commosso addio a monsignor Alvaro Vignolini

Domenica 23  marzo nella Chiesa di San Francesco ad Anguillara Sabazia una folla enorme ha reso l’estremo saluto a Mons. Alvaro Vignolini, parroco della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo, deceduto sabato 22 marzo, all’età di 64 anni, nella Casa delle Serve dei Poveri della Famiglia religiosa “G.Cusmano” ad Anguillara. Alla presenza delle autorità civili e militari locali, si è svolta la celebrazione funebre, officiata dal vescovo diocesano, Mons. Romano Rossi, assistito da oltre 40 sacerdoti concelebranti, provenienti dalle parrocchie della Diocesi. Le centinaia di fedeli intervenuti, gremendo l’interno della chiesa e il piazzale antistante, hanno seguito l’intero rito con profondo raccoglimento. Particolarmente  significativa la testimonianza del vice parroco, don Francisco Javier Botia Cáceres, valido e apprezzato collaboratore di Mons. Vignolini in questi ultimi anni. Nel suo indirizzo Don Francisco ha rilevato: “una ammirazione speciale la sento per il suo eroismo. Quante volte lo abbiamo visto vacillare, quasi barcollare per improvvisi malori. Quante volte, durante le celebrazioni, siamo restati senza respiro perché lo vedevamo in difficoltà dal momento che le sue forze fisiche venivano meno! Non si è mai tirato indietro, ha combattuto la sua battaglia sempre in prima linea. Non ha ceduto”.

All’omelia Mons. Romano Rossi, dopo aver manifestato la sua profonda gratitudine, diretta a due persone che sono state molto vicine a  Don Alvaro nella fase conclusiva della sua vita: Don Francisco per l’insostituibile sua collaborazione negli impegni pastorali della Parrocchia e il medico Antonio Pizzigallo per la qualificata assistenza sanitaria prestata, ha tracciato un rapido profilo biografico di Mons. Vignolini, nato a Sutri il 30 dicembre 1944, ordinato sacerdote il 27 maggio 1972, assistente nei successivi anni al Seminario di Nepi, parroco a Sutri negli anni ’80, infine parroco dal 1990 ad Anguillara, dove è deceduto. Maggiormente il Vescovo si è soffermato a confidare i particolari del suo ultimo incontro avuto, provvidenzialmente, con lui poche ore prima della morte, durante il quale, con la consueta apertura e schiettezza, Don Alvaro ha manifestato i suoi pensieri, le sue ansie e, soprattutto, la sua profonda umanità.

Al termine del rito funebre, tra la commozione generale, il feretro di Mons. Alvaro Vignolini, portato a spalla da tanti sacerdoti confratelli, è stato portato a Sutri, suo paese natale, dove, prima della sepoltura al cimitero, un’altra grande folla di amici e conoscenti lo ha accolto in Cattedrale per l’ultimo saluto.

Angelo Bianchini

Bracciano. Il Partito Democratico incontra il sindaco Giuliano Sala

Il circolo locale del Partito Democratico incontra il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, e gli amministratori comunali, per un confronto pubblico sulle problematiche amministrative della città lacustre, in programma sabato 29 marzo alle ore 10 presso la sala consiliare del Comune, in piazza IV novembre 6.

Sono invitati a partecipare gli iscritti, i simpatizzanti del Partito Democratico e tutti i cittadini.

 

Anguillara. Solidarietà del PD locale ai lavoratori del supermercato Sisa

Il Partito Democratico di Anguillara Sabazia esprime solidarietà ai lavoratori licenziati del Supermercato Sisa (ex-GS). “Le modalità che hanno portato a questo atto appaiono sospette: i lavoratori colpiti dal licenziamento, infatti, coincidono praticamente con quelli che da tempo attuano forme democratiche di protesta per non aver percepito lo stipendio degli ultimi mesi”.

“Nel momento in cui il Governo è impegnato a rilanciare il mercato lavoro – prosegue la nota del circolo PD – non è accettabile il continuo e sistematico attacco ai lavoratori che intendono far valere i propri diritti”.

“Il PD di Anguillara Sabazia auspica che la vicenda sia chiarita al più presto e invita gli organi competenti ad intervenire per favorire una soluzione concordata che porti al completo riassorbimento dei lavoratori licenziati”.

Sabato nuovo “allenamento mentale” con Sophosfera “Brain training”

Terzo appuntamento di “allenamento mentale” promosso dall’Associazione culturale Sophosfera. Dopo il successo dei primi due seminari e l’alta partecipazione alle sessioni settimanali di “training online” su Facebook, un nuovo incontro gratuito presso la sala conferenze dell’Archivio Storico di Bracciano. L’appuntamento è per sabato 29 marzo alle ore 15.45 e sarà incentrato su una sessione teorica e una prova pratica.

Nello specifico si tratterà di un training per imparare a risolvere esercizi di logica (matematici, concettuali, linguistici), utili non solo agli studenti ma anche a quanti debbano affrontare un colloquio di lavoro e a tutti coloro che vogliano imparare a mantenere in allenamento la propria mente. E’ infatti scientificamente dimostrato che la pratica continuativa del brain training, la quale stimola l’area del cervello deputata alla razionalità, porta a un miglioramento delle performance mentali dell’individuo (nella accezione del Quoziente Intellettivo – Q. I. utilizzata da Eisenwik).

Il seminario, patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Bracciano, sarà tenuto dalla dottoressa Claudia Loreti, Metodologa della ricerca psico-sociale, già docente presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.

L‘incontro è gratuito e aperto a tutti, ma è gradita la conferma della partecipazione al 333.7858136, a sophosfera@gmail.com o al profilo Facebook “Sophosfera Bracciano”. Per richiedere informazioni sulle attività di Sophosfera è possibile rivolgersi agli stessi riferimenti o visitare il blog sophosfera.blogspot.it.

Sophosfera è anche su Facebook (“Sophosfera Bracciano”) e su Twitter (@sophosfera).

Servizio idrico a I Terzi: Cerveteri, Anguillara e Fiumicino incontrano l’Arsial

Martedì scorso, 18 marzo, a Tragliatella si è tenuta un’affollata assemblea pubblica organizzata dall’Amministrazione Comunale di Fiumicino, per affrontare e discutere del problema della non potabilità dell’acqua distribuita dagli acquedotti Arsial. L’Amministrazione comunale di Cerveteri era presente per rappresentare le esigenze della frazione de I Terzi, con l’assessore alla Tutela e Organizzazione del Territorio del Comune di Cerveteri, Andrea Mundula. Presenti anche il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, l’assessore all’Ambiente del Comune di Anguillara Sabazia, Enrico Stronati, il Commissario straordinario Arsial Antonio Rosati, il Direttore generale dell’Arsial Carlo Gabrielli. Era inoltre presente una nutrita rappresentanza di cittadini della frazione de I Terzi.

“È stato un incontro molto importante – ha commentato l’assessore cerite Andrea Mundula – in cui sono emerse informazioni utili in merito alla strategia che Arsial intende portare avanti per affrontare le problematiche che riguardano il servizio idrico nel territorio, e per quanto riguarda la nostra città, nella frazione de I Terzi. Questa frazione, infatti, è l’unica del territorio di Cerveteri ad essere servita da un acquedotto gestito da Arsial piuttosto che da Acea Ato2. Qui registriamo due problematiche principali. La prima è la concentrazione di arsenico che si registra normalmente al di sopra degli standard, tale la ASL indica periodicamente al Comune di Cerveteri di emettere una ordinanza di non potabilità. La seconda problematica riguarda la rete stessa di distribuzione, che necessiterebbe da parte del gestore idrico di ingenti investimenti di ammodernamento”.

“Con chiarezza – ha proseguito l’assessore Mundula – il Commissario Rosati ha confermato la disponibilità dell’Arsial ad installare in alcuni punti strategici del territorio dei serbatoi di acqua potabile messi a disposizione della popolazione, e ha inoltre invitato i residenti a non pagare le ultime bollette inviate dall’Arsial, vista la presenza dell’ordine di non potabilità. La nostra Amministrazione comunale, grazie anche alla collaborazione del nostro Delegato di Zona de I Terzi, Riccardo Pelliccioni, ha già provveduto ad indicare questi punti. In ogni caso, insieme alla Multiservizi Caerite, il Comune di Cerveteri installerà a breve la prima ‘casa dell’acqua’, dotata di impianto di dearsenificazione, che erogherà acqua potabile”.

Nel corso dell’incontro l’Arsial ha ribadito che non è in grado di fare gli investimenti necessari da sola, dichiarato quindi la necessità che Acea Ato2, in qualità di gestore dell’Ambito Territoriale, possa prendere in carico gli acquedotti e proceda con gli interventi di ammodernamento.
“Noi abbiamo insistito sulla necessità di un’azione congiunta dei comuni di Cerveteri, Fiumicino e Anguillara nei confronti degli Enti preposti – ha dichiarato Mundula – affinché si giunga quanto prima a soluzioni definitive. Nel frattempo proseguiremo i dialoghi che abbiamo già da tempo avviato sia con Arsial che con Acea. Ci auguriamo, inoltre, che l’improvvisa accelerazione seguita all’emissione dell’ordinanza del Sindaco di Roma Marino, che ha già sortito una mobilitazione dell’Arsial, non penalizzi in nessun modo i Comuni della Provincia rispetto alla Capitale”.

Il Museo Civico di Bracciano al XXI Salone del Restauro di Ferrara

Il Museo Civico di Bracciano parteciperà al XXI Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali che si terrà a Ferrara dal 26 al 29 marzo prossimi, ospite dell’editore Nardini di Firenze.

Il 28 marzo alle ore 11:30 presso il padiglione 3, nello spazio “Salotto dei Libri” D22, si terrà l’incontro “Diversamente Museo. Un approccio polisensoriale all’arte nel Museo Civico di Bracciano”.

Nel corso dell’incontro la direttrice del museo Cecilia Sodano presenterà l’ebook “Un percorso per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale”, edito da Nardini Editore, che racconta il percorso di istituzione ed allestimento del museo ed illustrerà l’ultima iniziativa in corso: l’installazione di una postazione polisensoriale pensata per i non vedenti ma che permette a tutti un diverso ed interessante approccio con l’opera d’arte.

Sarà presente alla presentazione l’assessore alle Politiche Culturali del Comune, Gianpiero Nardelli.
Il programma degli eventi previsti al Salone il 28 marzo è consultabile al seguente link:
http://www.salonedelrestauro.com/it/convegni.php?id=21&edizione=5