7 Dicembre, 2025
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Martedì 7 ottobre 2025, una delegazione dell’Associazione medici per l’ambiente – ISDE ha incontrato l’arch. Emanuela Rinaldi assessore regionale ai Lavori Pubblici.

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Martedì 7 ottobre 2025, una delegazione dell’Associazione medici per l’ambiente – ISDE ha incontrato l’arch. Emanuela Rinaldi assessore regionale ai Lavori Pubblici. Oggetto dell’incontro l’utilizzo di nuove e più efficaci tecnologie per  ridurre, fino ad azzerare, la presenza di Arsenico nelle acque ad uso potabile

La delegazione ISDE è stata composta dalla dottoressa Laura Reali presidente della sezione di Roma e del Lazio, la dottoressa Antonella Litta, referente nazionale per le problematiche dell’inquinamento delle acque ad uso umano e il dottor Alessandro Cavaliere componente della sezione romana dell’Associazione medici per l’ambiente- ISDE.

Presente all’incontro anche il dottor Nicola Marcucci dirigente dell’Area ciclo delle acque, Concessioni idriche e Servizio idrico integrato.

Il colloquio, svoltosi in un clima di grande attenzione e interesse ,si è articolato dapprima sulle tematiche generali relative alla scarsità e inquinamento dell’acqua e alla sua gestione e poi sulle specifiche problematiche sanitarie derivanti dalla contaminazione da Arsenico.

I delegati ISDE hanno ricordato che l’Arsenico, è un elemento tossico e cancerogeno certo di classe 1 e la sua presenza nelle acque potabili rappresenta una seria preoccupazione sanitaria per la correlazione con patologie molto tra gravi, le principali: malattie neoplastiche, cardiovascolari, neurodegenerative, respiratorie dismetaboliche, disturbi della sfera riproduttiva, malattie del neurosviluppo nei bambini e patologie cutanee, come accertato ormai da innumerevoli  e rilevanti ricerche nazionali ed internazionali. (https://www.isdenews.it/arsenico-nelle-acque-ad-uso-potabile/

L’Organizzazione mondiale della Sanità-OMS raccomanda, la riduzione della concentrazione di Arsenico a livelli compresi tra 0 e 5 μg/l, ( microgrammi per litro) con l’obiettivo, ormai di fatto raggiungibile, di zero o valori prossimi allo zero, proprio per garantire la massima protezione della salute pubblica.

Questo obiettivo è concretamente realizzabile come dimostrano esperienze ormai consolidate di trattamento delle acque in diversi paesi del Nord Europa e in alcuni Stati americani.

La delegazione ISDE ha fatto quindi presente che nuove tecnologie in fase di studio, tra cui quelle oggetto di ricerca del CNR di Roma permettono di raggiungere l’obiettivo di qualità indicato dall’OMS e quindi di prevenire le patologie che si registrano nelle popolazioni esposte cronicamente all’assunzione di acque con valori Arsenico anche entro e al di sotto dell’attuale limite di legge di 10 microgrammi litri, come nel caso delle popolazioni residenti nell’Alto Lazio, nella zona dei Castelli romani e in alcuni comuni anche della provincia di Latina.

In particolare, e rispetto ad altre tecnologie già in uso, lo studio Arsenic water decontamination by a bioinspired As-sequestering porousmembrane condotto dei ricercatori del CNR romano (F. Galiano et al., Nature Water, Volume 2, 2024, 350– 359) ha sviluppato una nuova membrana porosa bio-ispirata che contiene un materiale speciale (un liquido ionico con zolfo e gruppi ionici) capace di legare in modo selettivo l’Arsenico, sia nella forma sua forma trivalente che nella forma pentavalente. Questa membrana innovativa funziona a bassa pressione, consuma poca energia e non toglie dall’acqua i minerali utili e preziosi per la salute, rimuovendo esclusivamente l’Arsenico.

I test in laboratorio hanno mostrato una capacità di rimozione di oltre il 99 % di Arsenico in soluzioni acquose modello.

I medici ISDE hanno messo quindi in evidenza come l’ utilizzo di nuove tecnologie e l’approfondimento, sperimentazione e messa in opera di quella oggetto del lavoro di ricerca del CNR permetterebbero la completa dearsenificazione delle acque evitando così la miscelazione con acque provenienti dal raddoppio del Peschiera; un progetto questo molto costoso e che potrebbe  avere  anche un  impatto negativo  sull’ambiente e in particolare sugli ecosistemi acquatici dei fiumi coinvolti in questa opera. Un progetto che di certo, a detta della delegazione, non risolverebbe il problema della contaminazione da Arsenico nelle acque in particolare per l’Alto Lazio.

A conclusione dell’incontro si è convenuto per l’organizzazione di una riunione preliminare con gli studiosi CNR di Roma, autori della ricerca, per una valutazione più dettagliata e approfondita di tutti gli aspetti, in particolare di quelli tecnici della soluzione proposta.

Consegnata all’assessore Rinaldi anche la documentazione scientifica allegata.

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