CRITICITA’ DEL DECRETO SICUREZZA
La presidente Meloni ha un piglio per la sua idea di sicurezza, che a tratti ci riporta ai brutti ricordi di una storia vissuta. Lo sono le misure discutibili e il ricorso al voto di fiducia, che ad oggi è l’89°. Appena insediata (ott.22), ha fatto il 1° decreto, convertito in l.199/22, che modifica l’art. 633 bis/Codice penale, sull’ occupazione di edifici e terreni.
Un 2° pacchetto l’ha varato il 16.11.23. Il 3° è il decreto-legge 48 dell’11.04.25.
Si tratta del disegno di legge, approvato dalla Camera e pronto per il Senato, che il governo ha trasformato in decreto, in contrasto con l’art.77/c.2/Cost. e l’art.15 della legge 400/88.
Contiene:
- dal contrasto al terrorismo, alla modifica dei beni sequestrati alle mafie;
- dalla sicurezza urbana, alla tutela delle forze di polizia e dei vigili del fuoco;
- dall’introduzione del blocco stradale e rivolta carceri, alla proibizione della coltivazione della cannabis;
- dagli interventi sull’ordinamento penitenziario, alla detenzione per le donne incinte o con figli di un anno.
Temi spinosi che vanno discussi in Parlamento, non certo “liquidati” con un decreto, che disattende i criteri costituzionali sulla decretazione d’urgenza.
Il Presidente Mattarella ne ha chiesto il riesame. I costituzionalisti e la comunità scientifica hanno criticato contenuti e procedure.
Al Senato il regolamento sulle modifiche del testo avrebbe dato la possibilità all’opposizione di fare emendamenti, ma escludeva i senatori di maggioranza per decadenza dei termini.
Per questo il governo, ostile al dialogo, ha chiesto la fiducia, ha mutato il disegno di legge in decreto, e la Camera il 29 maggio, con 163 voti a favore 91 contrari e 1 astenuto, ha votato il decreto sicurezza e il 4 giugno l’ha votato il Senato con 109 a favore 69 contrari e 1 astenuto.
Bagarre in Parlamento, per il modus operandi, i 14 reati, i 9 aggravanti e la castrazione chimica.
È disumana la pena per le donne incinte o madri di bambini fino a un anno di età, e la pena per blocco stradale.
Non si esclude che la Corte sulla “necessità e urgenza” dichiari il decreto incostituzionale.
La sicurezza, prima dei provvedimenti repressivi, ha bisogno di prevenzione con l’aiuto di più attori, in primis, la scuola che limiti il nascere di fenomeni criminosi.
È alfiere L’agone, che da anni collabora con la scuola per la formazione e l’educazione civica dei giovani che sono i cittadini di domani.
Franco Marzo


