Luciani (PD Civitavecchia): “Serve un impegno chiaro e senza infingimenti contro ogni rigurgito neofascista”
Leggiamo con sdegno e profonda preoccupazione la notizia dell’aggressione subita a Genova da un dirigente sindacale della CGIL, vigliaccamente assalito da due individui che non hanno esitato a insultarlo con frasi fasciste, a sputargli addosso e ad alzare il braccio nel saluto romano, mentre scendeva da un’auto di servizio. Un episodio gravissimo, che colpisce al cuore i valori democratici e costituzionali del nostro Paese, e che non può essere derubricato a semplice atto di intolleranza. È squadrismo. È fascismo.
A nome del Partito Democratico di Civitavecchia esprimo la più sincera e convinta solidarietà al compagno aggredito, a tutta la CGIL e al mondo del lavoro organizzato, che ogni giorno difende i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, spesso in contesti difficili, sempre con coraggio e coerenza.
Ma ciò che rende ancora più inquietante il contesto in cui questa aggressione si è consumata, è il clima che si sta creando nel nostro Paese, in cui l’odio e la provocazione sembrano trovare sempre più spazio. Solo pochi giorni fa, sempre a Genova, un sindaco di centrodestra ha disposto la rimozione della tomba di un partigiano dal cimitero monumentale di Staglieno, giustificandosi con una motivazione pretestuosa e offensiva, secondo cui la tomba “non era decorosa”. Un atto di una gravità inaudita, compiuto con una scusa ridicola, che offende non solo la memoria di chi ha dato la vita per la libertà, ma tutta la storia democratica dell’Italia repubblicana. (https://genova.repubblica.it/cronaca/2025/04/13/news/genova_sindaco_centrodestra_rimuove_tomba_partigiano_anpi-424125626/).
Non possiamo restare in silenzio. Non possiamo limitarci all’indignazione del momento. Dobbiamo alzare la voce, ribadire con forza che l’antifascismo è un valore fondante della nostra Repubblica, e che non può essere considerato una bandiera di parte o un vecchio ricordo da commemorare una volta all’anno.
A chi oggi minimizza, alza il sopracciglio o sorride con sufficienza quando si parla di rigurgiti neofascisti, diciamo con chiarezza: la realtà è sotto gli occhi di tutti, basta avere il coraggio di guardarla. È tempo che chi ha responsabilità istituzionali, a ogni livello, si dichiari antifascista senza infingimenti, senza ambiguità, senza calcoli elettorali. Perché restare neutrali di fronte a queste aggressioni significa essere complici.
L’Italia democratica e repubblicana ha il dovere di reagire. L’antifascismo non è solo memoria: è impegno civile, è presidio della democrazia, è lotta quotidiana contro l’odio, la violenza e ogni tentativo di compressione dei diritti e delle libertà.
Enrico Luciani
Segretario del Partito Democratico di Civitavecchia