5 Dicembre, 2025
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Bracciano. Al liceo Ignazio Vian una conferenza sul cyberbullismo e i rischi del web

La dirigente scolastica dell’Istituto “Ignazio Vian”, Francesca De Luca, ha aperto con i saluti istituzionali la conferenza del 14 aprile dal titolo “INSIEME AD ANDREA. Per dire no al bullismo e cyberbullismo”. L’incontro, che ha coinvolto le classi prime e seconde, si è tenuto nell’Aula Magna dell’Istituto dove si sono alternati due relatori d’eccellenza, Emilio Farascioni e Teresa Manes, che hanno incantato i ragazzi narrando le loro esperienze con il cuore. Emilio Farascioni, sovrintendente della Polizia di Stato, in servizio nella polizia postale, ha in attivo un’esperienza trentennale, ha incontrato almeno 60,000 alunni che lo hanno reso ottimo conoscitore di storie vissute, storie di dolore e di problemi derivanti da internet e dai social. Ha raccontato in modo coinvolgente, con un linguaggio ricco di gag, di aneddoti, di frasi interrogative e figure retoriche i comportamenti più comuni agiti dai giovani durante la navigazione in internet e nei social. Ciò ha stimolato la condivisione e mantenuto alto il livello di attenzione e riflessione sul fatto che un poco alla volta stiamo tutti mettendo la nostra vita on line. Lo sanno bene le grandi aziende che, anche a distanza di anni, quando ricevono i curriculi per richieste di lavoro, fanno una ricerca del comportamento pregresso tenuto dal candidato sui social. Lo sanno bene ladri e truffatori che rischiamo di ritrovarci in casa perché utilizzano i post che ci mostrano in vacanza o perché sono attratti dall’immagine di un dono prezioso che abbiamo postato orgogliosamente.

 

Possiamo dire che, ormai, anche i professori controllano i nomi degli alunni che fanno il loro ingresso in classe prima per sapere con chi avranno a che fare. Gli argomenti hanno toccato temi sentiti dai ragazzi :  la foto osè, ricevuta dalla fidanzatina,  quando può configurarsi come reato di pedopornografia; la facilità con cui i truffatori potrebbero rubarci la password e come cautelarci; i motivi per non accogliere amici sconosciuti solo per avere più followers; la necessità di ricordare che su internet l’anonimato non esiste poiché tutti abbiamo un indirizzo IP.; la certezza che perderemo il controllo dei nostri post che non potranno più essere definitivamente eliminati dalla Rete. Egli suggerisce come allertare i nonni, dopo aver raccontato che ci sono almeno 30 /40 anziani al giorno che vengono truffati su Roma e provincia; i ladri che si fingono avvocati, poliziotti, carabinieri, facendo leva sull’emotività e sulla fretta, si dichiarano pronti a fare uscire dal carcere, in cambio di denaro o preziosi, un famigliare che è stato arrestato perché coinvolto in un incidente stradale. Inoltre, Farascioni, pone l’allerta sull’inganno della “giovane, bella straniera intelligente” che, una volta ricevuta l’amicizia, ti propone una sfida: non solo ti convince a spogliarti ma anche a fare cose di cui ti vergognerai. Puoi finire a ballare sul letto, da solo e nudo, convinto di non essere visto. In realtà la “”ragazza intelligente” filma tutto, poi ricatta: all’adulto chiederà soldi, al bambino chiederà di ripetere l’esperienza da utilizzare come materiale pedopornografico. Almeno tre suicidi di adulti sono imputabili a quest’inganno.

Toccante è stato il racconto di Teresa Manes che ha descritto con grande dignità il dolore vissuto come mamma di Andrea Spezzacatena, quando lui ha deciso di “andarsene” nel 2012, qualche giorno dopo aver compiuto 15 anni. Lei era totalmente ignara del fatto che suo figlio fosse oggetto di insulti omofobi da parte dei compagni di classe che lo avevano etichettato come “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Esprime ciò che ha provato nel “sentirsi paralizzata dal dolore” quando ha vissuto quel terribile momento in cui un grido di disperazione “Andrea si è impiccato!” l’ha attraversata come un fulmine, da parte a parte, lasciandola a terra tramortita. Come tutti gli adolescenti, Andrea, anziché parlare di quanto gli accadeva con mamma o papà, si era confidato solo con due amici, raccontando la sua sofferenza e il tentativo fallito di togliersi la vita; gli amici hanno taciuto ritenendo falsamente che rivelare ad un adulto questa confidenza avrebbe significato “fare la spia”. «La violenza verbale è una prima forma di violenza psicologica perché le parole sono come pietre che quando ti colpiscono lasciano ferite… È una forma di bullismo che ti scava dentro e ti fa sentire una schifezza- dice Teresa Manes- Andrea è stato vittima dei pregiudizi…».
Emergono tutte le caratteristiche del bullismo: l’intenzionalità, la persistenza delle aggressioni fisiche, verbali, psicologiche, l’asimmetria della relazione tra bullo e vittima. Si cita la legge 71 del 2017 sul cyberbullismo emanata su proposta della senatrice Elena Ferrara in seguito al suicidio della 14enne Carolina Picchio. È una legge che esclude la denuncia penale per il minorenne, tuttavia egli può essere soggetto all’ammonimento del questore, una sorta di cartellino giallo del quale si terrà conto in caso il minore dovesse incorrere in altre condotte negative.


E a proposito di scuola, Farascioni racconta che ogni giorno pervengono in questura segnalazioni di giovani che filmano o offendono docenti o capi d’Istituto, ignari che in quel momento essi rivestono la funzione di pubblico ufficiale; tale comportamento può dunque configurarsi un oltraggio a pubblico ufficiale. Sui rapporti disciplinari, cita il caso in cui un’annotazione con tanto di firma del docente è stata fotografata dal registro di classe poi diffusa, ignorando che tale registro ha valore di atto pubblico pertanto non può essere duplicato. Al ragazzo questo gesto è costato una denuncia.
Parole di affetto verso Teresa Manes e di vicinanza ai ragazzi in questo periodo delicato della crescita sono giunte dall’assessore M. Guitarrini che la ringrazia per l’impegno infaticabile con cui lei ha trasformato il dolore in qualcosa di generativo. Ricorda agli allievi adolescenti che non sono soli ad affrontare le difficoltà della crescita infatti in 5 Comuni del comprensorio è presente un “centro per le famiglie”, cui i ragazzi possono rivolgersi per dirimere dubbi e problemi. Le insegnanti Chiara Luciotto, referente del percorso inclusione del liceo Vian, e Giuseppina Tessitore, referente del team bullismo nell’Istituto Paciolo, si rivolgono agli alunni incitandoli ad essere portatori di risorse, esprimono fiducia in loro e la piena disponibilità della scuola e degli insegnanti.” Se tante piccole persone in tanti piccoli posti fanno tante piccole cose può cambiare la faccia di tutta la Terra”.

La dirigente Francesca De Luca, nel chiudere la conferenza, ha ricordato che “La porta della presidenza è sempre aperta”, si è complimentata con i relatori e con gli allievi ai quali è stato indirizzato un messaggio unanime: “Siate complici, rimanete uniti, proteggetevi l’un l’altro, rincorrete i vostri sogni senza farvi tagliare le ali da qualcuno; apprezziamoci come siamo perché c’è anche il bello dell’alterità”. Infine ha ringraziato i rappresentanti istituzionali intervenuti: G. Sala, presidente del consiglio comunale di Bracciano e l’assessore M. Guitarrini, l’assessore R. Micheli di Manziana, il presidente G. Furgiuele e la redattrice del giornale L’agone, i referenti del team bullismo per l’I. C. di Manziana e per l’I.I.S. Luca Paciolo di Bracciano.

Anna Maria Onelli – Redattore L’agone

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