28 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Anche gli agricoltori italiani si uniscono alla protesta

Anche gli agricoltori italiani si sono uniti questa settimana alle proteste che negli ultimi mesi hanno scosso molti Paesi europei.

A dare il via alla mobilitazione agricola è stata la Germania, a seguito della decisione presa a dicembre 2023 dal governo federale di fare dei tagli dei sussidi agricoli ed eliminare le agevolazioni relative al gasolio agricolo e l’esenzione dalla tassa sugli autoveicoli per macchine agricole e forestali per ridurre il buco da 60 miliardi nelle finanze tedesche.

Questo ha scatenato l’ira degli agricoltori che sono arrivati a invadere le strade di Berlino con i loro trattori ottenendo che questa riforma fosse effettuata gradualmente in più anni.

In Francia gli agricoltori stanno da settimane organizzando blocchi stradali in tutto il Paese e minacciano di arrivare a bloccare Parigi con la loro mobilitazione impedendo l’ingresso dei rifornimenti. Alla base della protesta c’è nuovamente l’aumento dei prezzi del gasolio per i trattori, ma anche la richiesta di semplificazione delle procedure amministrative, rinuncia ad introdurre nuovi divieti per l’utilizzo di pesticidi, la corretta applicazione della legge che obbliga l’industria a pagare di più gli agricoltori e risarcimenti più rapidi nell’eventualità di disastri naturali.

Le manifestazioni hanno coinvolto anche altri paesi europei come la Polonia, dove gli agricoltori hanno protestato principalmente contro l’ingresso di merci dall’Ucraina e l’impatto delle misure del Green Deal sul settore, la Romania, la Grecia e, dal 22 gennaio, anche l’Italia.

Per quanto riguarda il nostro Paese la mobilitazione è stata organizzata da un gruppo indipendente di agricoltori e allevatori, i Comitati Riuniti Agricoli (C.R.A.), che, guidati dall’agricoltore di Pontinia (Latina) Danilo Calvani, hanno iniziato dapprima ad organizzarsi tramite gruppi WhatsApp e Facebook per poi stabilire dei referenti regionali e organizzare incontri sul territorio.

In questo modo i Comitati sono riusciti a mettere su una protesta che ha coinvolto tantissime città italiane, da Nord a Sud, tra cui Viterbo, Latina, Frosinone, Orte e Roma, per citarne alcune vicine a noi.

Dietro alle manifestazioni c’è lo scontento per le politiche agricole dell’Unione europea, e in particolare la riforma del settore agricolo portata dal Green Deal, per le scelte fatte dal governo nazionale, che sono state poi appoggiate dai principali sindacati agricoli e che sfavorirebbero il Made in Italy, e per l’aumento dei costi di produzione.

Come fatto sapere dai capifila dei Comitati, la protesta proseguirà a oltranza e si espanderà in altre città.

Filo conduttore di questo movimento che sta stravolgendo tutta l’UE sembrerebbe quindi essere un generale malcontento nei confronti delle politiche agricole attuate a livello europeo nell’ambito del Green Deal e poi declinate nei singoli Stati membri. Un malcontento che non sta sfuggendo alla classe politica europea.

Interessante il commento fatto dall’on. Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ed ex ministro dell’agricoltura italiano, che in un intervento in plenaria a Strasburgo ha dichiarato: «Per la prima volta, questa legislatura europea ha creato la percezione di un’Unione nemica degli agricoltori e delle categorie produttive. Non abbiamo saputo costruire un progetto che coinvolga l’agricoltura europea facendola sentire protagonista della transizione verde, e non imputata. Ma senza l’adesione convinta dei nostri agricoltori e dell’intero sistema agro-alimentare, qualsiasi prospettiva di neutralità climatica diventa irrealizzabile.»

Anche la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen in questi giorni si è espressa sulle proteste. In occasione della prima sessione del dialogo strategico con gli agricoltori europei ha infatti dichiarato: «Penso che tutti avvertiamo una crescente divisione e polarizzazione del dialogo quando si tratta di temi legati all’agricoltura. Sono profondamente convinta che solo attraverso il dialogo potremo superarla. I nostri agricoltori operano quotidianamente in un mercato globale molto competitivo. Spesso voi siete la parte più vulnerabile nella catena del valore e ovviamente meritate una giusta remunerazione. Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza e garantire la sicurezza alimentare europea.»

Sara Fantini
Redattrice L’agone

Ultimi articoli