27 Aprile, 2024
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Il lungo percorso verso le elezioni europee di giugno 2024

Mancano otto mesi, ma mai come ora serve un’Europa forte

Nei giorni dal 6 al 9 giugno del prossimo anno si svolgeranno le elezioni europee, probabilmente mai come in questo momento il quadro internazionale richiede un’Europa forte, che sappia affermare in tutti i modi lo spirito fondante. Il cammino verso il rafforzamento delle istituzioni che governano l’Europa, sottrarle ai veti incrociati degli Stati che per il proprio particolare sacrificano il bene generale, deve continuare più spedito di come è stato negli ultimi 20 anni.

Dato il contesto internazionale, l’esercito europeo è diventata una priorità, l’invasione russa dell’Ucraina, la recrudescenza delle ostilità armate tra Israele e Palestina, gli scontri nel Kosovo, impongono all’Europa di dotarsi di una forza di interposizione importante che permetta alla propria diplomazia di parlare con una voce unica e svolgere quel ruolo di mediazione necessario al raggiungimento di una tregua in tutti i fronti caldi che la coinvolgono direttamente.

Il sistema fiscale è un altro dei pilastri su cui si dovrebbe basare l’Unione Europea, esso implica il trasferimento delle competenze in materia fiscale dagli stati membri alle istituzioni europee e le resistenze sono molte, ma devono essere superate. Le prossime elezioni europee rivestono quindi un ruolo importante nel futuro dell’Europa e dal punto di vista dell’Italia il cammino verso di esse non porta certo elementi di chiarezza su come il nostro Paese si posizionerà nel prossimo Parlamento europeo, si ha la sensazione che le alleanze dei partiti nostrani con le altre forze politiche europee siano dettate più da una eterna campagna elettorale tutta italiana che da un’autentica voglia di impegnarsi alla costruzione dell’Europa.

I principali partiti che compongono la coalizione di governo appartengono a tre diversi gruppi nell’attuale parlamento europeo, Fratelli d’Italia appartiene al Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Pcre), la Lega al gruppo Identità e Democrazia (ID) e Forza Italia al gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE), è giocoforza quindi che la campagna elettorale per le elezioni Europee potrebbe generare delle tensioni a livello di governo. La questione del salario minimo garantito è uno degli esempi di possibile conflitto con l’Europa, mentre la maggior parte dei Paesi hanno adottato tale misura, ne mancano solo cinque, ritenendola una misura di civiltà, l’indecisione del Governo ha generato su tale tema un conflitto istituzionale imbarazzante tra il Cnel e la Corte di Cassazione (Lucia Valente, lavoce.info, 13/10/2023).

Il vertice informale dei capi di Governo svoltasi a Granada il 6 ottobre è un altro esempio plastico della difficoltà con cui alcuni temi potrebbero non trovare una soluzione proprio per l’opposizione dei cosiddetti paesi sovranisti (l’Italia è un Paese sovranista?). Nella dichiarazione finale l’Ungheria e la Polonia non hanno permesso che si raggiungesse l’accordo sulla dichiarazione finale del vertice in tema di politica dei migranti e sulla loro redistribuzione, mentre la nostra Presidente del Consiglio, loro alleata, considera che “le nuove regole sono per noi migliori delle precedenti” (AGI.it, 6 ottobre 2023).  L’Europa del futuro ha necessità di chiarezza, ha grandi responsabilità a cui devono corrispondere importanti decisioni.

Salvatore Scaglione

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